L'Ottocento di Sissi e Ludwig II

Il Lombardo-Veneto in epoca Asburgica

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Veronika1982
view post Posted on 11/10/2012, 22:59




Apro questo topic perchè vorrei avere qualche chiarimento sulla situazione sociale-economica-politca di Milano e Venezia, e dell'intero Regno Regno Lombardo-Veneto in epoca Asburgica.

Ammetto di non essere molto informata al riguardo, so che con Maria Teresa Milano è stata una città properosa e fiorente, e inoltre è stato applicato un nuovo buon piano urbanistico, poi con Francesco Giuseppe ci sono state le repressioni di Radetzky che mandava alla forca o in carcere esponenti dell'alta aristocrazia e in generale chi faceva propaganda politica antiaustriaca, poi è stato sostituito da Massimiliano, fratello di Francesco Giuseppe, che era più liberale e aveva in mente riforme, ma il suo governo è durto troppo poco perchè potesse mettere in pratica i suoi programmi, ma oltre a questo non è che sappia molto, perciò vorrei saperne di più sulla situazione del Lombardo-Veneto nel suo complesso.

Comunque per quello che so nell'epoca di Francesco Giuseppe in queste terre c'è stato molto più un malgoverno che un buon governo
 
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Tirol
view post Posted on 17/10/2012, 14:54




Non conosco la situazione del Lombardo-Veneto in senso stretto.
Come sempre, però, occorre leggere la storia depurata da ogni tipo di esaltazione di carattere nazionalistico. Ricordiamoci che la storia la scrivono sempre i vincitori.
Fatico a credere che il Governo austriaco sia stato, nel complesso, peggiore si quello dei Savoia. Ripeto, del Lombardo-Veneto so poco. Ma da quello che mi è stato raccontato dai miei avi e dagli ultimi anziani nati sotto il Regno di Francesco Giuseppe qui in Trentino (all'epoca Tirolo di lingua italiana) ho sempre trovato unanimità nel ritenere che il governo austriaco fosse di gran lunga più ordinato ed efficiente di quello italiano. Se non altro perché c'è il sistema del catasto teresiano (cosa di non poco conto!); l'istruzione obbligatoria venne introdotta nel '700; il dibattimento nei processi era garantito nella lignua dell'imputato fino alla Corte suprema di Vienna (cosa inimmaginabile per uno stato centralista e accentratore come quello dei Savoia). I libri di testo erano nelle lingue native dei popoli dell'Impero. Insomma, i pro e i contro ci sono dappertutto. Risulta un po' stonato, però, ritenere il governo austriaco peggiore di quello dei Savoia. Ovviamente Milano e Venezia avranno avuto le loro buone ragioni per combattere e andarsene, attraverso il plebiscito, con il Regno d'Italia (scelta, invece, mai fatta da Trieste e dal Trentino-Alto Adige, già Tirolo...artificialmente diviso in due parti dopo la I Guerra mondiale: Tirolo austriaco e trentino-alto adige)
E' difficile leggere libri di storia scritti a Roma o a Milano che elogino il "perfido nemico" austriaco calunniato e deriso persino nell'attuale Inno italiano (nazione dell'UE, come l'Austria del resto). In realtà le cose, come spesso accade, sono andate diversamente. E se ci sono certe situazioni, certi modi, certe particolarità...un perché c'è sempre. Basta togliere la polvere della censura, dei nazionalismi e della propaganda per scoprire storie che mai avresti conosciuto!
:)
 
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Veronika1982
view post Posted on 17/10/2012, 19:05




Può essere che il governo dei Savoia sia stato anche peggiore, ma, per quello che ho capito, anche quello degli Asburgo, obiettivamente parlando, aveva le sue pecche e nemmeno con loro il Lombardo-Veneto ha avuto un'"età dell'oro" dal punto di vista sociale-politico-economico.
Comunque magari vorrei chiederlo meglio a Enry, che sicuramente saprà dire qualcosa in più sui meriti e demeriti del governo asburgico qui
 
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-enry1973
view post Posted on 18/10/2012, 22:26




Bella domandona :) Davvero complessa.
Cominciamo col dire che Milano e Venezia sono due città molto diverse, con storie diverse. Per quel che attiene Milano, bisogna dire che il dominio austriaco viene ricordato come un gran passo avanti per il semplice fatto che si arrivava dalla dominazione spagnola che aveva lasciato la miseria più totale. Quando cominciò il dominio austriaco a Milano c'era tutto, ma proprio tutto, da fare. Vennero lastricate strade, scavati canali, completate le chiese, costruira la Scala, istituita Brera, aperto il catasto. Ai nobili venne imposto di pagare le tasse sulle proprietà e di ristrutturare le facciate dei palazzi che davano su strada (all'epoca le facciate su strada erano considerate i "retri" dei palazzi poiché la facciata era quella che dava sul giardino privato). Tutte innovazioni che resero grande la città. Il mito della tirrania austriaca è dovuto alla rivolta aristocratica: i nobili milanesi vennero tartassati e sollevati da molti dei loro poteri e quindi favorirono il mito della tirannia sburgica. Errore enorme del governo di Vienna fu tuttavia quello di affidare il governo cittadino a governatori stranieri, spesso incapaci, con soldati stranieri: questo fece sentire enormemente il popolo sottomesso allo straniero. Va anche ricordato che gli austriaci imposero la pesantissima tassa della Diaria che piagò non poco ricchi e poveri. I Savoia per Milano non fecero nulla di nulla e quindi direi che possiamo considerare il passaggio un passo indietro.
 
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Veronika1982
view post Posted on 18/10/2012, 22:31




Poi il Tirolo è stato suddiviso tra Austria e Italia dopo la Prima Guerra Mondiale neanche tanto artificialmente, perchè l'attuale Trentino-Alto Adige (che comprende il Tirolo del sud e il WelshTirolo) è cisalpino, cioè si trova nel versante sud delle Alpi, e fa quindi parte della regione geografica italiana essendo al di qua dello spartiacque alpino, mentre il Tirolo del Nord e il Tirolo dell'est, rimasti austriaci, sono transalpini, cioè si trovano nel versante nord delle Alpi, quindi sono al di là dello spartiacque alpino.
Quindi in queste suddivisione il suo ruolo lo ha avuto anche la geografia

Grazie 1000 Enry!!! Sai ho voluto fare questa domanda perchè in altri topic parlavi della Milano teresiana come di una città fiorente e prosperosa, contrapponendola a quella ceccobeppina che definivi un vero disastro
 
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-enry1973
view post Posted on 18/10/2012, 23:42




E' proprio così. Maria Teresa teneva in grande cosniderazione le parti più estreme dell'impero, purtroppo i suoi successori non hanno fatto loro la lezione.
 
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Tirol
view post Posted on 19/10/2012, 12:14




CITAZIONE (Veronika1982 @ 18/10/2012, 23:31) 
Poi il Tirolo è stato suddiviso tra Austria e Italia dopo la Prima Guerra Mondiale neanche tanto artificialmente, perchè l'attuale Trentino-Alto Adige (che comprende il Tirolo del sud e il WelshTirolo) è cisalpino, cioè si trova nel versante sud delle Alpi, e fa quindi parte della regione geografica italiana essendo al di qua dello spartiacque alpino, mentre il Tirolo del Nord e il Tirolo dell'est, rimasti austriaci, sono transalpini, cioè si trovano nel versante nord delle Alpi, quindi sono al di là dello spartiacque alpino.
Quindi in queste suddivisione il suo ruolo lo ha avuto anche la geografia

Artificiale, nel senso che tale spaccatura è avvenuta per la prima volta dopo oltre 500 anni di unità e senza il diretto coinvolgimento democratico delle popolazioni locali. E' stata una divisione "non spontanea", "non naturale". Come avviene sempre durante un conflitto armato. In questo senso dico "artificiale".
Evidentemente se per oltre 500 anni i confini erano altri, la geografia stessa non costituiva un problema e un motivo ci sarà :) . I confini seguivano i popoli e non si stabilivano seguendo freddi calcoli geografici (ahimé diffusi dopo la I e la II guerra mondiale...soprattutto in Africa, ma non solo)
Ricorda, le guerre si fanno sempre o per motivi economici o per motivi religiosi. Non certo per "aggiustare" confini ritenuti sbagliati o liberare "popoli schiavizzati" (solite scuse che si sentono ancora al giorno d'oggi) :) Il Regno d'Italia ritenne utile conquistare il Tirolo (e lasciar stare altri territorio molto più italiani) semplicemente per l'abbondanza di "oro blu". L'acqua che permette di produrre un'immensità di energia per far funzionare l'industria nascente. Non a caso, a partire dagli anni '20, vennero costruite centinaia di centrali idroelettriche e di dighe proprio nei nuovi territori italiani. Venne prodotta tantissima energia indispensabile per le industrie della pianura.
Che il tema energetico sia centrale l'ha dimostrato anche la storia del secondo dopoguerra (dagli attentati, alle lotte sulle competenze in materia di centrali ecc...)
Le storie sentimentali e patriottiche oppure di liberazione ed emancipazione sono create ad arte per giustificare ogni guerra mossa da intenti economici e per scaldare le passioni nazionalistiche del popolino. Ogni guerra è così. Che si fa, si dice "invadiamo il Tirolo perché è uno dei territori più ricchi di corsi d'acqua idonei a produrre energia" oppure "invadiamo il Tirolo per liberarlo dal giogo austriaco che soffoca l'italianità della gente locale bla bla"? oppure "Invadiamo l'Iraq per liberare le popolazioni da un durissimo regime che ha armi chimiche" o "Invadiamo l'Iraq per spartirci la nostra fetta di petrolio?"...idema con la Libia, ovviamente. E la propaganda fa tutto il resto, come be sai! :)
Ecco perché parlo di artificialità. :)
Ormai la storia ha fatto il suo corso...ma è bene che si sappiano certe cose soffocate e nascoste per anni e anni (e che adesso tornano alla luce con fior fiore di documentazioni).
Chiudo perché si va troppo off topic

Ottima l'analisi di enry1973

Edited by Tirol - 19/10/2012, 13:33
 
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Veronika1982
view post Posted on 19/10/2012, 13:18




Si beh capisco che cosa vuoi dire, sicuramente alla base di una guerra spesso ci sono motivi economici e (anche se secondome in misura minore) religiosi, ed è anche vero che il Tirolo dal punto di vista storico e culturale è per secoli stato un po' un unicum, e che era ricco di acqua, preziosa risorsa, ma quello che volevo dire è che l'attuale Trentino-Alto Adige dal punto di vista strettamente geografico fa parte della regione geografica italiana.
Vorrei dire che però al termine della Prima Guerra Mondiale, una volta stabilito che il Tirolo del Sud sarebbe passato all'Italia, i politici del resto del Tirolo si sono riuniti a Innsbruck e hanno pensato di "offrire" all'Italia anche il resto del Tirolo, della serie "piuttosto che dividere il Tirolo l'Italia se lo prenda tutto", ma l'offerta è stata declinata, e all'Italia è "bastato" il Tirolo Cisalpino, e quello Transalpino è rimasto all'Austria.

P.S. Chiedo anch'io scusa per l'Off Topic

Edited by Veronika1982 - 19/10/2012, 16:42
 
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historymadman
view post Posted on 20/2/2013, 12:47




Salve a tutti e complimenti per il forum.

Vivo a venezia e ho la passione per la storia. Dopo la caduta della Serenissima per opera di Napoleone Bonaparte, Venezia è stata depredata di tutto. Sono stati abbattuti e depredati i monasteri i quali erano pieni di ricchezze e opere d' arte. Pure i cavalli della Basilica di S. Marco sono stati portati a Parigi e posti sopra l'arco di trionfo. Quando giunsero gli austriaci Venezia era ridotta alla fame. Il governo austriaco fece un sacco di cose in primis il ponte ferroviario che collega la città alla terraferma, poi tutti i ponti di ferro della città, le ringhiere nelle fondamenta e le prime industrie come Junghans ed Herion.
I Savoia invece hanno rovinato la particolarità della citta, interrando canali, distruggendo edifici per fare larghe strade come a Torino. Un' esempio la Strada Nuova. Ha buttato giu un sacco di edifici per intitolare una strada "Via Vittorio Emanuele", poi per fortuna dopo la 2A guerra modiale il nome è stato cambiatoin Strada Nuova. A mio parere gli austriaci hanno fatto molto mentre i Savoia ci hanno solo conquistati facendo propri gli ideali mazziniani e promettendo alla gente uno Stato liberale. Poi non fu così.
 
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möwe
view post Posted on 21/2/2013, 17:48




Benvenuto! Interessante la storia della 'strada nuova'!

In effetti Venezia deve molto agli austriaci. Massimiliano, dopo la nomina a governatore civile del Lombardo-Veneto, si impegnò a far uscire Venezia dalla crisi e dal decadimento in cui era sprofondata.
Poiché i canali interni erano così trascurati ed insabbiati da rendere impossibile la navigazione, con decreto del 9 marzo 1857, Massimiliano ordinò l'immediata esecuzione delle opere di sbancamento nel canale Rocchetta, Malamocco, Giudecca, Grazia ecc. ecc.
L'arciduca voleva inoltre costruire un grande porto e un centro per il movimento marittimo e commerciale presso la stazione di Santa Lucia: venne progettata una linea di navigazione che dal canale di San Marco, attraverso i canali della Giudecca e di Scomenzera, avrebbe condotto i mercantili direttamente alla stazione di Santa Lucia.
Anche se tutti i progetti di Massimiliano non poterono essere realizzati nel breve periodo del suo governatorato, l'attuazione dei suoi intelligenti decreti in breve tempo fece rinascere la navigazione e il commercio a Venezia.
Massimiliano, per incrementare il turismo, si occupò anche del Lido: ordinò lo sbancamento e l'ampliamento del canale di S.Elisabetta del Lido, fece costruire un ponte d'attracco e fece sì che un vaporetto, a disposizione dei bagnanti, collegasse la città al Lido.
 
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historymadman
view post Posted on 23/2/2013, 10:12




Grazie Mowe delle tue informazioni molto preziose, spero tutti scrivano cosa ha fatto l'Impero Asburgico nella propria città in modo da informare le persone e cambiare l'opinione pubblica che definisce questo periodo come un periodo buio. ;)
 
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Alvy Pik
view post Posted on 24/6/2015, 16:20




LE TRE LEGGENDE DEL BITTO e LA STORIA VALTELLINESE DELLA REGINA DI MILANO MARIANNA CAROLINA PIA DI SAVOIA



Brani scelti dal Racconto storico “BISABOSA”, di Alvaro Picchi, su testimonianze
di Bernardino Pio Picchi e Frate Morpurgo.


La Principessa Marianna Carolina Pia di Savoia incoronata in Duomo Regina e Imperatrice del Regno
Lombardo Veneto e dell’impero Austro-ungarico, il giorno dell’inaugurazione dell’Arco della Pace a Milano incontrò, tra gli invitati, un famoso ingegnere stradale. “Quell’uomo è Carlo Donegani? Il realizzatore della strada costiera lariana da Lecco a Colico?” Chiese la Regina al consorte Ferdinando I°. “Certo” rispose.
“Ha servito l’Austria donando una strada di collegamento imperiale con il Regno Lombardo Veneto tramite la Valtellina e tu non dici niente? Merita immediatamente un riconoscimento!” Concluse la Regina.
Ferdinando 1° non perse tempo. Durante corretti festeggiamenti conferì all’ingegner Donegani l’onorificenza di Cavaliere della Corona Ferrea. Pio, il precettore della Regina, di propria iniziativa, per celebrare l’avvenimento e la sua grande capacità politica, volle celebrare offrendo ai sovrani i due vini nobili della zona. Rivolgendosi solamente a Marianna Carolina pia di Savoia: “A Sua Altezza” disse Pio, “per riconoscenza possa gradire questi vini della Valtellina terra da Lei amata. Alziamo il calice con la delicatezza del SASSELLA e con la forza dell’INFERNO, con un inno rispettivamente alla Regina e a Sua Maestà”.
“Perché codesti vini sono chiamati in modo così singolare. e il “BITTO” cosa è?” Chiese Pia.
“Mia Regina”, principiò Pio, “l’origine del vino risale a qualche millennio. La storia, a questo punto, si fonde con la leggenda popolare. Ora ascolta”. Un Pastore, facente parte di una tribù insediata alla destra di un fiume, di ritorno da un lungo errare, portò con sé una piantina di uva proveniente da quello che ora è il Regno di Sardegna di vostro padre. Scoperta la condizione indispensabile allo sviluppo delle uve, creò delle terrazze di sostegno sui pendii della montagna con il compito di rifrangere il calore del sole e ottenere un aumento della temperatura. Balze formate da muretti a secco con grossi sassi. Per l’aumento di riflesso dai sassi, il vino ottenuto fu, dalla tribù di destra, denominato “SASSELLA”. “Per il vino Inferno”, proseguì la Regina, “quale fu il motivo?” Un Pastore, facente parte di una tribù insediata alla sinistra di un fiume, stimolato dall’emulazione fece altrettanto. Di ritorno dal Regno di Sardegna costruì le terrazze con muretti a secco formati da grosse pietre di colore verde raccolte nell’alta valle. Il riflesso del calore del sole molto più forte per la pregiata prerogativa di queste pietre, creò delle uve più generose. Per questo maggior calore il vino ottenuto fu dalla tribù di sinistra denominato “INFERNO”. La Regina Marianna Carolina Pia di Savoia chiese di poter visitare Sondrio. Queste montagne sentiva di amarle non come straniera ma come Regina Italiana. I Valtellinesi, a loro volta, dimostrarono di amare questa bellissima Regina per la sua delicatezza e l’impegno profuso nel governare con modestia in luogo dell’incapace Sovrano Consorte. A Sondrio innalzarono al Sovrano Ferdinando I° Il “Monumento della Riconoscenza” con l’intento di onorare anche la Regina Marianna Carolina Pia di Savoia.
Per rispondere alla richiesta, da parte di Sua Maestà, di informazioni sul formaggio BITTO, Pio, il precettore, accompagnato da Marianna Carolina Pia di Savoia, inizia a ispezionare tutta la Valtellina. Fattorie, trattorie, alberghi, contrade agricole. Invano. Nessuna traccia di questo formaggio. Casualmente un contadino fornisce qualche dato. Si ha la sensazione che una gelosia umana sia esplosa per il BITTO. “Il Bitto non c’è” esordisce il contadino. “E’ raro, costa troppo. Si può trovare solo nelle baite dei ricchi possidenti in alta montagna”, prosegue, e “se qualcuno gli ispira fiducia allora, avvicinato con circospezione, gli è offerto il BITTO REALE”. Pio e la Regina non comprendono se “Reale” sta a “Vero” o “Superiore”. Comunque lo acquistano. Questo formaggio che diffonde un alone di mistero, ricco di leggende e fantasie spingono la Regina a ricercare altre notizie. Nel viaggio di ritorno s’incontrano con un frate dell’abbazia di Piona all’estremità nord del Lago di Como. Il destino potrebbe indicare, con il racconto del frate, l’inizio della ricerca.

“A Einsiedeln, città della Svizzera centrale, nel cantone di Schwyz, sorse nel 934 l’abbazia benedettina fondata da Benno ed Eberardo. Dopo un periodo di grande splendore, durato fino al 1537, l’abbazia decadde con la riforma luterana. Aspre lotte di religione distrussero ogni oggetto religioso. Diversi cattolici sfuggirono alle persecuzioni rifugiandosi al centro del lago di Como portando con sé la statua della Vergine scolpita nel nero ebano. Tra le masserizie fu trovato un pregiato manoscritto. Era il lungo lavoro di un frate amanuense che trattava argomenti di erboristeria, e di alimentazione. Prescriveva come si doveva conservare ogni cosa, ovvero mettere a disposizione nel tempo beni e alimenti che altrimenti sarebbero andati perduti”. A questo punto il frate dell’abbazia, sorridendo, inizia la storia che ritiene una piacevole fiaba, sebbene celebrata per secoli dai Grandi della letteratura e dell’arte.

“Leonida di Taranto, poeta, girovago di origine greca che condusse una miserabile esistenza, incontrò l’Etrusco errante (< L’Uomo selvatico > del Sud). Insieme salirono al Nord. Percorrendo la catena delle Alpi incontrarono genti prevalentemente di origine celtica: Suboerini, Catubrini, Isarci, Anauni, Camunni, Lepontini. Per sfuggire alle violenze tribali vivevano tutti in alta montagna. Brutali, scontrosi, animaleschi, coperti di pelame, isolandosi sulle più alte vette avevano arricchito la loro conoscenza sulle virtù delle erbe e sulla conservazione degli alimenti nel tempo. L’incontro tra Leonida, l’Etrusco e i le genti selvagge divenne proficuo. Leonida insegna a creare il fuoco con il latte. L’Etrusco, in cambio, insegna a conservare per lungo tempo un alimento derivato dal latte: il formaggio. Le caratteristiche della flora, con le sue erbe aromatiche e medicinali concludono il manoscritto. La descrizione fa presumere che i formaggi della catena delle alpi siano stati creati simultaneamente migliaia di anni or sono. Tra queste, sorgono le storiche leggende che indicano questo selvaggio Etrusco errante il vero inventore dei formaggi alpini. Dai graffiti, in modo specifico, “L’Homo Salvadego” potrebbe essere il creatore del BITTO. Tra le labbra della Regina Marianna Carolina Pia di Savoia si schiudono ripetuti sorrisi di grande soddisfazione. Rivolgendosi a Pio, il precettore, inizia con una serie di opinioni di grande pregio.
“Se l’uomo selvatico fosse stato un semplice boscaiolo, ignorante, non avrebbe auto gli onori della letteratura italiana, per parte di Poliziano e Pulci”. Disse la Regina, rivolgendosi al precettore. “ Soprattutto la sua immagine non sarebbe stata immortalata come statua marmorea nel grande “Libro di Pietra” di Milano: Il Duomo”. Dopo una pausa la Regina vuol conoscere le leggende del popolo.

Il frate accoglie la richiesta raccontando le tre leggende più importanti attribuite al solo formaggio BITTO della omonima valle.

La prima leggenda attribuisce alla presenza di una forma di BITTO in famiglia, una protetta benedizione del focolare.
La seconda leggenda attribuisce alla probabilità che la Capra, foraggiando particolari fiori in simultaneità con la mucca, arricchisca il latte e quindi il BITTO, di determinate sostanze terapeutiche o di effetto placebo.
La terza leggenda è la più singolare. Si afferma che sui monti della Valtellina cadano, ogni anno, sette fulmini su sette forme di BITTO. Non è chiaro come avvenga. Tuttavia aperta una di dette forme sono
apparsi alcuni segni con effetto soprannaturale. La credenza popolare attribuisce al BITTO un segno di Dio e lo rende più amato e ricercato.
Il frate è felice di queste storie, favole e leggende. Sono storie infinite che ci avvicinano e insegnano ad amare. Con un lieve inchino alla Regina e una delicata benedizione esclama: Lode a Dio per questo bene che ci ha donato.
ALVY (Bisabosa)
 
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Simpaticissima
view post Posted on 25/6/2015, 20:06




Caro amico ho letto con attenzione il tuo scritto. Io sono Anna Maria nata a Roma il 22 luglio 1952 e sono appassionata del periodo Asburgico, dei re e regine soprattutto Franc Giuseppe e Elisabetta d'Austria che tanto hanno influito sugli ultimi cento anni del regno. Aspetto una tua risposta
 
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Alvy Pik
view post Posted on 25/6/2015, 22:41




NON MI RIESCE RISPONDERE. DOPO CLIK ANTEPRMA O RISPOSTA, L'INFORMATICA DI QUESO SITO SI PARALIZZA

TRA 27 GIORNI: BUON COMPLEANNO ANNA MARIA!

E' arduo rievocare con interesse e precisione questo Tema.
Siamo in momenti di pessimismo. Voglio solo rievocare sacrifici e fatti storici felici e d'Amore dei Savoia: Duca d'Aosta, Mafalda, Alfredo del CLNAI ..
Per il desiderio di Anna Maria, penso potrebbe essere utile
"Cento Anni" del Rovani, 2 rari volumi in rotocalco con 5899 illustrazioni pubblicato da Rizzoli. Per la mia veneranda età porterò le mie ricerche nei tetri sotterranei del castello....
Qualcosa ho memorizzato nel mio libro.
 
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Simpaticissima
view post Posted on 25/6/2015, 23:02




Grazie per il consiglio. La tua veneranda età' e' molto importante perché' hai sicuramente tanto da dire e tanta esperienza da raccontare che chi è' più' giovane ha il dovere di farne tesoro. Anche io sono interessata ai Savoia specialmente dopo i fatti della grande guerra fino al '46.

Grazie per aver pensato al mio compleanno ( sono abbastanza anche i miei!)

Qual'e' il tuo libro?
 
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30 replies since 11/10/2012, 22:59   934 views
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