L'Ottocento di Sissi e Ludwig II

I Lorena in esilio

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view post Posted on 27/4/2009, 09:59
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imperatore

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E già! Potrebbe essere una donna più giovane di Pietro Leopoldo, sopravvissuta a lui e deceduta ai primi dell'Ottocento.
Effettivamente è difficile restringere il campo.
Comunque (anche se non c'entra con la tua ricerca), cercando cercando, spuntano altre amanti del Granduca Pietro Leopoldo: una certa misteriosa marchesa R. di Sarzana, e la poetessa Maria Maddalena Morelli (1727-1800), nota con lo pseudonimo di Corilla Olimpica.
E finora sono quattro.
Certo che 'sto Pietro Leopoldo era pieno di energie! Nei venticinque anni che restò a Firenze (1765-1790), fece 16 figli e non disdegnò segrete liaisons!

Edited by elena45 - 28/4/2009, 09:37
 
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BrunaR
view post Posted on 7/5/2009, 13:50




Ritiro alcune delle ipotesi fatte. Infatti grazie ad un documento reperito all'archivio di stato sono riuscita ad ottenere maggiori informazioni sulla dama. Si tratta di Teresa Corsi di Domenico, vedova Magnani, morta a Firenze il 9 agosto 1841. Ne avete notizie?
Saluti BrunaR
 
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view post Posted on 7/5/2009, 14:07
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CITAZIONE (BrunaR @ 7/5/2009, 14:50)
Ritiro alcune delle ipotesi fatte. Infatti grazie ad un documento reperito all'archivio di stato sono riuscita ad ottenere maggiori informazioni sulla dama. Si tratta di Teresa Corsi di Domenico, vedova Magnani, morta a Firenze il 9 agosto 1841. Ne avete notizie?
Saluti BrunaR

A che età è morta? Intanto dall'età si potrebbe ipotizzare di quale dei tre granduchi sarebbe stata l'amante.
 
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view post Posted on 15/5/2009, 20:14
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Alcuni aforismi di Leopoldo II (se siete toscani, vi faranno molto ridere!)

Giudizi spiritosi di Leopoldo II su alcuni comuni toscani. A Siena, ad un ministro che chiedeva fondi per costruirvi un manicomio: " “E che ci vuole? Chiudete le porte della città e il manicomio è bell'e fatto!”. Su Castiglion Fiorentino, davanti ad un cavallo indomabile: "portatelo a Castiglione, tanto là fanno ognuno quel vogliono!"
 
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BrunaR
view post Posted on 18/5/2009, 23:48




Finalmente, grazie ad aiuti preziosi, ho nuove notizie sulla contessa. Si tratta di Teresa Corsi di Benedetto (avevo erroneamente indicato Domenico) e Leonora Ducci; nata nel 1785, sposata nel 1803 con Antonio Magnani (più vecchio di 20 anni); morta nel 1841.
Secondo voi, di quale granduca potrebbe essere stata l'amante?
BrunaR
 
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view post Posted on 19/5/2009, 08:52
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Escludiamo con certezza Pietro Leopoldo (1747-1792), per ragioni d' età: quasi 40 anni più vecchio e quando lasciò la Toscana, Teresa aveva 5 anni.
Penso sia Ferdinando III (1769-1824), che aveva "solo" 16 anni di più, ma poco male.
Escluderei Leopoldo II (1797-1870), che era 12 anni più giovane. Ma non si può mai sapere......
 
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view post Posted on 6/6/2009, 13:58
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E dopo l'incursione per ottenere la foto del busto di Maria Antonietta (la regina di Francia) a Palazzo Pitti - impresa piuttosto semplice, dal momento che non è esposto in nessuna galleria - stavolta mi sono impegnato in un'azione più criminale :P I frutti non eccezionali ma almeno dignitosi. Volevo le foto di alcune opere che ritraggono l'ultima granduchessa, Maria Antonietta delle Due Sicilie, site nella Galleria d'Arte Moderna.

Maria Antonietta nel 1847 ritratta da Giuseppe Bezzuoli (il più grande e famoso ritratto a figura intera, con Firenze sullo sfondo, è a pag. 3). Questo dipinto mostra un'incrongruenza nell'acconciatura della granduchessa, tipicamente riconducibile agli anni '30. A quanto pare il dipinto doveva essere destinato al fratello Ferdinando II, il Re Bomba, pertanto Maria Antonietta desiderava fargli pervenire un'immagine giovanile.

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Sullo sfondo presumo vi sia Napoli. Da un'ingrandimento ho notato che la granduchessa ha le labbra socchiuse e si notano i denti (che a quanto so erano bianchi e bellissimi).
Bezzuoli era uno dei massimi artisti fiorentini del periodo (e a buon ragione aggiungo). Facendo un confronto con questa foto della granduchessa nel suo triste declino, sono rimasto sorpreso da quanto l'orecchio sia identico nel dipinto sopra postato.

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Maria Antonietta nel 1840 ritratta da Carlo Morelli. Questo dipinto fa pendant con quello di Sissi di cui si parlato qui. Purtroppo mentre fotografavo è venuta la donnina del museo: "No foto!" e io ovviamente ho risposto in un'altra lingua :D conto di tornare e di fare una foto migliore.
Dei gioielli che indossa non so nulla. Per certo so che quando il 27 aprile 1859 i Lorena lasciarono per sempre Firenze, non portarono via nulla fuorché alcuni gioielli napoletani della granduchessa, donati dal fratello per le nozze.

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Busto di marmo realizzato da Ottaviano Giovannozzi. Si riscontrano gli stessi lineamenti dipinti dal Bezzuoli.

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Dalle memorie di Leopoldo II:

*Leopoldo parla per la prima volta della giovane sposa: «La regina madre era arrivata con le giovani principesse. Ella prese per mano la figlia Antonietta: sul volto suo era dolcezza, intelligenza; e m'invitarono alla cena in famiglia, alla sposa vicino. L'occhio suo dolce e sagace, la fronte serena, al sorriso splendea fila delle perle elette, i capelli di splendor dorato, il collo si dilatava soave sulle spalle, il braccio, la man di non comune eleganza, ogni suo moto composto e dignitoso, parole opportune». Uff... voglio anch'io un marito così!

*Una scena molto dolce: «In mezzo alla famiglia, ministra di temperati consigli siedeva Antonietta, la compagna della vita, che, conservata calma previdente e coraggiosa nei pericoli, costanza e serenità nelle traversie, aveva in quest'ultimo tempo molte volte della sua compagnia e della bella persona che Dio le aveva concessa, li uomini riconciliati al marito. Quella cara immagine tacendo, diceva: "Quello vorresti, in me lo hai"; e li occhi suoi dolci e lieti e le parole molcevano ferite dolorose, la purità dell'animo cancellava la trista impressione della lordura delle altrui basse passioni. Fatto calmo, nemico non rimanea a me, anzi mi giungea una fiamma di carità la quale mi facea perdonare a chiunque m'avesse offeso, e chi allora m'avesse addimandato di cosa alcuna, la mia risposta sarebbe stata solamente "amore". Ella era incinta per la decima volta; quando venia le venivan dietro i bambini. Un giorno tornava da pittore che la ritraeva per me: era in veste bianchissima, Luigi e Luisa avea per mano; questi, vedendo me che lei guardavo, guardaron lei e si baciarono insieme e baciarono ad un tempo la mamma».

Le parti più commoventi delle memorie sono quelle in cui Leopoldo parla delle morti dei figli.

*La morte di Maria Massimiliana (1827-34): «Infermò poi l'ultima, Maria, fanciulletta di grandi speranze, e dopo molteplici vicende stanca e rifinita appoggiò il capo al cuor mio, volle esser da me posta in letto e più non si alzò. Cercò il bacio estremo e mancò il 17 maggio 1834. Chiusi i belli occhi, adorai e tacqui. Antonietta piangea con me, e rividi l'angioletta: non era cambiata, parea potesse svegliarsi».

*La morte di Maria Teresa (1836-38): «La figlia Teresa ammalatasi, presto si aggravò, il 5 agosto morì. La madre le rialzò il capo: ricadeva; la baciò, pose il crocifisso tra le braccia, parea pregasse. Si baciò, benedisse, e pianse. E dissi: " Buona mamma! ", e lei nascose il volto. E piange Cristina e si scolora, la madre si riscote e s'inferma Ferdinando. Tifi maligni si estendevano per Livorno. La madre divide la famiglia, la conduce a Firenze».

*La morte di Maria Anna (1840-41): «Il 6 agosto Mariannina, l'ultima figlia, che aveva compito un anno, presa da convulsione; ne sopravviene una maggiore, le membra tutte si contorcono, s'irrigidiscono: solo ad un bagno bollente generale, alle mignatte poste rinviene, ma non era più lei. Di poi le convulsioni prendono un periodo regolare di 40 e poi di 20 minuti, niente vale a interromperle. Consegnatami dalla madre, mi guardò; io potessi donar la vita mia, in lei passasse. Morte venia a cercar fra i figli infermi. La sera del 13, il rantolo, i sudori: benedissi Mariannina sul grembo materno, che cominciavano i piedini ad esser freddi; una calma ancora... una convulsione orrenda, un'altra, il respiro manca; la madre la scalda... la bacia, un gemito profondo, orrendo... Antonietta sviene... Il dolor avea vinta la povera e coraggiosa madre. Accostai le labbra per baciar la bambina, era fredda già... Antonietta tornata in sé, tornai dalla defunta, che non fosse abbandonata, e la lavai; si facea livida; recisi i capelli, le chiusi li occhi e la baciai. Era l'alba del 14 agosto. Piangeva Antonietta, e disse a me: "Potesse guarir Carolina, se andava la povera Annina!"».

*La morte di Maria Carolina (1822-1841): «Carolina piangeva talvolta con lacrime irrimediabili. Il 1° settembre s'indebolì, le prime guazze d'autunno caddero. Imperiale non era più luogo per infermi, e la portai a Firenze; era un anno da che infermò.
Il 16 settembre crebbero le sofferenze di Carolina; ammiravo sua resignazione. Il 28 Carolina presa da un insulto, un nodo di tosse tremendo, non può riprender fiato, trema, i polsi si fanno cattivi, ella stessa chiede i sacramenti. Si era sul finire del trambusto annottato. Posi Carolina sul letto. Riavutasi un poco: "Io ti amo tanto!", disse a me; e volle fosse ripulita sua stanza per la venuta del Signore. Augusta piangeva: eran l'ultime veglie.
Il 29 Carolina mi salutò tranquilla, amorosa; disse poi: "Me lo diranno quando è tempo per morire". Estrema unzione. Nodo di tosse orrendo... "Papà caro dove sei? Zia!". Il 2 ottobre, dopo notte inquieta riposa; alla messa si sveglia, riceve la comunione, è tranquilla. Il 3 ottobre, "Papà! mi rallegro, il tuo giorno", e mi diede una tavola dipinta, l'ultimo suo lavoro. "Ero contenta di esserci ancora, per darlo a te: manca il fiore che dovea dar risalto". La presi e piansi a calde lagrime...
All'Annunziata, nelle altre chiese, tutto il popolo pregava. L'indomani Carolina disse si sentiva così vicina al Paradiso: durerà molto ancora? Nella notte avea consegnato sue volontà a Maria, discorso con lei e con Bronzuoli confessore del suo fine, avea conosciuto la malattia, e conosciuto da lungo tempo, taciuto per non affliggere; sapeva i capelli le sarebbero stati recisi. Voleva conoscere se si sentiva il morire: "Zia", disse, "coraggio per te". Altre sue disposizioni io le scrissi: le perle alle sorelline Isabella e Cristina, suoi denari metà ai poveri, messa ai preti poveri della montagna; sull'otto si aggrava. Maria disse: "Ecco papà", e Carolina: "Ci sono tutti?". Furono aperte le finestre e Carolina disse: "È giorno, che bella cosa, Dio l'ha fatto! Son pronta... Subito - domani - fra 20 giorni...".
La Della Torre disse: "Dio darà costanza, è tanto buona e paziente". E Carolina rispose: "Il ne faut pas dire ces sortes de choses, elles pourraient fare entrer des sentiments de vaine gioire d'amour propre, et d'orgueuil dans le coeur"; e si volse colle braccia e disse: "Volevo abbracciar papà". Come si serenava il giorno, così il volto di lei. "Li ringrazio tutti: signor canonico dell'assistenza; signor Punta... Spero che in giornata Gesù mi porterà via. Eccomi, eccomi: ora viene", ed ella alzava le braccia: "Ora i grandi patimenti sono finiti. Cara zia, un bacino". Ed io: "Vuoi un bacio?", e lei colle braccia aperte: "Non desidero altro"; e gliel diedi e la benedizione paterna. Bronzuoli disse: "Ha stabilito di offrire i patimenti di questa giornata per i parenti, per i benefattori?". "Altro; per il canonico, per papà. Cara zia, hai li occhi tanto abbattuti, come se avessi avuto un gran dispiacere... che bel giorno - voglio godere. Zia è finito. Or non ci vuol altro che Gesù e Maria e il confessore" - e risté... A me: "Papà ti voglio bene". A Bronzuoli: "Offra i patimenti; questi, e anche più, se vuole... Altro, altro! San Michele apri le porte, Gesù viene, la Madonna! Eccomi. Eccomi! Tutto splendente, mi pare un momento. Papà chi mi accomoda per l'agonia? Vien subito: Augusta, Augusta, Augusta!". E seguitò con le labbra le parole del confessore. Il polso erasi fatto rado, la man gelata. Toccò colla mano il petto, poi la trachea, appoggiò il capo, pallor si diffuse.
E fur dette le preci, la baciai in fronte, chiusi i belli occhi.
Tutti piangevano quando Carolina fu posta a San Lorenzo accanto alla cara madre, tutti sapevano le ultime sue parole. Io stesso disposi per la funzione sacra in Santa Felicita. Corone di bianche rose frammiste ai funebri panni, e di gigli il serto sul feretro. Le iscrizioni dicevano le sue virtù! Al Sanctus melodia celeste si diffuse e parvemi sentire voce nota che laudava Dio».

*La morte di Ranieri (1842-44): «Al figlio Ranieri, robusto, comparse macchie scure sotto li occhi, indizio funesto. Antonietta lo condusse a Cafaggiolo, all'aria pura di Mugello; non camminava più, mangiava appena. La mamma, vedendo il figlio aggravarsi, farsi livido, si fa core, presente il medico si risolse a dargli cibo per forza. Il bambino chiede baciar l'imagine dell'Annunziata, questa si pone a lui davanti. La mamma prende un momento quieto, bianca, tremante gli getta giù il cibo violentemente, ci si rià; incoraggita, tenta ancora: inalza le mani in atto di preghiera e gli dà un bacio a confortarlo. Parea natura colle ultime forze ricercasse del cibo.
Ranieri si era sollevato.
Ma il 13 agosto, colle mani giunte, colle braccia stese, invocava la madre [e] chiedeva soccorso, la morte venia. E la madre nobile e bella nel dolore, cospersa di pianto, lo baciava accesa d'amore sulla bocca, come volesse infonder la vita che gli aveva data. La voce del bambino s'infievolì, mutò aspetto..., si fece immobile, pallor si diffuse... "è morto!", disse la mamma, e si gettò su lui e lo bagnò di pianto, e con ambo le mani gli coperse gli occhi e li chiuse, e gli chiuse la bocca. Lo baciai, era caldo ancora. La mamma cadde svenuta. "Caro", esclamò sul collo a me, e tutti e due piangemmo.
Battevano le 6 pomeridiane del 14, il sole si nascondeva dietro i monti, turbine si addensava. Rividi Ranieri: il segno del cristiano posavali accanto; gli diedi l'ultimo bacio e l'ultima benedizione avanti il triste viaggio del sepolcro».

*La morte di Maria Cristina (1838-49): «Appena tornati, la figlia Cristina infermata di tifo; sulla fine dell'agosto venne nelli estremi pericoli, la tenera madre la preparò alla prima comunione, ella era contenta. Cristina volea dar alla madre ciocca de' suoi capelli, e disse: "Li prenda ora, sono suoi, le saranno ricordo caro, li tenga tessuti o inanellati, poi in quei momenti non si ha più tempo". Il 31 agosto disse alla madre: "Mi dia un bacio", e gliel diede: "Mi dia la sua benedizione, questa sera non la vedo più!". Volle me. "Papà caro, mi vuol bene?". Mi abbracciò il capo. Venuta fra vita e morte, percorse a me il volto colla mano, io la baciai. "Mamma", disse, "grazie quanto ha fatto per me". Inchinava il giorno. Finiti i patimenti, tranquilla e ridendo si compose alla quiete del Paradiso. Il governare s'era fatto difficile».

Forse sarò io troppo sentimentale, ma queste righe mi fanno piangere...
 
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view post Posted on 6/6/2009, 21:33
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Sono descrizioni molto commoventi.
Quando si legge la genealogia di questi personaggi, si fa spesso la tara dei figli, nominando solo quelli che raggiunsero l'età adulta, con una certa superficialità e indifferenza, dando per scontata la mortalità infantile di una volta.
Invece la morte di ognuno di loro era un dolore e una ferita nel cuore dei genitori.

Edited by elena45 - 7/6/2009, 07:19
 
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view post Posted on 7/6/2009, 09:43
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Tornando alla misteriosa amante, Teresa Corsi di Benedetto, azzardo un'ipotesi. Da adolescente Leopoldo soffrì di vari disturbi e si temeva per la sua vita, tant'è che a un certo punto anche il vecchio padre dopo molti anni di vedovanza riprese moglie (Maria Ferdinanda di Sassonia, sorella della nuora Marianna). C'è un passo delle memorie di Leopoldo, relativo alla fine del 1816, in cui il giovane principe parla di una donna misteriosa...

Crescevo in età, ma siccome gracile in prima gioventù, non infrequentemente dolori e affezioni catarrali e infiammazioni di gola [mi] molestavano e costringevano a guardare il letto. Era il verno in Pisa ed io tornato col padre da Camugliano in Val d'Era, ed avea dovuto in letto giacere. Dopo notte tranquilla aspettando il giorno, sentiva, dopo una di quelle passeggere indisposizioni, partita la febbre ed ogni funzione tornata in calma perfetta. Imaginazione riposava nella natura veduta, la quiete di bella campagna; in questo riposo una imagine si presentò a me... la donna. Bella era e giovane: non guardava, innocente... io la contemplavo: pura era, di color bianchissimo gestita, il crine intrecciato; calma era nel portamento, riservata in tutto, e tranquilla; era composta nei movimenti suoi, questi parea secondasser anima non agitata. Non tutta la bella persona era coperta, ma il collo nudo, e le braccia; la vesta scendeva al piede gentile e leggero. Innocente, contemplavo quella immagine senza disio. Al certo, del creato era la più bella creazione: un animo gentile, si saria pensato da ogni suo portamento. Quell'immagine stessa pareami rivedere nelli siti più ameni di Toscana, nelle vallate più fresche delle Alpi. Trapassava avanti che il sonno legasse la persona, al mio destarsi si presentava, stava con me quando coscenza diceva aver io adempito a mio dovere; non compariva quando l'animo non era tranquillo. Premio era, incoraggiamento, dono del Celo! Non era quella o quell'altra donna, ma la donna quale io avrei apprezzata, quale avrei voluto la donna fosse.

Fatto sta che nel capitolo successivo si inizia a parlare dei progetti di matrimonio per Leopoldo.
La mia ipotesi è questa: non è che pensarono di risvegliare il debole fisico del principe iniziandolo all'amore? Ripensando all'arciduchessa Sofia e a Francesco Giuseppe, pare non fosse una cosa così rara che la famiglia fornisse delle amanti ai rampolli.

 
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view post Posted on 7/6/2009, 17:33
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Già: Leopoldo si sposò a 20 anni con Marianna di Sassonia , nel 1817, e solo nel 1822 nacque la prima figlia.
Evidentemente, come ci racconta Yue, il padre si risposò nel 1821 (con la sorella maggiore della nuora!), quando cominciava a profilarsi la mancanza di eredi.

Edited by elena45 - 7/6/2009, 19:12
 
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view post Posted on 9/6/2009, 13:40
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Un bel disegno di Canapone, del pittore tedesco Karl Christian Vogel von Vogelstein:



Edited by elena45 - 5/10/2009, 17:32
 
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andreab65
view post Posted on 26/6/2009, 16:17




Wow che bello questo forum Una salutone a tutti. Voglio ritornare pero' indietro se posso ai figli di Donna bianca e Leopoldo Salvatore a Viareggio nella villa Borbone , a un post di Elena45, sono venuto qua per caso navigando alla ricerca per avere notizie riguardo un arciducchessa ,ovvero della arciduchessa Immacolata e famiglia , nata nel 1892 e morta nel 74 sorella di Donna Margherita e Dolores e cosi'via. Dove trovare scritti reali e libri a riguardo? anche divita quotidiana, diari ecc ecc . Ahia purtroppo non ne so' molto a parte un libro Villa Borbone cheinsomma non voglio commentare qua, cerco invece scritti vecchi diciamo. Bellissime le foto suu flickr della famiglia, qualcosa li c'e', quazie anche a voi che le avete messe nel forum, bellissime davvero. Vorrei precisare che mi interessa sapere di questa Arciduchessa per essere onesto e sincero, che e' la mia madrina ,si sono stato battezzato da lei nel 1965 ,e sono figlio di due sue suoi dipendenti ,mia madre guardarobiera e mio padre suo ufffciale delle guardie, e ho vissuto con loro finoal 72 ovvero fino alla fine della vita degli Asburgo, bhe' la Dolores e' morta dopo nel 74 nella villa pero' era inferma e a parte il libro Villa borbone che insomma non ne voglio parlare, sembra che qualcosa esisti di lei e le sue sorelle, almeno qualcosa su suo padre e sua madre anche Donna Bianca avete delle tracce? Mi ricordo di una splendida biblioteca , piccola ma splendida di cui libri dicono li hanno bruciati , il che non e ' assolutamnte vero, pero' bhe' lasciamo perdere se no ne dico troppe pero' anche se piccolo non ero scemo, ma ricordo benissimo, uno splendido diario bianco in pelle, di pio ix Altra cosa per Elena45, le volevo dire che l'Arciduchessa Margherita' e' morta a Roma nel 1986 , aveva marito e le altre due a Viareggio, l'Arciduchessa Dolores che nonsi e'mai sposata, questo e' giusto e Immacolata , vedova dll'ambasciatore d'italia iginio Neri, che dicono perfino d'Annunzio ne ha citato nel suo libro essendo amico di Neri queste sono piu' cose personali di me e mia madre ce del libro,comunque boh non neho tracce. A chi interessa l'Arciduchessa Immacolata , (dato che ci sono ormai racconto qualcosa ;)) viveva in spagna col marito poi si sono trasferiti a Villa Borbone qui a Viareggio, l'anno di morte del marito bhe' non lo so' . So' che e' morto di peritonite.
 
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andreab65
view post Posted on 26/6/2009, 17:39




scusatemi errata corridge: il marito di Immacolata e' il colonnello iginio Neri, era un colonnello non ambasciatore
 
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il geggi
view post Posted on 5/7/2009, 12:52




CITAZIONE (*§Yue§* @ 15/5/2009, 21:14)
Alcuni aforismi di Leopoldo II (se siete toscani, vi faranno molto ridere!)

Giudizi spiritosi di Leopoldo II su alcuni comuni toscani. A Siena, ad un ministro che chiedeva fondi per costruirvi un manicomio: " “E che ci vuole? Chiudete le porte della città e il manicomio è bell'e fatto!”. Su Castiglion Fiorentino, davanti ad un cavallo indomabile: "portatelo a Castiglione, tanto là fanno ognuno quel vogliono!"

Semplicemente deliziosi!
Confesso che ho un debole per gli aneddoti.Ci fanno apparire sotto un'altra ottica figure storiche e,parere strettamente personale,penso siano utili ad avere una visione a trecentosessanta gradi di queste personalità.
Non so se sia il caso di aprire un'altra discussione in proposito,per intanto ne racconto una io!
Protagonista sempre Leopoldo II.Dopo la restaurazione del 1849 e con la presenza di truppe austriache in Toscana,la politica prese,come era logico,uno stampo reazionario specialmente in materia di religione.I numerosi inglesi residenti in Toscana e specialmente in Firenze,sembra che non perdessero occasione per fare,come si direbbe oggi,della sterile polemica.
Una volta ci fu una discussione tra un parroco,cattolico ovviamente,ed un inglese,altrettanto ovviamente potestante,che degenerò in alterco.Il Governo di Sua Maestà Britannica chiese ed ottene un forte risarcimento in denaro dal Granducato di Toscana.
In un'altra occasione,per le vie di Firenze,un gentiluomo inglese pare che insultasse un Ufficiale Austriaco,altre voci dicono che l'inglese non volesse cedere il passo al militare.Morale della favola il suddito di Sua Maestà Britannica si beccò una schiaffone o,per dirla alla fiorentina,un ceffone dal graduato asburgico.Anche in questo caso il Granduca si dovè "frugare" ovvero,mettere mano a tasca,per comporre la questione.
Un bel giorno Leopoldo II passeggiava per la strada quando,da una finestra,
fu arrovesciato inavvertitamente un secchio d'acqua sudicia che investì in pieno Sua Altezza Imperiale e Reale,bagnandolo da capo a piedi.Il maldestro lanciatore si prostrò ai piedi del Sovrano,protestando l'involontarietà del suo gesto.<<non si preoccupi-rispose il Granduca-è andata meglio così.Se al mio posto ci fosse stato un inglese chissà quanto mi sarebbe costato!>>.
 
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il geggi
view post Posted on 5/10/2009, 10:41




Ancora un aneddoto...

Nel 1823 fu deciso di demolire alcuni stabili che sul Lungarno Torrigiani,subito a lato del ponte Santa Trinita,oltre che svilire e strozzare il Lungarno stesso,ne facevano anche un luogo nascosto.
Dai fiorentini era chiamato "Lungarno dei Pizzicotti",infatti,profittando del riparo da occhi indiscreti,fungeva agli innamorati per scambiarsi qualche effusione ed a qualche monello per allungare le mani su delle ragazze che fossero passate incautamente di li.
Le spese furono sostenute dal Comune di Firenze e dal Governo.
La Soprintendenza dei lavori fu affidata al Conte Luigi De Cambray Digny e l'opera commissionata agli architetti Cacialli e Baccani.
Ultimati i lavori e prima di togliere tutte le impalcature per l'inaugurazione ufficiale,venne invitato il GranDuca Ferdinando III perchè potesse,per primo,vedere il nuovo aspetto del Lungarno.
Alla presenza del Sovrano,del Conte Digny e degli architetti,fu dato ordine ad un operaio,soprannominato "Cinci",di togliere alcune assi dai ponteggi.
Vuoi per l'emozione di trovarsi al cospetto del GranDuca,vuoi per qualunque altro motivo,il suddetto Cinci,inciampò perdendo l'equilibrio e stava per cadere rovinosamente all'indietro dal ponteggio ma,trovandosi proprio sotto a lui,Ferdinando prontamente lo sorresse con le mani,spingendolo sul sedere.Il Baccani borbottò nell'orecchio al Cacialli : <<ora bisognerà mettere una lapide sul culo del Cinci!>>.
Il Cacialli non riuscì trattenere una risata che fece voltare il GranDuca,il quale chiese il motivo di tanta ilarità;sulle prime i due architetti erano fortemente imbarazzati ma di fronte al successivo ordine del Sovrano,confessarono.<< è cosa giusta - esclamò Ferdinando,ridendo -bisognerà farla davvero!>>.
 
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209 replies since 7/8/2007, 12:40   23063 views
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