L'Ottocento di Sissi e Ludwig II

Carlotta del Belgio, imperatrice del Messico, la cognata di Sissi

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Agnesina
view post Posted on 7/8/2007, 16:06 by: Agnesina





Carlotta del Belgio (in francese Marie, Charlotte, Amélie, Augustine, Victoire, Clémentine, Léopoldine de Saxe-Cobourg-Gotha), naque a Laeken il 7 giugno 1840 e morì nel castello di Bouchout il 19 gennaio 1927. Fu principessa del Belgio, duchessa di Sassonia, principessa di Sassonia Coburgo Gotha, arciduchessa d'Austria ed imperatrice del Messico.
Fu la terza figlia del re dei belgi Leopoldo I (1790-1865) e della sua seconda moglie Luisa d'Orléans (1812-1850). Alla sua nascita il padre, che avrebbe desiderato un terzo figlio maschio dopo Leopoldo (1835-1909) e Filippo (1837-1905), non nascose la sua profonda delusione. Ben presto però le considerazioni dinastiche cedettero il posto agli slanci affettivi di un padre cinquantenne...
Purtroppo sua madre Luisa morì prematuramente nel 1850. Carlotta aveva solamente dieci anni e da bambina turbolenta, molto espansiva e vivace si trasformò in un'adolescente riflessiva e chiusa in se stessa.
La sua istruzione religiosa fu affidata a Padre Vittorio Augusto Deschamps, fratello dell'allora Ministro degli Affari Esteri e, più tardi, Vescovo di Malines.
Quando Carlotta compì sedici anni, ben due pretendenti si fecero avanti per chiedere la sua mano: il principe Giorgio di Sassonia e il re del Portogallo Pietro V. Quest'ultimo candidato era caldamente sostenuto dalla regina Vittoria del Regno Unito.
Carlotta, Pietro e Vittoria erano cugini di primo grado, essendo tutti e tre nipoti del duca Francesco di Sassonia-Coburgo-Gotha-Saalfeld.
Nel mese di maggio del 1856 però, la principessa incontrò a Bruxelles l'arciduca Ferdinando Massimiliano d'Asburgo (1832-1867), fratello cadetto dell'imperatore Francesco Giuseppe: ella rimase incantata dalla figura slanciata e dall'eleganza del più seducente degli Asburgo.
Le nozze furono celebrate il 27 luglio del 1857, al Palazzo Reale di Bruxelles.
Nel frattempo, l'imperatore Francesco Giuseppe, aveva nominato Massimiliano Governatore Generale del Lombardo-Veneto.
Gli Arciduchi, novelli sposi, arrivarono a Milano il 6 settembre 1857.
Il nuovo Governatore intendeva governare il Regno del Lombardo-Veneto seguendo dei principi liberali, e così fece. In pochissimo tempo riuscì a farsi talmente benvolere da progettare addirittura la fondazione di uno Stato del Lombardo-Veneto, indipendente e sotto la sua sovranità.
Ma il fermento nazionalista era troppo forte nella penisola italiana e l'esercito austriaco del generale Gyulai, si rendeva ogni giorno più detestabile. Constatando l'inasprirsi della situazione Massimiliano chiese al fratello l'affidamento di tutti i poteri, sia civili che militari, ma, il 10 aprile 1859, l'Imperatore stesso rispose a questa richiesta togliendo al Governatore l'esercizio dei poteri civili a vantaggio proprio del conte Gyulai. Il partito militare di Vienna dimostrò in questo modo di non perdonare all'Arciduca le sue tendenze liberali.
Massimiliano e Carlotta si ritirarono a Miramare, dove iniziarono a costruire lo splendido castello su un promontorio a nord di Trieste.
Dei segreti dissensi già sembravano separare la giovane coppia di sposi.
L'inattività li umiliava entrambi. Inaspettatamente però, il 3 ottobre 1863, giunse al castello di Miramare una delegazione di emigrati messicani per offrire ufficialmente all'Arciduca la corona del loro Paese.


In realtà i negoziati per questo progetto erano già in corso da più di due anni; Napoleone III di Francia intendeva creare un'impero di cultura latina e cattolica che avrebbe dovuto limitare l'influenza dei nascenti Stati Uniti d'America; egli si dichiarò pronto a sostenere militarmente Massimiliano, se questi avesse accettato di partire per il Messico.
Ma l'arciduca esitava. Da Londra la regina Vittoria supplicava la cugina Carlotta di "non cadere in questa trappola". La sovrana britannica infatti, supponeva delle subdole speculazioni, in particolare quelle di un certo banchiere svizzero, tale Jecker, che aveva convinto Napoleone III a contrarre un prestito ad un interesse del duemila per cento: un debito di quindici milioni di dollari per un prestito da seicentocinquantamila...
Il 10 aprile 1864, comunque, nel grande salone del castello di Miramare, i delegati messicani informarono l'Arciduca del risultato di un referendum, senza dilungarsi troppo sulle baionette francesi che avevano protetto gli elettori. Massimiliano allora dichiarò che egli "accetta la corona dalle mani della nazione messicana" e giurò "di assicurare a tutti il benessere, la prosperità, l'indipendenza e l'integrità di questa nazione".
L'avventura messicana cominciò. "Questa sarà un'occupazione per Massimiliano", dirà Carlotta.
I nuovi sovrani fecero la loro entrata solenne a Città del Messico, il 12 giugno 1864, al grido di "Viva el Emperador".
Non occorse loro molto tempo però per rendersi conto dell'insicurezza e dell'anarchia che regnavano nel loro impero: l'intervento militare francese, succeduto ad una lunga guerra civile, aveva disorganizzato tutto. Altrettanto velocemente essi si accorsero che era stata una minoranza della popolazione che aveva fatto appello a loro, sovrani stranieri, e non la maggioranza. Nonostante tutto essi iniziarono il loro regno con generosa fiducia: l'Imperatore diede prova di riuscire a riconciliare i partiti politici, mentre l'Imperatrice si rese popolare visitando coraggiosamente la città di Veracruz durante un'epidemia di febbre gialla, dove oltre duemila francesi erano già morti.
Ma il dramma del Regno del Lombardo-Veneto si rinnoverà anche in Messico: mentre Massimiliano e Carlotta sono intenti a riappacificare gli spiriti, il maresciallo francese Bazaine e il colonnello Dupin mettono in atto tutta la loro stupida brutalità. Da quel momento i rapporti tra la Francia e il Messico degenereranno sempre più; i repubblicani di Benito Juarez ne approfitteranno per moltiplicare gli agguati e per introdurre numerosi nuovi sostenitori provvenienti dagli Stati Uniti. Infine, Napoleone III diede il colpo di grazia ritirando le sue truppe militari e lasciando così Massimilano e Carlotta solo con la difesa di qualche militare austriaco e belga.
Il 9 luglio 1866 Carlotta lasciò il Messico per ritornare in Europa. Essa si recò a patrocinare la causa del marito prima a Parigi e, successivamente, a Vienna e a Roma, ma inutilmente. Napoleone III non voleva più sentire parlare di Messico e il papa Pio IX non aveva nessun motivo per compromettere la Chiesa cattolica in questa questione.
Sentendosi abbandonata da tutti Carlotta diede i primi segni di un grave squilibrio mentale. Il 7 ottobre 1866 il fratello Filippo accorse a Roma in suo aiuto e, dieci giorni più tardi la condusse a Miramare. Carlotta è in preda ad una fissazione, crede che tutti la vogliano imprigionare... e di fatto ella fu letteralmente sequestrata nel castello di Miramare, in quanto era sorvegliata dagli agenti della sicurezza austriaca, e fu quasi di forza che, la moglie di suo fratello Leopoldo, la regina Maria Enrichetta, prelevò la sventurata e la ricondusse in Belgio.
Forse il ritorno dell'imperatore Massimiliano in Europa avrebbe potuto ristabilire l'equilibrio psichico di Carlotta. Ma, purtroppo, il 19 giugno 1867 l'Imperatore del Messico venne fucilato dai repubblicani a Querétaro.
Dopo un breve momento di lucidità, provocato dall'emozione, Carlotta sprofondò definitivamente nelle tenebre della follia.
Trascorse il resto della sua vita nella tenuta di Bouchout, appositamente acquistata per lei dal fratello Leopoldo, che era legato alla sorella da un profondo affetto, dimenticando il mondo...

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