tratto da wiki gli ultimi istanti di vita degli zar raccontati dai testimoni:
A mezzanotte, Jurovskij svegliò i Romanov e ordinò loro di prepararsi per una partenza; spiegò che, in concomitanza dell'arrivo imminente dei bianchi in città era scoppiata una sommossa, e che sarebbe stato più sicuro trasferirli altrove. Mezz'ora più tardi Nicola II, la moglie Aleksandra Fëdorovna, il medico dott. Botkin, l'inserviente Trupp, il cuoco Charitonov, poi i cinque figli, Ol'ga, Tat'jana, Marija, Anastasija, Aleksej, e la dama di compagnia Anna Demidova scesero le scale e Jurovskij li invitò ad entrare nella stanza del pianterreno.
« Nikolaj aveva in braccio Aleksej, gli altri portavano dei cuscinetti e delle piccole cose di vario genere. Entrando nella stanza vuota, Aleksandra Fëdorovna domandò: «Ma come, non c'è neppure una sedia? Non ci si può neppure sedere?» Il com. ordinò di portare due sedie. Nikolaj fece sedere su una sedia Aleksej, mentre sull'altra prese posto Aleksandra Fëdorovna. Ai rimanenti il com. ordinò di disporsi in fila. »
(Jurovskij - che narra in terza persona[4])
Alludendo alla sua professione di fotografo, il commissario li dispose come per una fotografia di notifica: seduti in prima fila Aleksandra Fëdorovna ed Aleksej, accanto a loro Nicola e alle loro spalle le figlie; sui lati i membri del seguito.
« Con rapidi gesti del braccio Jurovskij indicava a ciascuno dove doveva disporsi. Calmo, a bassa voce: «Prego, voi mettetevi qua,e voi qua... ecco, così, in fila...» I detenuti si disposero in due file. Nella prima c'era la famiglia dello zar, nella seconda la loro gente. »
(Sterkotin, membro del commando[5])
Quando tutto fu pronto, Jurovskij chiamò il commando armato; e 10 uomini si ammassarono sulla porta attendendo l'ordine.
« Quando entrò la squadra, il com. disse ai Romanov che in considerazione del fatto che i loro parenti continuavano l'attacco contro la Russia sovietica, il Comitato esecutivo degli Urali aveva deciso di giustiziarli. Nicola voltò le spalle alla squadra, volgendosi verso la famiglia, poi, come tornato in sé, si girò in direzione del com., chiedendo: «Come? Come?» [...] Il com. ripeté in fretta e ordinò alla squadra di puntare. Nicola non disse più nulla, si voltò di nuovo verso la famiglia, agli altri sfuggirono altre esclamazioni sconnesse. Tutto ciò durò alcuni secondi. »
(Jurovskij[6])
« Detta l'ultima parola [Jurovskij], estrasse di colpo il revolver dalla tasca e sparò allo zar. La zarina e la figlia Ol'ga cercarono di farsi il segno della croce, ma non fecero in tempo. »
(Strekotin[7])
Gli uomini ammassati sulla porta tesero i revolver e bersagliarono sul gruppo: Aleksandra Fëdorovna cadde subito dopo il marito, seguita da Aleksej; dopo di loro si rivolsero alle figlie e al seguito.
« ...si formarono tre file di uomini che sparavano con le pistole. E la seconda e la terza fila sparavano al di sopra delle spalle di quelli che erano davanti. Le braccia con i revolver, protese verso i condannati, erano così tante e così vicine l'una all'altra che quelli che erano davanti ebbero il dorso della mano ustionato dagli spari di quelli che erano dietro. »
(Kabanov, membro del commando[8])
Nella confusione generale, i pianti e le urla delle ragazze confondevano gli uomini, che non riuscivano a mirare correttamente; le figlie, avendo cucito alcuni gioielli nei vestiti, dovettero subire più colpi prima di cadere e far cessare le urla che disturbavano i carnefici.
« Il mio aiutante dovette consumare un intero caricatore. »
(Jurovskij[9])
« Le due figlie minori dello zar erano accovacciate per terra contro la parete, con le braccia strette sul capo. Intanto due stavano sparando contro le loro teste. Aleksej era disteso sul pavimento. Qualcuno sparava anche contro di lui. La frel'na [tata, la Demidova] era sul pavimento ancora viva. »
(Kabanov)
I gioielli cuciti negli abiti facevano rimbalzare i proiettili sui corpi delle donne, che ferite e spaventate, non sembravano smettere di dibattersi in preda al dolore e al terrore.
« Allora mi slanciai nel locale dell'esecuzione e urlai di smetterla di sparare e di finire quelli che erano ancora vivi a colpi di baionetta... Uno dei compagni cominciòa spingere nel petto della frel'na la baionetta del suo fucile americano Winchester. La baionetta aveva l'aspetto di un pugnale, ma la punta non era acuminata e non penetrava. Ella si aggrappò con ambo le mani alla baionetta e cominciò ad urlare. Poi la colpirono con i calci dei fucili. »
(Kabanov[10])
Dopo circa venti minuti, l'esecuzione ebbe termine.
« Il sangue scorreva a rivoli. Quando arrivai io l'erede era ancora vivo e rantolava. Jurovskij gli si accostò e gli sparò due o tre colpi a bruciapelo. L'erede tacque. Quel quadro mi provocò un conato di nausea »
(Medvedev, assistente di Jurovskij[11])
Tuttavia, al momento di trasportare i corpi all'autocarro, il commando si accorse che non tutti erano morti.
« Quando deposero sulla barella una delle figlie, essa lanciò un urlo e si coprì il volto con una mano. Constatammo che erano vive anche le altre. Ormai non si poteva più sparare, perché le porte erano aperte [...] Ermakov prese il mio fucile con la baionetta innestata e a colpi di baionetta fini tutti coloro che erano ancora vivi. »
(Sterkotin[12])
Li hanno ammazzati come cani, che fine terribile.
CITAZIONE (Anastasia88 @ 16/5/2009, 11:24)
Un pò di fotoNicola II
Alexandra
I figli in gruppo
Olga
Tatiana
Maria
Anastasia
Certo che erano tutti bellissimi.Nicola era un uomo molto affascinante.Stessa cosa sua moglie anche se a causa delle gravidanze ravvicinate e delle preoccupazioni sfiorì molto rapidamente.
Le figlie sono bellissime.Ma toglietemi una curiosità.Gli abiti che indossano, con quelle maniche lunghe sono abiti da gala in stile russo giusto?O sono abiti per le cerimonie di rito ortodosso?Sono meravigliosi, veramente eleganti.