L'Ottocento di Sissi e Ludwig II

Le Principesse di Sassonia in Toscana, Maria Anna,Maria Ferdinanda e Anna Maria

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il geggi
view post Posted on 27/9/2009, 01:31




Tre Principesse della Casa di Sassonia ebbero a sposare tre GranDuchi di Toscana.Destini tristi e,perlomeno in due casi,tragici quelli riservati loro.
Ma andiamo con ordine.

Maria Anna Carolina,Dresda 15 Novembre 1799 - Pisa 24 Marzo 1832
sposa il Gran Principe di Toscana Leopoldo (futuro GranDuca Leopoldo II),
per procura a Dresda il 28 Ottobre 1817.

Maria Ferdinanda,Dresda 1796 - Brandais 1865
sposa il GranDuca Ferdinando III,a Firenze il 6 Maggio 1821

Anna Maria Massimiliana,Dresda 4 Gennaio 1835 - Napoli 10 Febbraio 1859
sposa il Gran Principe di Toscana Ferdinando (futuro GranDuca Ferdinando IV),a Dresda il 4 Novembre 1856.

La prima Principessa che,in ordine cronologico,si affacciò in Toscana fu Maria Anna Carolina,figlia del Principe Massimiliano di Sassonia e di Carolina di Parma.
Nel 1814 la Dinastia Lorenese era stata restaurata sul Trono di Toscana.Ferdinando III (1769 - 1824) era tornato da Wurzburg vedovo della prima moglie,Maria Luisa di Borbone e con l'unico figlio maschio Leopoldo (1797 - 1870) e le due figlie Maria Luisa e Maria Teresa (futura sposa di Carlo Alberto di Savoia-Carignano).Nel 1817 il GranDuca pensò che era giunto il momento per il figlio ventenne di accasarsi ed iniziare a provvedere per assicurare la successione.Sentiamo cosa ci racconta lo stesso Leopoldo:<<sul cominciar del 1817,il padre mi disse che sua sorella Teresa da Dresda avevali scritto per sapere se la nipote di lei,la figlia del principe Massimiliano di Sassonia,Marianna,avesse potuto truovar collocamento;dovendo rispondere,domandava a me se io l'avrei sposata,che era un'occasione buona.Maravigliato dell'inaspettata domanda,presi un giorno a pensare.Avevo conosciuto intimamente la famiglia del Principe Massimiliano:a Frankfurt ed in Boemia,le vicende della guerra avean la mia e loro famiglia riunite,coetanei e parenti,si era come fratelli e sorelle.Delle figlie erano quattro,Marianna la terza.L'indomani diedi l'assenso volentieri:tranquillo era,la Provvidenza aveami porto una che conoscevo;era bella tanto,sagace e buona>>.
Nell'Agosto del 1817 Ferdinando III inviò a Dresda il proprio Ciambellano,conte Giovan Battista Baldelli,a chiedere ufficialmente la mano della Principessa Maria Anna.Venne stabilito che le nozze si sarebbero celebrate per procura a Dresda il 28 Ottobre e che una Commissione incaricata dal GranDuca,si sarebbe recata a Trento a ricevere la sposa.
Detta Commissione,che era composta dal principe e dalla principessa Rospigliosi,dal duca Strozzi e dalla marchesa Riccardi,partì da Firenze il 5 Novembre.Dopo aver fatto tappa a Mantova e a Rovereto,giunse a Trento il 9 Novembre,prendendo alloggio all'albergo "della Rosa".La neo Gran Principessa di Toscana arrivò a Trento il dì 11 Novembre ed alloggiò alla locanda "d'Europa" dove,il giorno seguente,si recò il principe Rospigliosi a prendere in consegna la sposa.Alla presenza della Principessa la Commissione Sassone declamò i pieni poteri conferitegli da S.M. il Re di Sassonia per la consegna della sposa,susseguentemente il principe Rospigliosi esibì l'atto di procura di S.A.I e R. il GranDuca di Toscana,che lo autorizzava a ricevere la detta Principessa.Dopo vi fu uno scambio di doni tra i componenti delle due commissioni ed infine la partenza per la Toscana.
Nella lieta circostanza delle nozze del Gran Principe Leopoldo,il GranDuca Ferdinando III ordinò che fossero elargite,a carico del suo privato patrimonio,trecentoventi doti,da quindici scudi l'una, ad altrettante fanciulle povere del Granducato,dai quindici ai trentacinque anni.Ordinò poi che fossero restituiti tutti i pegni di panni lani ed altri,esclusi gli ori e gli argenti;che venisse fatta una gratuita distribuzione di pane agli indigenti.
Inoltre condonò la pena ai disertori,contrabbandieri ed ai condannati per rissa e delitti simili.
Sabato 15 Novembre la Principessa Maria Anna giunse alla Villa di Cafaggiolo,in Mugello.Ad attenderla,il GranDuca,il GranPrincipe suo sposo e l'Arciduchessa Maria Luisa.
Leopoldo ci narra il loro incontro:<<(...)A Cafaggiolo venutole io incontro colla famiglia,ella si gettò nelle braccia mie dicendosi mia,sé portando in dono,e facendo conoscere a me che la mia vita voleva render lieta e felice.Bella era sopra molte altre,piena di grazia,l'occhio vivace pieno d'intelligenza e d'amore;lo splendor della fronte spaziosa era un cel sereno e tranquillo,specchio dell'animo suo.Il suo sorriso siedeva con isolita grazia nella bocca e nelle fossette delle guancie.La persona non grande,ma composta,e il portamento dignitoso(...)>>.
Il mattino dopo vi fu il solenne ingresso in Firenze.Il corteggio mosse da Villa Capponi alla Pietra in questo ordine:
un picchetto di cacciatori a cavallo;
due battistrada con livrea di corte;
una muta con i ciambellani di servizio:senatore Aldobrandini,marchese Riccardi,conte Opizzoni e cavalier Montalvi;
una muta con le cariche di corte:principe Rospigliosi,senatore Antinori,balì Martelli e duca Strozzi.
una muta con i Sovrani:il GranDuca,i Gran Principi sposi e l'Arciduchessa Maria Luisa;
Otto Guardie del Corpo;
una muta con le dame di corte:la principessa Rospigliosi,la marchesa Riccardi,la contessa d'Elci e la baronessa Gebsattel.
Una volta in Firenze,salutati dagli spari dell'artiglieria e dal suono delle campane,i Sovrani fecero tappa alla chiesa della Santissima Annunziata,dove l'Arcivescovo officiò la messa ed impartì agli sposi la benedizione nuziale e fu cantato il Te Deum.
Terminata la funzione,la I. e R. Famiglia,passando per Via de' Servi,Piazza del Duomo,il Canto alla Paglia,San Gaetano,Santa Trinita,Via Maggio e lo Sdrucciolo,giunsero a Palazzo Pitti.
Nella Sala delle Aquile i Sovrani ricevettero i complimenti dei consiglieri e delle dame di corte.Fu poi la volta dei ministri esteri,dell'Arcivescovo e delle personalità più importanti.La tavola fu apparecchiata per cinquanta coperti.Alle sette di sera iniziò il grande ricevimento.I reali sposi comparvero alle sette e tre quarti e trovarono riuniti nelle varie anticamere,a seconda del grado sociale,centoquindici dame e trecentotrenta cavalieri.Alle nove fu sciolta l'etichetta restando libero l'ingresso di tutti i nobili ed ufficiali nelle anticamere.Alle dieci ed un quarto,terminato il ricevimento,la famiglia reale si ritirò negli appartamenti dove era gia stata preparata la tavola per la cena,alla quale parteciparono solo le più alte cariche di corte.Alle undici i sovrani si ritirarono.
La sera del giorno seguente la corte intervenne al ballo al teatro della Pergola.
La mattina del 18 Novembre furono fatte altre presentazioni.Alle sei di sera i Sovrani parteciparono alla grande festa popolare,offerta dal Comune di Firenze,nel piazzale degli Uffizi.Vi fu l'innalzamento di un globo aereostatico e fuochi d'artificio,tutto il porticato del Vasari era illuminato e due orchestre nel mezzo del piazzale facevano ballare il numeroso pubblico.Il GranDuca ed i Principi si trattennero oltre un ora e mezzo,percorrendo per due volte,in mezzo al popolo festante,tutto il loggiato.
Torniamo ad ascoltare Leopoldo:<<la sposa faceva li onori di casa.In famiglia la si chiamava Nanny,come nella casa paterna.Ella cercava ogni occasione di star con me,sperava (che) amore,bellezza avrebbe reso suo avvertimento non sgradito>>.Deve intendersi che la Principessa sperava che il proprio amore e la propria bellezza,avrebbero mitigati i rimproveri dai lei fatti a Leopoldo,per il suo carattere.Carattere un pò particolare come riconosce lui stesso e ci narra un episodio.Sul finire del 1818 l'Imperatore d'Austria Francesco I si trovava a Firenze ospite del fratello,ovvero il GranDuca Ferdinando III.Dovendosi recare a Roma per incontrare il Papa,Francesco I si fece accompagnare dal nipote Leopoldo che però non informò di questo la moglie.Sentiamo lui stesso:<< (...) Non lo dissi alla sposa.Feci male.La sposa tacque e mi lasciò partire>>.
Nel 1819 Leopodo e Nanny intraprendono un viaggio in Sassonia.Leopoldo:<<io mi trovava nel mezzo ad una famiglia amica di cognati e cognate,che erano per me come fratelli e sorelle.Nanny confortava loro a tollerare quanto in me trovavano di meno piacente.(...)Il suocero era a me in vece di padre,a me perdonava la rusticità>>.
La sposa non si limita a difendere il marito ma cerca di migliorarlo parlandogli con franchezza.Ancora Leopoldo:<<(...) Pose (Nanny ndr) davanti un quadro in cui riconobbi mio ritratto qual era con certe ombre sue,verità non potei non (sic) disconoscere;ma siccome era dipinto con tanta dolcezza,l'animo ne fu colto>>.

segue...
 
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LORETTA10
view post Posted on 27/9/2009, 13:57




Interessante grazie !
 
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il geggi
view post Posted on 27/9/2009, 15:05




...segue

Dopo tre anni il matrimonio del Gran Principe era ancora infecondo,inoltre lo stesso Leopoldo aveva subito qualche incomodo di salute.Ferdinando III iniziò a preoccuparsi per la successione.Era stabilita la reversibilità,in caso di mancanza di discendenti maschi del fondatore della Casa Asburgo-Lorena-Toscana ovvero Ferdinando III, del Granducato di Toscana alla linea primigenia Asburgo-Lorenese,già dal 1790 e confermata dal Congresso di Vienna.Pare che da accordi verbali tra Ferdinando III ed il fratello Imperatore Francesco I,questi fosse disponibile,in caso di estinzione della linea Toscana,a conservare l'indipendenza del GranDucato passando la corona Toscana ad un altro Arciduca della Casa d'Asburgo.Ma sono solo voci non suffragate da alcuna documentazione storica.Comunque sia Ferdinando aveva a cuore che la propria Casa non si estinguesse.D'altra parte anche lo stesso Imperatore Francesco I aveva i suoi pensieri riguardo alla successione:i due figli maschi,Ferdinando e Francesco Carlo non sembravano dare molte garanzie,sotto quel punto di vista;tanto che,proprio in quel periodo,sembra che alla Corte di Vienna si guardasse proprio a Leopoldo di Toscana ( quarto in linea di successione al trono imperiale),come futuro Imperatore.Ma torniamo in Toscana.
Quindi,Ferdinando III all'età di 51 anni e dopo 18 di vedovanza,si decise a risposarsi.Questa scelta dovette forse un pò mortificare la coppia dei Principi Ereditari:dove loro non erano capaci,toccava all'anziano Granduca cimentarsi,nell'assicurare la successione.La scelta della futura Granduchessa investiva molteplici aspetti,oltre a quelli prettamente dinastici.Occorreva molta prudenza in quanto la Gran Principessa Maria Anna,oltre a vedersi scavalcare a Corte,dalla nuova sovrana,in ruolo ed in precedenze dinastiche,si sarebbe trovata una "concorrente" nella corsa ad assicurare la successione,con tutte le gelosie ed attriti che ne sarebbero potuti conseguire.
Ferdinando III avrà valutato tutto questo e,penso,scelta migliore,per ovviare ai succitati inconvenienti, non avrebbe potuto fare:chiese la mano di Maria Ferdinanda di Sassonia,sorella maggiore della moglie del figlio!
Lo stesso Leopoldo è del solito avviso:<<migliore scelta non poteva fare:le virtù singolari,l'educazione veduta nella sorella,l'amore intimo con Nanny assicuravano il padre della felicità,la famiglia della pace domestica>>.
La futura sposa era di 27 anni più giovane ma,come recita un antico dettato toscano: "a cavallo anziano,erba tenera" !
Il GranDuca inoltrò di persona,al Principe Massimiliano di Sassonia,la richiesta della mano della figlia.Il principe sassone era giunto a Firenze,accompagnato dalle figlie Ferdinanda ed Amalia,il 26 Ottobre 1820.
I solenni sponsali avrebbero avuto luogo in Firenze il giorno 6 Maggio 1821.
Fu il primo ed unico matrimonio di un GranDuca regnante della Casa di Lorena,che si celebrò in Toscana.Francesco Stefano di Lorena sposò Maria Teresa d'Asburgo a Vienna;Pietro Leopoldo e l'Infanta Maria Luisa si unirono ad Innsbruck;il primo matrimonio di Ferdinando III con Maria Luisa di Borbone si tenne a Vienna;la cerimonia tra Leopoldo II e Maria Antonia delle Due Sicilie,si svolse a Napoli.
In occasione del matrimonio vi furono le consuete largizioni da parte del Sovrano.Cinquecentosessanta le doti da distribuire ad altrettante fanciulle dai 18 ai 25 anni;delle quali,duecentosette a nomina da scudi venti e trecentocinquantatre per estrazione,da scudi quindici.Ferdinando III ordinò ai parroci della città di Firenze di rimettergli una lista esatta degli indigenti ai quali sarebbe stata distribuita una libbra e mezza di pane ciascuno (circa 500 grammi).
Il 4 Maggio,in Palazzo Vecchio,avenne il formale atto di rinunzia da parte di Maria Ferdinanda a qualsiasi pretesa dinastica sul Regno di Sassonia.
Il Gonfaloniere di Firenze invitò gli abitanti delle strade nelle quali sarebbero sfilati i corteggi,che avrebbero condotto i Reali Sposi ed il loro seguito in Duomo,ad ornare il 6 Maggio le loro finestre di arazzi e tappeti.
In occasione dei festeggiamenti che si sarebbero tenuti nei giorni 7 e 8 non sarebbe stato pagato il consueto pedaggio alle porte,per entrare in Firenze.
Nella stessa occasione,su ordine del Sovrano,veniva permesso l'uso delle maschere,tanto nei teatri che in qualunque altro luogo di festa.
Arriviamo al 6 Maggio.Il matrimonio doveva celebrarsi alle sei pomeridiane ma già le strade straboccavano di folla,così come Santa Maria del Fiore era stipata di invitati e popolo.
Alle sei in punto i cannoni delle fortezze,accompagnati dal suono a distesa delle campane delle chiese fiorentine,annunziarono la partenza del GranDuca da Palazzo Pitti.Contemporaneamente,da Palazzo Vecchio,usciva il Principe Massimiliano di Sassonia con la sposa e l'altra figlia;un plotone di cacciatori a cavallo fungeva da battistrada,una muta a sei cavalli dove erano il marchese Piatti e la contessa Renaud,nella seconda carrozza il Principe Massimiliano e le Principesse Amalia e Ferdinanda.Alla porta del Duomo furono accolti dai Senatori Covoni e Aldobrandini e dalle autorità ecclesiastiche e vennero accompagnati al loro genuflessorio,per attendere il GranDuca.Preceduto da un drappello di Dragoni ecco il corteggio del Sovrano.Dalla prima carrozza scesero:il marchese Guasconi,i cavalieri Gerini,Ricasoli e Montalvi;dalla seconda il principe Rospigliosi,il senatore Antinori e il balì Martelli;dalla terza il GranDuca Ferdinando III da solo.Dietro il Sovrano passò una brigata a cavallo di Guardie del Corpo.Subito dopo la carrozza dei Gran Principi Ereditari;dalla quinta scesero il principe Carlo Alberto di Savoia-Carignano e la consorte Maria Teresa di Toscana;dalla sesta l'Arciduchessa Maria Luisa,la marchesa Riccardi ed il conte Opizzoni;dalla settima la principessa Rospigliosi,il duca Strozzi,il marchese Corsi e la marchesa Rinuccini;dall'ottava la contessa Filippi,il conte Della Marmora,la baronessa Gebsattel e la contessa Lopuska.
Ferdinando venne accolto dalle dignità ecclesiastiche e si diresse verso il suo genuflessorio.A quel punto il principe Massimiliano prese per mano la figlia ed andò a collocarla accanto al Sovrano.I testimoni,il principe Rospigliosi per Ferdinando e il marchese Piatti per la sposa,presero il loro posto alle spalle della coppia.L'Arcivescovo,dopo aver benedetto gli anelli,scese dall'altare e chiese agli sposi se volevano congiungersi in matrimonio:la principessa si rivolse con una riverenza al proprio padre e questi con un gesto del capo dette il suo consenso;la principessa si inginocchiò nuovamente e pronunziò il fatidico si.
Una volta che la coppia fu dichiarata unita in matrimonio,l'Arcivescovo intonò il Te Deum e l'artiglieria delle fortezze iniziò la seconda scarica.
Dopo la benedizione si riformò il corteggio per tornare a Palazzo Pitti,che era composto da sei carrozze di gala a sei cavalli.
Appena entrati in Palazzo,fu fatta la terza salva delle artiglierie.
La sera alle otto e mezzo vi fu ricevimento di Corte che,alle dieci venne sciolto e servita la tavola.
Durante la serata vennero fatti fuochi artificiali dalla Torre di Palazzo Vecchio,inoltre vi fu una bellissima luminaria della Cupola del Brunelleschi e del Campanile di Giotto.
Il giorno successivo nella Sala delle Nicchie si tenne un pranzo ufficiale per settantacinque invitati.Alle sei pomeridiane i Sovrani,i Principi e tutta la Corte,si recarono in Piazza Santa Maria Novella per godere lo spettacolo del Palio dei Cocchi.Detto Palio venne istituito da Cosimo I nel 1500.Si trattava di una corsa attorno agli obelischi che adornano la piazza,tra quattro cocchi che erano delle riproduzioni di bighe dell'antica Roma,tirate da due cavalli ciascuno.La piazza veniva ridotta ad anfiteatro con delle tribune in legno e vi era grande partecipazione di popolo.L'ultimo Palio dei Cocchi venne corso nel 1858.Detronizzati i Lorena non vi era più posto per certe cose:un'altra tradizione perduta.
Dopo il Palio i festeggiamenti continuarono al Teatro della Pergola.
La sera del dì successivo 8 Maggio i Sovrani cenarono al Casino di S.Marco o della Livia.Dopo vi fu un ballo offerto dalla Comunità di Firenze che si tenne alla Galleria dell'Accademia delle Belle Arti.Detta festa si protrasse dalle otto e trenta di sera fino alle tre e mezzo della mattina.I Sovrani vi si trattennero fino al tocco dopo mezzanotte.
Ebbero così termine i festeggiamenti,che vennero a costare complessivamente Lire toscane 68,199.

segue...


CITAZIONE (LORETTA10 @ 27/9/2009, 14:57)
Interessante grazie !

Lusingato che sia di Tuo gradimento...ma non mi ringraziare,per me è un onore.
 
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DieRoteDame
view post Posted on 29/9/2009, 09:58




davvero interessante.... non dimenticarti il seguito!
 
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laura75
view post Posted on 29/9/2009, 13:07




Bravissimo, io non ne so quasi niente, dovrò leggere tutto bene attentamente...intanto bravissimo come sempre!!!
 
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il geggi
view post Posted on 29/9/2009, 19:11




...segue

I Principi di Sassonia Clemente e Giovanni Nepomuceno,fratelli della GranDuchessa Maria Ferdinanda e della Gran Principessa Maria Anna,decisero di trascorrere il Santo Natale con le sorelle ed i cognati.Giunsero quindi a Firenze nella notte del 20 Dicembre 1821 e,essendo la Corte trasferitasi a Pisa (era usanza della I.e.R. Famiglia trascorrere l'inverno nel clima più mite della Città di Pisa),presero alloggio,in perfetto incognito,all'albergo "di Schneiderff".L'indomani raggiunsero i parenti nella Città della Torre Pendente,ma era in agguato il destino.Ascoltiamo Leopodo:<<erano venuti da noi due fratelli di Nanny,Clemente e Giovanni (futuro Re di Sassonia,sposò Amalia Augusta di Baviera ndr).Clemente si infermò il 1° dell'anno 1822 d'un'infiammazione cerebrale.Tutto fu posto in opera per salvarlo.La notte del 3 venendo il 4, morì.Nanny e Maria parea soccombessero,ognuno sentia il dolore di tutti li altri:si chiusero a pregare per il defunto ed avvisare al modo migliore di far pervenire sì triste notizia al vecchio genitore.Giovanni si gettò nelle braccia mie,ed in me versò l'animo oppresso:il suo bel core aderiva al mio,io lo amai quasi l'anima mia>>.
Ecco più dettagliatamente come andarono le cose: la mattina del primo Gennaio il Principe Clemente non si sentiva molto bene,nonostante udì la messa nella Chiesa di S.Niccola e dopo passeggiò per il magnifico Lungarno Pisano.Non pranzò e si pose in letto,ma la sua indisposizione fu ritenuta non preoccupante,tanto che non venne sospeso il ballo che si tenne durante il ricevimento nel Palazzo Reale.Il mattino del 2 Clemente ebbe un peggioramento:accorsero al suo capezzale i professori Torrigiani e Vaccà,unitamente al suo medico personale dottor Gunz.Il Principe delirava ed aveva perso conoscenza.I rimedi posti atto furono quelli in uso a quell'epoca:salassi ripetuti,vescicanti e senapismi.Così fu fatto anche il giorno seguente.Alle tre e mezzo del mattino del giorno 4 il Principe spirò.
Il capitano Kruncritz,aiutante di campo del defunto,fu spedito a Dresda a comunicare la triste notizia.Il cadavere,imbalsamato da due chirurghi dello Spedale di Pisa,vestito nell'uniforme di stato maggiore dell'esercito sassone,venne rinchiuso in tre casse.Il dì 5 Gennaio si tenne la funzione funebre nella chiesa di S.Frediano e l'8,a bordo di una delle gondole reali,il feretro venne trasportato via Arno a Firenze dove giunse il 10 e fu ricevuto dal priore di Santa Maria al Pignone (porto fluviale posto nelle immediate vicinanze della città).Il giorno dopo il feretro venne trasferito in San Lorenzo ed ivi momentaneamente collocato.Il Re Federigo Augusto di Sassonia,zio di Clemente,comunicò che era suo desiderio che le spoglie mortali del nipote,riposassero nelle cripte della Basilica di San Lorenzo;pertanto il GranDuca dette ordine di provvedere alla sepoltura e che venissero recitati solenni notturni da morto,così come avveniva negli anniversari dei defunti sovrani.
Una buona notizia arrivò a mitigare il dolore che pervadeva la Corte di Toscana:la Gran Principessa era incinta!
Ascoltiamo Leopoldo di Toscana:<<in quei giorni Nanny accennò le prime speranze di sua prole(...)L'amore,il cui pegno la donna mia portava in seno,mi resero più d'una volta inquieto,iracondo.Amor mio non avea misura;rampognai (rimproverai ndr) la consorte di non si riguardare ed ella tranquilla dicea di farlo;finalmente,un giorno che pareami non desse ascolto le dissi apertamente vedevo che non mi amava,ché se mi amasse riguarderebbe sé e il figlio suo.Montò il sangue a me al capo,non vidi più,mi allontanai.Ella tacque,non fece rimprovero>>.
Alle tre e mezzo della mattina del 19 Novembre 1822 la Gran Principessa dette alla luce l'Arciduchessa Maria Carolina,detta Lina (1822-1841).
Altre due sarebbero state le figlie che Maria Anna di Sassonia dette a Leopoldo di Toscana:
Augusta (1825-1864) sposa del Principe Liutpoldo di Baviera;
Maria (1827-1834).
Ma torniamo a Carolina:mezzora dopo il lieto evento il corriere Venni partì alla volta di Verona,dove trovavasi la Corte Imperiale,per poi proseguire subito per Dresda e portare alle due corti la notizia della nascita dell'Arciduchessa.Per la comunicazione ufficiale vennero successivamente inviati:a Verona il conte Guido della Gherardesca e a Dresda il cavalier Lorenzo Montalvi.
L'Imperatore Francesco I inviò in dono alla reale puerpera un finimento da testa e da collo con smeraldi e brillanti come pendenti;alla piccola Arciduchessa,un grosso filo di brillanti.
Ecco come Leopoldo ci racconta l'evento:<<alle tre del mattino del 19 Novembre Nanny partorì,bacia la madre in pianto:<un figlio da te...>.E ringraziai a calde lagrime il Signore(...)L'indomane fu il battesimo:la figlia ebbe nome Carolina(...)La sposa s'alzò dal letto;io siedevo a lei vicino,presi sua mano e,non potendo rattenere le lagrime,domandò cosa avessi.Son mutato,dissi io:perdona,non era quello (che) dovea essere>>.

segue...
 
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il geggi
view post Posted on 30/9/2009, 16:57




CITAZIONE (laura75 @ 29/9/2009, 14:07)
Bravissimo, io non ne so quasi niente, dovrò leggere tutto bene attentamente...intanto bravissimo come sempre!!!

Troppo buona...troppi complimenti...che comunque giungono graditissimi!
 
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view post Posted on 30/9/2009, 17:09
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E' così che mi piace si racconti la storia.
Bravissimo! Grazie !
C'erano parecchie zitelle da sistemare in casa Sassonia: vedi il disegno che ho postato in #entry349322863.
Una, Maria Augusta (1782-1863), la cugina del re, aveva quasi 40 anni e poteva anche andare, ma se proprio il Granduca doveva fare il sacrificio, bisognava che ne valesse la pena; secondo me la poverina ci rimase male.

L'altra, Amalia (1794-1870), sorella del re e figlia maggiore del principe Massimiliano, era ventiseienne e chissà perchè fu scartata (o fu lei che non volle); rimase zitella per tutta la vita e si dedicò alla musica.

Maria Ferdinanda (1796-1875), la più giovane, accettò e si accasò giusto giusto con il Granduca. Comunque non ebbero figli.

Edited by elena45 - 30/9/2009, 18:38
 
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view post Posted on 30/9/2009, 17:21
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Alla mia prossima incursione a Pitti spero di riuscire a fotografare il ritratto di Nanny. Su internet si riescono a malapena a trovare delle stampe in bianco e nero >.<

Delle tre citate principesse, ecco le foto delle tombe di due di loro:

Maria Ferdinanda (indicata qui come Maria Anna 1796-1865) nella Cripta dei cappuccini.
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Anna Maria indicata come Magna Ducissa Etruriae anche se non fu mai granduchessa.
image

Non ho foto della tomba di Nanny (Marianna Carolina) sepolta in San Lorenzo
 
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economy
view post Posted on 30/9/2009, 19:26




Un bel pezzo di Storia interessante, ben fatto, gran bel lavoro.

 
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il geggi
view post Posted on 30/9/2009, 23:02





...segue

Dopo due anni un altro lutto viene a funestare la Casa di Toscana:il 18 Giugno 1824,alle 5 e mezzo pomeridiane,muore a Firenze Sua Altezza Imperiale e Reale il GranDuca Ferdinando III.
Il Sovrano era stato nei giorni precedenti in Val di Chiana,per seguire personalmente l'andamento dei lavori,ormai giunti al termine,per la bonifica della vasta palude interna che si estendeva tra l'Aretino ed il Senese.
La piaga della malaria esigeva,in quelle zone,un alto tributo in vite umane;proprio per combattere questo nemico e per "conquistare" nuovi terreni da coltivare,tutti i GranDuchi Lorenesi ebbero come obiettivo primario la bonifica delle paludi toscane o,come si chiamano in Toscana,dei "paduli".La Maremma Pisana,la Val di Nievole,la Val di Chiana,fino ad arrivare alla poderosa offensiva che Leopoldo II lanciò contro il padule di Castiglioni,nella Maremma Grossetana.
Anche lo stesso Ferdinando III cadde vittima della malaria:durante quel viaggio in Val di Chiana,contrasse una febbre malarica che lo uccise.
Ascoltiamo,al solito,Leopoldo:<< (...) In quella sera (13 Giugno 1824 ndr) tornò il padre da una gita in Valdarno di sopra:come vide noi suoi figli che lo si aspettava disse:< Grazie a Dio,che sono ritornato in famiglia>. E l'espressione con cui disse quelle parole fece senso.Nella notte fece chiamare l'archiatro dottor Torrigiani.Questi venne a cercar me e disse:<suo padre ha del male;non so ancora cosa sia;ma non mi piace>.(...) Il 16 era un poco sollevato.(...) Il 17 a un'ora del mattino si aggravò.Si mostrò un dolore assai intenso dai reni alle coste spurie,che si estendeva alla regione del petto.(...)cessarono i dolori,cessarono le secrezioni orinarie ed alvine,s'inturgidì il ventre,cominciò il vaniloquio,eran già fredde le estremità.(...)Mandai per il confessore,alle 4 della mattina si comunicò per viatico(...)Allor ebbe tregua (alle 10 del mattino ndr)(...)avendo la famiglia intorno il letto benedisse i figli(...)avutomi a solo,mi raccomandò la consorte che lasciava,la figlia Luisa,raccomandò il Paese(...)alle 11 e mezzo la notte voleva alzarsi,una irrequietezza paurosa(...)Il 18 alle 2 diminuì (la febbre) e s'aggravò il petto(...)ricevé l'estrema unzione(...)alle 4 pomeridiane entrò l'agonia.Spirò alle 5 1/2.Condussi Maria nella stanza di Nanny:le due sorelle piangevano insieme>>.
La salma di Ferdinando III fu esposta al pubblico nella Sala delle Nicchie,in Palazzo Pitti.Il cadavere imbalsamato del Sovrano vestiva l'uniforme di Maresciallo Imperiale,con la collana del Toson d'Oro,sopra a questa indossava la Cappa Magna di Gran Maestro dell'Ordine di Santo Stefano Papa e Martire,con guanti e stivali.Ai piedi furono posti la spada ed il cappello,sotto il catafalco furono depositati i vasi con i visceri ed il cuore.
Lo scettro e la corona granducale vennero posti su un cuscino,sul primo gradino,sotto i piedi.Il 22 Giugno Ferdinando fu inumato nella Cripta di S.Lorenzo.Il matrimonio tra Maria Ferdinanda di Sassonia e Ferdinando III di Toscana era durato appena tre anni e non aveva lasciato figli.Sale al Trono Leopoldo II,undecimo GranDuca di Toscana,con la GranDuchessa Maria Anna.Maria Ferdinanda assume il titolo di GranDuchessa Vedova.
Il 25 Giugno 1831 si corse in Firenze,come da tradizione,il Palio dei Barberi.
Trattavasi di una corsa "alla lunga",di barberi "scossi".Ovvero la mossa (la partenza) avveniva alla Porta al Prato e la "ripresa" (l'arrivo) era alla Porta alla Croce;i barberi scossi erano cavalli senza cavalieri.Questo Palio affondava le sue radici perlomeno nel 1200.L'ultimo Palio dei Barberi fu corso nel Giugno del 1858;con i Lorena detronizzati anche questa secolare tradizione fu fatta cadere nell'oblio.Era consuetudine che tutta la famiglia granducale,assistesse alla mossa da un palco appositamente costruito.
Anche quel 25 Giugno del 1831 il GranDuca e tutta la famiglia erano presenti.Era una giornata fredda e piovosa e la GranDuchessa,durante il ritorno aveva freddo.Nella notte ebbe un attacco di tosse ed uno spurgo sanguigno.
Ne "Il Governo di Famiglia in Toscana" il libro di memorie scritto da Leopoldo II,il Sovrano dedica il XII capitolo del periodo 1824-1832,alla malattia,all'agonia ed alla morte della moglie.Sono oltre venti pagine nelle quali il GranDuca narra in maniera straziante il calvario di Nanny,ma anche suo,dei famigliari e la partecipazione del popolo alle sofferenze della GranDuchessa.
Dopo quel primo allarme,Nanny si reca alle acque di Recoaro.Scrive al marito che la cura le giova.Ad Agosto la sovrana era nuovamente in Toscana:attacchi di tosse e svenimento,ancora emorragie.Leopoldo II chiama il suocero,Massimiliano di Sassonia,e l'altra sorella di Nanny,Amalia che si portino in Toscana per confortare l'inferma.Il 19 Ottobre la Corte venne trasferita a Pisa,il clima più dolce si pensava potesse giovare.
Sentiamo Leopoldo:
<<il 22 Ottobre sulla sera si sentì aggravata,era tornato il bruciore ai bronchi e le forze andavano scemando:piangendo disse che il moto in carrozza le pesava,la irritava>>.
Probabilmente i famigliari,com'è naturale,tendevano a sminuire la gravità della malattia per non aggravare oltremodo Nanny.Ella però aveva capito e chiese al marito di non nasonderle la verità.Furono ordinate pubbliche preghiere in tutto il GranDucato.Particolarmente fervide erano quelle che i pisani inoltravano a San Ranieri,Santo Patrono di Pisa.
Ascoltiamo alcune parole che Nanny rivolge al marito,che questi riporta nelle proprie memorie:<< (...)figli piccoli,ed io son però molto più fortunata di molte altre,io ho Maria (la sorella,GranDuchessa Vedova ndr)...non è vero,tu non allontanerai mai Maria dalle bambine?>>.Poi,pensando ai toscani che pregano per lei:<< (...)mi ha commosso tanto che pregassero,giacché non è per il meglio del paese che io guarisca>>.Parole toccanti:ormai Nanny,anche se dovesse sopravvivere,ha perso ogni speanza di poter dare al GranDucato il tanto sospirato erede.
Ascoltiamo ancora Leopoldo:<< Era mirabile l'interesse del paese intiero,di tutti per Nanny.Le chiese erano piene,li truidi non discontinuavano:a Firenze il duomo s'era dovuto tenere aperto la sera fino a tardi.Il vecchio arcivescovo di Pisa Alliata,c(i)eco,avea lui fatta la funzione:offeriva sua vita per Nanny.Gente d'ogni maniera veniva per tutto il giorno a prender le nuove di Nanny,donne di campagna baciavano la mano al vecchio padre e domandavano le nuove della figlia.Poverelli si accostavano,si credeva per chieder limosina,la rifiutavano,chiedevano invece le nuove dell'inferma>>.
Alti e bassi per la GranDuchessa,nei momenti migliori ella si preoccupava delle sue donne,ovvero di quelli istituti per l'educazione femminile,da lei presieduti:la Santissima Annunziata di Firenze,il Conservatorio di Sant'Anna di Pisa e la casa per le penitenti di Livorno.
Sentiamo Leopoldo:<<ecco,sul venir della sera l'inferma si aggrava,teme una colica,piange,crede di aver due ore di vita.Non pensare,io (le) diceva,e lei rispose:<a qualche cosa si pensa,ordinariamente?Si fanno progetti per il futuro.Quando questi non si possono più fare,a qualche cosa bisogna pensare:chi è che può stare senza pensare?>.>>.
Nei brevi periodi di quiete il GranDuca tornava a Firenze per incontrare i Ministri e disbrigare pratiche di governo ma,subito dopo,tornava a Pisa al capezzale della moglie:<<la Provvidenza volle che io vegliando Nanny mi potessi accorgere del primo lontano segno di convulsione,il suono della tosse,la mutata fisionomia a me ne fece attento:la prontezza dei rimedi vi fece riparo,la vita fu conservata>>.
Le condizioni della GranDuchessa vanno sempre peggiorando:<< La sera ebbe gravezza di capo,segno periglioso,le portai cibo.Ella cominciò a sentire che le membra non le ubbidivano:il braccio diritto,le dita non si prestavano a prendere una spicchio d'arancia,a fatica riconoscea le persone>>.
Leopoldo è giorno e notte accanto a Nanny;quelle che dice sono,almeno per me,bellissime parole:<< Solenni le notti vegliate accanto al letto della consorte moribonda,come quelle passate nella voluttà del primo amore(...)A Nanny era conforto aver me vicino nelle notti,dopo me la sorella Maria.Vidi Nanny stender la mano:credevo in sogno.<era per sentir se tu vi eri>.Disse poi:< Leopoldo,mi vien male>,mi prese la mano,la posò sul petto>>.
Ai primi di Febbraio 1832 ci sono dei piccoli miglioramenti,ma trattasi di breve tregua.
Leopoldo:<<il 12 di Febbrajo la mattina entrai da Nanny.E' bagnata di sudore,bisogna mutarla;Maria si fa coraggio, manda il padre,Amalia e Luisa a pregare,e con me e quelle di servizio si chiude.Nanny non può orinare.Maria ed io l'avevamo tra le braccia:<io muoio,Oh,Dio>,ecco con grandi sforzi una massa copiosa.<moio!Moio!Aiutatemi,alzatemi!>; e con nuovi sforzi vomito:<mettetemi giù,non posso più>.E ripiomba in un lago di sudore.Non si può mutare,si cuopre con panni caldi,non si può muovere,il peso l'opprime>>.
Nanny viene martoriata anche dalle piaghe da decubito.Il 22 di Marzo i medici dichiarano la situazione di Nanny,senza speranza.
Leopoldo:<< Il 23 marzo mi chiamò,stava peggio.Nanny disse:< Che bel sole!>.Spuntava il sole.Poi disse:< Leopoldo,prego,conduci via i figli,mettili in qualche luogo fuori.Cosa fai tu Leopoldo? è una mezz'ora che ti ho detto che tu conduca via i figli>. Ed io,traboccando di pianto:< Son già da una mezz'ora fuori>. < Mi perdona,Leopoldo,io spesso non son ben presente a me>.>>.
Nella notte tra il 23 e il 24,ancora Leopoldo:<< Era la vigilia dell'Annunziata.< Leopoldo>: è Nanny che chiama.Entro.Poco dopo una convulsione.Brera (il medico che Leopoldo aveva fatto venire da Venezia ndr) le getta in bocca la boccia del liquore anodino.Torna in sé.< Or mi va di nuovo bene>.Rallenta la circolazione,i polsi mancano,corro per il vescovo,suono profondo,come di correr del sangue al core,e...il suono cessa...pregano tutti.Giraldoni ( Vescovo di Livorno ndr) l'asperge,piange:<stiamo quieti,stiamo quieti:è in Paradiso>. Pallida,calma.La baciai.Riposa in pace>>.
Nella notte del 28 Marzo la salma della Granuchessa mosse dal Palazzo Reale di Pisa alla volta di Firenze.I lungarni pisani si illuminarono spontaneamente,lungo tutta la strada verso Firenze una gran folla si accalcava.Alle 5 del pomeriggio del 29 Marzo il convoglio funebre arrivò alla Porta S.Frediano a Firenze.Il carro funebre era preceduto da un plotone di Cacciatori a cavallo,un battaglione di Granatieri,i religiosi di varie chiese fiorentine,al fianco i cappellani,il parroco di corte e quattro religiosi di Pisa.Faceva ala il corpo degli Anziani,chiudevano il convoglio le Guardie del Corpo ed ancora Cacciatori e Granatieri.Giunti alla Basilica di S.Lorenzo il Commissario incaricato del trasporto,consegnò al maggiordomo maggiore Duca Strozzi,le chiavi della cassa in cui era rinchiuso il cadavere.La cassa fu benedetta dal Priore e portata direttamente a tumularsi nella cappella della Madonna del Ritorno.Una chiave fu consegnata, al Priore di S.Lorenzo e l'altra si conservò nella guardaroba generale del GranDuca.
Le solenne esequie della GranDuchessa Maria Anna si tennero nella Basilica di S.Lorenzo il 30 Aprile 1832.

segue...




 
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view post Posted on 1/10/2009, 18:24
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imperatore

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Dio mio! Bisogna riconoscere che la vita del Granduca Leopoldo fu funestata da una serie di lutti, uno dopo l'altro!
Yues ci ha riportato la parte delle Memorie in cui ricorda la morte dei figli di secondo letto : #entry328252583
 
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il geggi
view post Posted on 2/10/2009, 13:52




CITAZIONE (elena45 @ 30/9/2009, 18:09)
E' così che mi piace si racconti la storia.
Bravissimo! Grazie !
C'erano parecchie zitelle da sistemare in casa Sassonia: vedi il disegno che ho postato in #entry349322863.
Una, Maria Augusta (1782-1863), la cugina del re, aveva quasi 40 anni e poteva anche andare, ma se proprio il Granduca doveva fare il sacrificio, bisognava che ne valesse la pena; secondo me la poverina ci rimase male.

L'altra, Amalia (1794-1870), sorella del re e figlia maggiore del principe Massimiliano, era ventiseienne e chissà perchè fu scartata (o fu lei che non volle); rimase zitella per tutta la vita e si dedicò alla musica.

Maria Ferdinanda (1796-1875), la più giovane, accettò e si accasò giusto giusto con il Granduca. Comunque non ebbero figli.

Prima di tutto grazie a Te ed a Tutti per il Vostro apprezzamento...
Grazie anche per l'arricchimento iconografico.
Sul discorso riguardo alle altre Principesse di Sassonia,per così dire disponibili,è da tener presente lo scopo precipuo che spinse Ferdinando III al matrimonio:avere un erede per assicurare la successione della Casa di Toscana.Credo che la Principessa Maria Augusta non sia stata presa minimamente in considerazione,in virtù dell'età avanzata:una quarantenne dava meno garanzie,dal punto di vista della fertilità,rispetto alla venticinquenne Maria Ferdinanda.Riguardo all'altra sorella,Amalia,non saprei:il fatto che però rimase zitella lascia pensare che potessere essere contraria al matrimonio,o che invece ci fosse qualche "imperfezione" che non la rendesse atta ad essere chiesta in sposa.Cercherò di spiegarmi meglio,citando ad esempio l'Arciduchessa Maria Luisa,figlia di Ferdinando III,che abbiamo già incontrata in questa storia.Maria Luisa nasce a Firenze il 30 Agosto 1799 e ivi muore il 15 Giugno 1857.Rimase zitella (o "ziba",per dirla alla fiorentina) proprio a causa di una imperfezione alla spina dorsale.Alcune fonti riportano che ciò si verificò in conseguenza di una caduta dalla carrozza,quando era ancora piccina,a causa di uno sportello chiuso male.Fanno però,secondo me,confusione con un altro episodio,ancor più tragico: Ferdinando III si trovava in esilio a Vienna,dopo l'invasione francese,e fu li che il Gran Principe Francesco (primogenito quindi del GranDuca),di appena sei anni,cadde da una carrozza in corsa,sfracellandosi mortalmente.Probabilmente Maria Luisa era affetta da una qualche forma di scoliosi o spina bifida.Questa sfortunata Principessa venne soprannominata dal popolo fiorentino: "la gobbina". Si cadrebbe in un grossolano errore se si pensasse che vi fosse in questo appellativo,una qualche forma di disprezzo o di odio,nei confronti di Maria Luisa:esattamente il contrario.Con questo soprannome i fiorentini esprimevano invece affetto e simpatia ed una sorta di compassione nei confronti di una Principessa che dedicò la propria esistenza ad opere caritatevoli e benefiche,rimanendo sempre in disparte.
Non deve dar scandalo di come erano,al quel tempo,trattate le principesse,ovvero alla stregua di "fattrici".Con i matrimoni tra Case Regnanti si stringevano patti,si suggellavano alleanze ma,principalmente la principesse dovevano essere atte a far figli,meglio maschi,ed assicurare la discendenza.In fondo era un destino comune anche alle donne degli altri strati sociali:anche i più umili.Anche tra i popolani ed i contadini i matrimoni erano spesso combinati,senza tenere in gran conto il volere degli sposi,specialmente quello delle donne;la sposa doveva avere dote adeguata,per entrare a far parte della famiglia del marito;anche le popolane,come le principesse,dovevano "produrre figli" per disporre di forza lavorante ed,anche in questo caso,meglio maschi perché poi allle figlie femmine per sposarle si doveva fargli anche la dote...ed il giro ricominciava.

 
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il geggi
view post Posted on 2/10/2009, 14:13




CITAZIONE (*§Yue§* @ 30/9/2009, 18:21)
Alla mia prossima incursione a Pitti spero di riuscire a fotografare il ritratto di Nanny. Su internet si riescono a malapena a trovare delle stampe in bianco e nero >.<

Delle tre citate principesse, ecco le foto delle tombe di due di loro:

Maria Ferdinanda (indicata qui come Maria Anna 1796-1865) nella Cripta dei cappuccini.
image

Anna Maria indicata come Magna Ducissa Etruriae anche se non fu mai granduchessa.
image

Non ho foto della tomba di Nanny (Marianna Carolina) sepolta in San Lorenzo

Grazie per questo contributo fotografico.
Ho da porTi una domanda sulla seconda foto:l'hai presa personalmente?
Perché non mi sembra sia la tomba della Gran Principessa Anna Maria ma una sorta di "cenotafio".
Lo stemma che si vede parzialmente dovrebbe essere quello dei Borbone-Due Sicilie,inoltre gli altri nomi che si leggono,sono di Regnanti e Principi Duosiciliani.Ritengo,pertanto,che possa trattarsi del luogo di sepoltura della Casa delle Due Sicilie (che credo si trovi in Santa Chiara,a Napoli).
Il fatto che vi sia anche il nome della "nostra" Principessa penso sia da attribuire al fatto che proprio nella Città di Napoli Ella trovò la morte (come illustrerò nell'ultimo capitolo di questa storia) e che il suo nome sulla lapide sia una sorta di commemorazione.D'altra parte,come avrò l'onore di raccontare più dettagliatamente,la salma di Anna Maria venne ricondotta in Toscana e tumulata in San Lorenzo,a Firenze.
 
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36 replies since 27/9/2009, 01:31   6745 views
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