CITAZIONE
Il ruolo della povera Maria Antonia nell'affaire Pachmann effettivamente è poco credibile. Ma l'esistenza di un figlio segreto di Rodolfo è molto plausibile, vista la sua tormentata vita sentimentale.
A questo punto non resta che consultare l'Almanacco di Gotha, citato, tra l'altro, tra le fonti del sito worldroots.com.
Ma quanti scandali in questo crepuscolo del Granducato di Toscana! Navigando per indagare sul nostro argomento di discussione, ho scoperto la storia della sorellastra di Maria Antonia, Luisa di Asburgo Lorena: fu senza dubbio più fortunata, se non altro per la sua bellezza e la sua lunga vita, e decisamente più determinata. Lasciò marito e figli, rinunciò al trono, si risposò con una celebrità del bel canto ed ebbe anche un figlio a quasi 40 anni. Vorrei saperne di più.
Beh, non parlerei di crepuscolo del Granducato di Toscana! Nel crepuscolo del Granducato si, ce ne furono di scandali, e scandali ben più gravi di figli illegittimi o mogli scondottate!
Ci fu a Firenze lo scandalo dell’ambasciatore del Regno di Sardegna, Boncompagni, il quale, travalicando di gran lunga i limiti della correttezza diplomatica, si dette a tessere intrighi contro il Granduca; ci fu lo scandalo di un manipolo di nobilastri ambiziosi che tradirono il loro Sovrano e la loro Patria. Ci fu lo scandalo del peggiore di loro, il Barone Ricasoli, che si recò segretamente a Torino, a trattare la svendita della libertà e dell’indipendenza toscana. Ci fu lo scandalo di un plebiscito truffaldino, con voto palese, in cui i contadini toscani (tradizionalisti e simpatizzanti del Granduca) venivano condotti a votare (come voleva il padrone) scortati dai fattori armati di fucile.
E questo fu ancora niente, considerando i sistemi degni delle S.S. usati da certi generali piemontesi-tagliatori di teste, che ordinarono massacri e distruzioni di paesi contro tanti poveri contadini e montanari del Regno delle 2 Sicilie! Questi si che furono scandali!
Quanto alle altre bazzeccole, o scandali di poco conto, avvennero un pezzo dopo, e non si può parlare propriamente di “crepuscolo del Granducato". Semmai dell’alba dell’esilio dei legittimi Granduchi di Toscana. Una famiglia già sovrana che ormai, in esilio, non aveva più un ruolo definito. Triste destino quello dei nostri Granduchi, dopo tutto il bene che avevano fatto alla Toscana!
In Italia accusati dalla cosiddetta “intellighenzia” (si fa per dire) di essere “austriaci”; in Austria malvisti ed accusati di essere troppo “italiani”. Beh, tra le due posizioni, avevano più ragione gli austriaci; infatti i nostri Lorena si erano parecchio toscanizzati. E lo posso garantire personalmente, avendo avuto occasione di leggere, all’Archivio di Stato di Firenze, loro lettere private, in cui usavano espressioni bellissime della lingua fiorentina antica. Non si sentivano più molto austriaci. Nella stessa occasione, ebbi anche modo di leggere la durissima lettera che Francesco Giuseppe, diciottenne appena asceso al Trono, indirizzò all’anziano cugino Leopoldo II Granduca di Toscana, rinfacciandogli il suo atteggiamento nel’48. Forse coloro che accusavano i Lorena di vivere in Austria alle spalle dell’Imperatore (come l’Imperatrice Elisabetta) non tenevano conto che i Lorena erano in esilio anche per colpa sua. Doppiamente per colpa sua; primo perché il giovane Imperatore aveva imposto alla Toscana, a partire dal ’49, qualche anno di occupazione militare austriaca (che aveva gravemente compromesso il Granduca di fronte ai sudditi più liberali); secondo perchè, tra lui e il suo generale Gyulai, erano riusciti a perdere la guerra del ’59.
E’ per questo che ho smesso di guardare il Concerto di Capodanno il 1 gennaio; iniziavo sempre l’anno col giramento di scatole, e non capivo il perché. Poi mi sono psicoanalizzata ed ho capito: il valzer viennese mi ricorda certa gente dell’epoca, dedita a ballare, a mangiare il pollo fritto ed a fare il bellimbusto con le dame sfruttando il fascino della divisa per poi, al momento decisivo, perderci la guerra del ’59!
Il Granduca Leopoldo, ormai in esilio, abdicò in favore del figlio Ferdinando IV, che era vedovo dell’amata moglie Anna di Sassonia e padre della piccola Maria Antonietta, nata nel’58.
Ferdinando si risposò con un’altra principessa italiana esiliata: Alice di Borbone-Parma, figlia del defunto (assassinato) Duca di Parma Carlo III e sorella del Duca Roberto, ed ebbero numerosi figli. Tutti nati, questi figli delle seconde nozze, in esilio. Purtroppo tra questi figli i due maggiori, Leopoldo e Luisa, si rivelarono due sciagurati. Non saprei come altro definirli.
Luisa sposò il figlio del principe ereditario di Sassonia (futuro Re) e mise al mondo una nidiata di eredi. Poi, verso il 1903, scappò col precettore dei figli. Mise al mondo una bambina (del marito), e si dedicò a viaggiare all’estero, visto anche che i suoi genitori non volevano più rivederla o avere a che fare con lei, e che la Sassonia, per carità di Patria, continuava ancora a passarle un appannaggio. Volle rivedere la patria della quale aveva sempre sentito parlare in famiglia, la Toscana, e si stabilì a Firenze prendendo in affitto una lussuosa villa in collina. Fu lì che conobbe un giovane e promettente compositore fiorentino, il disgraziatissimo Enrico Toselli (autore della celebre “Serenata”). Disgraziatissimo in quanto si fece irretire dalla fascinosa tardona e commise l’imprudenza di sposarla. Mi manca l’animo di descrivere quante gliene combinò la squilibrata. Al punto che dopo qualche anno Toselli prese con se il figlio nato nel frattempo, Emanuele Filiberto detto Bubi, e scappò. La sciagurata si dette alla letteratura, e scrisse un libro disgustoso, roba che – come attendibilità - poteva stare al pari con l’opera della Contessa Larisch. Dopo il 1918 perse ogni risorsa, perché in Germania crollarono tutte le monarchie, nessuno le pagò più l’appannaggio, e la sua fu da allora una vita di stenti. Sopravvisse facendo lavori a maglia, fino a morire vecchissima e povera, se non erro a Bruxelles, nel 1947. Non credo, tutto sommato, che sia stata molto più fortunata della sorellastra morta giovane; direi anzi il contrario.
Il fratello Leopoldo, che inizialmente scappò con lei nel 1903, rompendo anche lui ogni rapporto con la famiglia, non fece una riuscita migliore.
Tra tutti e due, rovinarono la reputazione di tutta la famiglia. La Granduchessa Alice, infatti, fu sempre convinta che le sorelle minori di Luisa non trovarono marito per colpa del comportamento di questa figlia maggiore. Infatti, eccetto una, che però sposò un principe di rango leggermente inferiore, le altre rimasero zitelle.
Ferdinando IV, vecchia figura di patriarca, morì nel 1908 a Salisburgo, lasciando erede come Granduca (titolare) di Toscana il figlio Giuseppe Ferdinando, che fu un comandante militare durante la 1 guerra mondiale. In quell’occasione sia lui che il fratello Pietro Ferdinando chiesero ed ottennero di non essere mandati sul fronte italiano, per non dover far sparare sui loro (teorici) sudditi. Poi, dopo la guerra, l’A. Giuseppe Ferdinando si sposò con una semplice nobile, non del rango, lasciando il (sempre più teorico) titolo di Granduca al fratello Pietro Ferdinando, sposato da vent’anni con Maria Cristina delle 2 Sicilie e padre di quattro figli. Da loro discendono gli attuali Granduchi.
Quanto al figlio segreto di Rodolfo, sono contenta che si cominci a chiarire la situazione della povera Arciduchessa Maria Antonietta. Ma vorrei ricordare che il Pachmann non venne a sostenere di essere figlio dell’A. Rodolfo e della macellaia Pachmann; nel qual caso sarebbe stato anche plausibile. No, egli sostenne, negli anni ’20, di essere proprio figlio dell’Arciduca Rodolfo e dell’Arciduchessa Maria Antonietta. E qui il discorso cambia, e si fa serio.
Qui si entra nel romanzo, nella commedia dell’arte. C’è sempre la storia del trovatello, del neonato rinvenuto abbandonato in un cestino sulla soglia di una chiesa, avvolto in ricche fasce, con misteriose iniziali ed uno stemma gentilizio ricamati sulla copertina; il piccino cresce credendo di essere figlio di due umili lavoratori, gliene capitano di tutti i colori, viene perseguitato dai cattivi, generalmente rischia di fare una brutta fine ma poi viene fuori che un qualche illustre personaggio, da Duca in su, fino a Re o Imperatore, riconosce in lui il figlio perduto, rapito dagli zingari tanti anni prima. Tutto si sistema, ed i protagonisti, da allora, vivono felici e contenti.
Io stessa – dico la verità – non ricordo il giorno della mia nascita, e non posso garantire chi sia stata a partorirmi; le mie cognizioni in merito si basano su ciò che mi è stato riferito da persone degne di fiducia. Quindi mi domando come facesse il Pachmann a sapere con tanta certezza questa golosa notizia.
Pensate un po’ se la sua teoria fosse stata vera! Lui sarebbe stato l’unico figlio maschio dell’Arciduca Ereditario Rodolfo, nato da una principessa di pari rango. Sarebbe stato lui il vero Erede al Trono di Francesco Giuseppe! Non gli Arciduchi Carlo Lodovico e Francesco Ferdinando, non l’Imperatore Carlo: tutti abusivi! Tutti parenti che, mentre il vero erede Pachmann era relegato tra i quarti di bue e le collane di wurstel, gli usurpavano i sacrosanti diritti! Anche quello di prendersi un paio di revolverate a Sarajevo!
Chi l'avrebbe detto che la vera grotta del Kyffhauser dell'Imperatore perduto era in realtà una comune cella frigorifera!
Quasi quasi dispiace che non sia accaduto come nei romanzi: il Pachmann, finalmente riconosciuto negli anni ’20 come il legittimo Imperatore d’Austria e Re Apostolico d’Ungheria, restaurato sul trono imperiale! Invece la storia andò diversamente, e l’Austria, se non ebbe come padrone un macellaio, di lì a pochi anni avrebbe avuto come padrone un imbianchino, con risultati un po’ peggiori.
Il Granduca Ferdinando IV con i fratelli Carlo, Luigi e Giovanni:La Granduchessa Alice:La famiglia di Ferdinando IV ed Alice di B. Parma:il Granduca Giuseppe Ferdinando:il Granduca Pietro Ferdinando con la sua famiglia:Edited by sofonisba - 9/8/2007, 18:47