L'Ottocento di Sissi e Ludwig II

Eugenia Attendolo Bolognini la duchessa Litta, l'amante di Umberto I

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mounsier
view post Posted on 17/10/2010, 17:44







Eugenia Attendolo Bolognini nasce a Milano il 12 febbraio 1837. E' figlia di Eugenia Vimercati e del suo amante il principe Alfonso Serafino Porcia. Eugenia Vimercati aveva sposato il 22 aprile 1830 il conte Gian Giacomo Attendolo Bolognini, l'anno dopo era nata Clotilde Pia. La Vimercati veniva descritta d'aspetto ammaliante voluttuoso e di modi avvincenti.
Dopo la nascita di Clotilde, i rapporti tra i coniugi Attendolo Bolognini si fanno più freddi, a peggiorarli c'è anche la madre di Eugenia, Maria Vimercati, che mal sopporta il genero con il quale ha continue discussione e scontri tanto da vietargli di farle visita. La contessa Maria è a conoscenza della passione del principe Porcia per la propria figlia, che ne è lusingata, tra i consigli e le lusinghe della madre, Eugenia cade nelle braccia del principe e la tresca si trasforma presto in relazione.


Eugenia Vimercati

Il conte Attendolo Bolognini scopre il tradimento, nonostante le discussioni e le minacce nei confronti della moglie, la relazione tra Eugenia e Alfonso continua in modo talmente sfacciato che il conte Gian Giacomo caccia di casa la moglie ed inizia una causa di separazione. La contessa è incinta e finge di non esserlo per evitare che il marito la privi delle visite della figlia Clotilde di cinque anni. La nascita della piccola Eugenia non è fonte di scandalo perchè il conte per calmare i chiacchiericci riconosce la bambina. La separazione continua, alla contessa viene affidata la piccola Eugenia e al conte, Clotilde che Gian Giacomo tiene separata dalla madre, e che viene affidata alla zia Anna sorella di Gian Giacomo, Eugenia anche senza il permesso del conte e nonostante le sue arrabbiature va a far visita alla figlia, le scrive lettere le manda regali per mantenere un rapporto con lei.
La contessa Vimercati continua la sua relazione con il principe Porcia, è spesso ospite del principe con la figlioletta Eugenia che cresce conoscendo personalità illustri come Honorè Balzac.
Sin da bambina è evidente la sua bellezza, e diviene ben presto nota a Milano come la bella Bolognina.
Nel frattempo la sorella Clotilde ritornata a vivere con il padre a Milano, che aveva mantenuto i rapporti con la madre e con la sorella, sposa il conte Alessandro Morando de Rizzoni al quale da un unico figlio Gian Giacomo.
Anche per Eugenia è tempo di nozze l'8 agosto 1855 a diciotto anni sposa il trentatrenne conte Giulio Litta Visconti Arese, che diventerà poi duca alla morte del fratello Antonio.




Giulio Litta Visconti Arese

Per il viaggio di nozze i Litta partono per Parigi, e alla corte di Napoleone III, la contessa viene molto ammirata per la sua bellezza così viene descritta: Nessuno poteva dimenticare il fascino e la vivacità dei suoi occhi. Il naso perfetto, l'arco sopraccigliare perfetto, la linea delle labbra e del volto perfetta e qualche cosa di regale nella carnagione chiara acquistavano nel lume di quello sguardo accrescimento di squisitezza e d'impero. Qulacosa d'ammaliante traspariva dal suo sguardo profondo. Pallida e nel tempo dotata di forme esuberanti che contrastavano con il collo di cigno con due bianche spalle pioventi, le spalle di certe esili statue greche La cornice viva dei capelli bruni era divisa in due bande dalla scriminatura centrale.
A Parigi Eugenia brilla nei balli di corte, tra lei e la contessa Castiglione sua coetanea, inizia una gara sul numero dei volants dei vestiti. Non solo la contessa Castiglione colpì Napoleone III ma anche Eugenia. Spesso partecipava alle colazioni intime dell'imperatore e lo accompagnava in calesse. La contessa era solita raccontare un aneddoto. In una di queste scorazzate alla quale partecipava anche l'imperatice, giunto ad un quadrivio e non sapendo quale strada inboccare l'imperatore si rivolse alla contessa chiedendole "Volete andare a destra o a sinistra" e lei gli rispose "Maestà è lo stesso tutte le strade portano a Roma".
Proprio a Parigi Eugenia da alla luce il figlio Pompeo il 3 luglio 1856.
Tornata a Milano Eugenia frequenta i principali salotti di Milano, come quello di Clara Maffei, di Teresa Junk, di Gustavo Adolfo Noseda, della cantante Matilde Juva, dell'editore Vista. I conti Litta hanno amicizie patriottiche e non nascondono le loro posizioni antiaustriache, con il marito frequenta il salotto di Carlo d'Adda che raccoglie i principali dissidenti i fratelli Dandolo, i Borromeo, i Trivulzio i Trotti ed altri. Eugenia è grande amica di Carmelita Fè vedova di Luciano Manara, e di Ermellina Dandolo matrigna del fervente patriota Emilio.
La contessa Litta e le sue amiche sono chiamate nel salotto della contessa Giulia Samolyoff, frequentato dagli ufficiali austriaci e dalla nobiltà fedele agli Asburgo, le Oche, Eugenia ne diventa la regina indossa con le altre nobili dissidenti un vessillo biancocrociato e una fascia tricolore di seta con frange d'oro recante la scritta "Siam Sorelle, siamo strette da un patto". Le nobili proaustriache sono invece chiamate "Anatre". Con il governatorato di Massimiliano d'Asburgo lo scontro tra le due fazioni si acuisce, le oche disertano i pranzi, le cene e i balli ufficiali, il Carnevale di Milano per quello di Nizza.
Nel 1857 giungono a Milano Francesco Giuseppe e Sissi, viene invitata ad un ballo di corte l'intera nobiltà milanese. Eugenia aveva personalmente conosciuto l'imperatore. Un giorno d'estate da Cernobbio, dove la madre aveva un palazzo di villeggiatura, Eugenia si era recata a Como ed era stata sorpresa da un temporale presso la stazione di Camerlata, dove cercò rifugio sotto una grondaia, l'imperatore la scorse sulla strada e subito mandò il suo aiutante a pregarla di dividere con lui il riparo. Eugenia non si potè rifiutare ed attese la fine del temporale nella stanzaccia della stazione con l'imperatore non dimostrandogli simpatia alcuna.
I Litta per non essere in dovere di presentarsi si recano a Cernobbio. Tornati a Milano però Francesco Giuseppe invita i Litta ad una cena di corte alla quale non possono esimersi. Alla cena Eugenia viene fatta accomodare accanto all'imperatore ma si astiene da qualsiasi conversazione e dal toccare cibo.
La contessa è tenuta sotto stretta sorveglianza dalla polizia austriaca ma continua la sua campagna antiaustriaca, soprattutto durante la guerra tra austriaci e piemontesi, con boicottaggi delle rappresentazioni austriache con i Viva Verdi e Viva Vittorio Emanuele II re d'Italia. Palazzo Litta diventa il quartiere generale del generale francese Mac Mahon, partecipa alle cene di gala in onore di Napoleone III e di Vittorio Emanuele II, quando incontra l'imperatore francese inchinatasi gli dice Come vedete Maestà tutte le strade che portano a Roma passano da Milano E ne diviene l'amante per i tre giorni di permanenza a Milano.
La bella Bolognina non è notata solo dall'imperatore dei francesi ma anche da Vittorio Emanuele, andato via l'impertaore Eugenia divente l'amante del futuro re d'Italia, ma il rapporto tra i due dura molto poco, il re non ne apprezzava la vita sottile, le carni pallide ed i raffinatissimi gusti.



Eugenia diventa il fulcro della Milano mondana, il suo palco alla Scala è frequentatissimo, vi fu un episodio che fece molto scalpore. Garibaldi ospite al teatro della Scala, fu ignorato da Eugenia, tutti mormorarono scandalizzati, a risolvere la situazione fu il colonnello garibaldino Giuseppe Missori che accortosi che l'atto della contessa era involontario si recò nel suo palco, per un baciamano, rimanendovi per tutto lo spettacolo. Si diceva che la contessa non disdegnasse i giovani garibaldini e in particolare un certo Falcò un torello, un giovane possente dell'aristocrazia



Nel 1860 giunge a Milano il principe Umberto di Savoia, Eugenia lo conosce nel 1862 ad una festa di carnevale organizzata dal governatore Giuseppe Pasolini, la duchessa Litta entra a mezzanotte coperta da trasparenti veli e bianchissimi fiocchi di neve con altre nobili, su slitte di colore bianco e oro. Umberto ne rimane folgorato, partecipa a tutti i balli per rivederla, Eugenia ben presto si rende conto dell'attrazione del principe per lei, da donna elegante, spiritosa, esuberante, sensuale, e civetta qual'è ci mette poco ad ammaliarlo, si incontrano di frequente a casa della madre di Eugenia, la relazione diviene ben presto nota, scandalizzando l'aristocrazia milanese. Nel 1863 muore il conte Gian Giacomo Attendolo Bolognini, che non era stato una figura assente nella vita di Eugenia e che la nominò erede insieme alla sorella Clotilde. La madre dopo anni di relazione clandestina sposava il principe Alfonso Porcia.
La relazione di Eugenia ed Umberto finisce anche sui giornali dove la Litta viene descritta come "la Du Barry da strapazzo", "la Pompadour italiana", "la nostra nobile inimica". Per placare le continue chiacchiere Eugenia si trasferisce nella sua villa di Vedano al Lambro adiacente alla villa di Monza residenza di Umbertto, che fa frequenti visite all'amante più volte al giorno, generalmente dalle due alle cinque. Eugenia si gloria del suo ruolo dando fastosi ricevimenti, nel 1866 muore il cognato Antonio e lei e il marito ereditano il titolo di duchi. La duchessa intreccia altre relazioni con Arrigo Boito e con Achille Torelli, durate un lampo, melanconica e dolce quella con il Boito, passionale quella con il Torelli con il quale troncò lei stessa, soffocando i suoi sentimneti per il giovane.


Margherita di Savoia

Nel 1868 Umberto sposa la cugina Margherita di Savoia, ma promette amore eterno ad Eugenia che viene nominata dama d'onore della principessa da Vittorio Emanuele, e viene allestito un appartamentino per lei a Monza. Eugenia si mostra piuttosto invadente vuole seguire ovunque la coppia, non le viene concesso di seguire la giovane coppia a Milano, urla, sbraita, minaccia di dare le dimissioni che non vengono accettate, alla fine parte per Parigi con il marito, prima però fa nominare un segretario di sua fiducia che ha il compito di seguire il principe in tutti suoi spostamenti e di informare la duchessa di tutto. Tornata a Monza continua il suo ruolo di dama d'onore seguendo la principessa nei suoi viaggi. Margherita non è ancora a conoscenza della relazione tra il marito e la duchessa, la scopre un pomeriggio sorprendendo i due in teneri atteggiamenti, scoppia una furiosa lite, la duchessa ne esce in lacrime, Margherita è pronta alla separazione,ma è il suocero a calmarla, sostituendo la duchessa come dama d'onore, ma nato l'erede Margherita mantenne solo rapporti formali con il marito. Per la nascita dell'erede Margherita riceve un lungo filo di perle ma nulla a confronto di quello della duchessa di dodici giri. Nel 1870 Eugenia da alla luce il suo secondo figlio Alfonso frutto della relazione con Umberto, che il duca Litta riconosce. Tuttavia l'anno dopo Umberto cessa la loro relazione, regalando ad Eugenia un palazzo. Tuttavia il distacco dura poco, ma è l'inizio di un cambiamento tra i due, iniziano continue rotture anche perchè dettate dalle nuove amanti di Umberto come Vincenza Santa Fiore, tuttavia Umberto non riesce a chiudere definitivamente con Eugenia. Nel 1878 Umberto diventa re, si trasferisce a Roma, dove Eugenia compra un villino sull'Esquilino come apoggio alle sue visite a Roma. Margherita e Eugenia si incontreranno sempre meno, pur segnata nel libro delle dame di corte Eugenia non svolge questo ruolo, si rincontrano al ballo della contessa Samaglia, tra l'imbarazzo generale le due donne si accorgono di avere al collo le stesse collane di perle, regali di Umberto. A Monza anni dopo è la stessa Margherita ad invitarla, più giovane di quattordici anni Margherita vuole vedere i segni del tempo sulla nemica che definisce "mi pare ormai mia nonna"
Ormai il rapporto che lega Eugenia ed Umberto è privo della passione degli inizi, ma c'è la condivisione di ricordi e un affetto che perdura.
I contrasti tra Margherita ed Eugenia hanno una radice anche politica, se Margherita apprezza Crispi, Eugenia lo detesta preferendogli Urbano Rattazzi, al quale Margherita in seguito darà filo da torcere facendo bocciare le sue candidature politiche.



Nel frattempo dolori familiari investono Eugenia, nel 1876 muore suo padre il principe Porcia e pochi anni dopo la sorella Clotilde, nel 1887 muore la madre che la lascia sua unica erede. E nel 1891 il dolore più grande la perdita del figlio Alfonso intelligente e brillante amatissimo dalla madre, da Umberto, ma anche dal duca Litta, al quale Eugenia dedicherà, vendendo gran parte dei suoi gioielli, il primo padiglione del nuovo policlinico dell'Ospedale Maggiore di Milano. Inoltre ha inizio il rapporto sempre più teso con il primogenito Pompeo e con la nuora Rosa Tarsis, che dilapidano le loro sostanze e finiscono con il contrarre esosi debiti, Eugenia e il marito più volte riparano ai danni nella coppia, soprattutto per le due nipotine Antonietta e Giulia. Pompeo e Rosa furono anche protagonisti di un caso giudiziario, i due si erano separati, e Rosa aveva iniziato una relazione con il marchese Osio del quale rimase incinta, volendo riparare al danno cercò una riconciliazione con il marito, a vuoto, quando nacque suo figlio, un maschio lo fece passare per figlio del marito ma Pompeo che era a conoscenza della verità non riconobbe il bambino e intentò una causa contro Rosa, alla quale fu più volte convocata Eugenia, durante la causa morì anche il duca Litta, alla fine fu riconosciuta l'illegittimità del bambino. Pompeo, che successivamente si risposerà continuerà a dissipare la sua eredità lasciando montagne di debiti alle figlie Antonietta e Giulia che rifiuteranno l'eredità paterna i cui debiti superavano l'ammontare dei beni.
Nel 1900 Umberto muore assassinato, Margherita consente ad Eugenia di salutare per l'ultima volta la salma di Umberto. Non parteciperà ai funerali di stato ma rimarrà chiusa nella sua villa di Vedano. Umberto lascia ad Eugenia venti milioni, ne aveva acquistato dei beni daccordo con la stessa Eugenia per salvarli dalla cupidigia dei parenti, con due di questi milioni Eugenia ricompra alcuni suoi beni e rinuncia agli altri diciotto milioni. Vive sempre più nell'ombra trovando consolazione nel nipote Gian Giacomo e nella moglie di lui Lidia che si occuperanno di lei fino alla sua morte avvenuta il 6 aprile 1914, e che Eugenia dichiarerà suoi eredi.

Edited by mounsier - 18/10/2010, 11:03
 
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view post Posted on 18/10/2010, 09:05
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imperatore

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Complimenti! Hai fatto un bellissimo lavoro di ricerca!
I ritratti che hai scovato sono stupendi!
 
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mounsier
view post Posted on 18/10/2010, 10:10




Ti ringrazio Elena gentilissima, è un personaggio che mi aveva sempre affascinato anche perchè ne sapevo ben poco, su di lei ho finito di leggere la biografia di Achille Mascheroni "La bella bolognina", non è un capolavoro biografico, ma mi ha permesso di conoscere un pò di più questo personaggio.
 
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mounsier
view post Posted on 22/10/2010, 15:38




Eugenia con al collo le celebri perle regalatele da Umberto I

 
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Romanov in the Heart
view post Posted on 10/11/2010, 21:19




bellissimo lavoro veramente, :) complimenti!!!
 
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view post Posted on 11/11/2010, 15:46
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imperatore

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ma allora Umberto era fissato con le perle da usare come regalo!!! :D
 
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Achille Mascheroni
view post Posted on 11/1/2011, 01:02




Anche se "NON E' UN CAPOLAVORO BIOGRAFICO", mi consola che il mio libro su La bella Bolognina ( con la 2° b Maiuscola ) le sia stato molto utile per conoscere una donna straordinaria e piuttosto discussa. Comunque molto interessante. Per la quale ho dovuto passare giorni e giorni nelle maggiori boblioteche, sia per il testo che per le foto. Come avrà potuto rendersi conto nella bibliografia. Se trovasse qualche altra notizia inedita, la prego di inviarmela. Grazie. Cordiali saluti, Achille Mascheroni
 
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mounsier
view post Posted on 11/1/2011, 12:34




Nulla da dire sul suo lavoro di ricerca, ho erroneamente usato l'espressione non è un capolavoro biografico, e mi scuso se posso aver offeso il suo operato, forse era tanta la curiosità su questo personaggio che avrei voluto saperne, semplicemente, il più possibile, ma la ringrazio per essersi interessato a questo personaggio e per avermi dato la possibilità di conoscerlo meglio.
 
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view post Posted on 28/1/2013, 22:11
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imperatore

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Apprendo da facebook che alcuni amici del forum, guidati da Alessandro, hanno visitato il settore "Costume, moda e immagine" di Palazzo Morando Attendolo Bolognini.
Il palazzo, in via S.Andrea, nel cuore della Milano del '700, apparteneva al conte Giangiacomo Morando de Rizzoni, figlio di Clotilde Attendolo Bolognini, sorellastra di Eugenia, che lo comprò nel 1903. Giangiacomo e la moglie Lydia Caprara accolsero Eugenia negli ultimi anni della sua vita e divennero suoi eredi (la villa di Monza) con la clausola di aggiungere al proprio i cognomi Attendolo Bolognini.
E non sono cognomi qualsiasi, se si pensa che risalgono al '400: il capostipite era Gian Matteo Attendolo, detto il Bolognino, parente e coetaneo del duca di Milano Francesco Sforza (figlio del condottiero Giacomo Attendolo, detto il Sforza).




Palazzo Morando Attendolo Bolognini in via Sant'Andrea.
Ebbene, in questa sede sono esposti tutti i ritratti della famiglia Litta e della famiglia Attendolo che Eugenia possedeva.


Giangiacomo Morando Attendolo Bolognini (1856-1919)


Lydia Caprara (1876-1945), sua moglie. Non ebbero figli.

Edited by elena45 - 25/5/2015, 14:23
 
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sabrina bolognini attendolo
view post Posted on 9/3/2013, 14:58




bello e piacevole sentire parlare cosi tanto di una donna appartenete alla mia famiglia.
 
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lucysissi
view post Posted on 10/3/2013, 09:39




Non ne sapevo niente
 
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giga2
view post Posted on 11/5/2015, 11:06




ma attualmente gli occupanti della villa di Vedano sono discendenti ?
 
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view post Posted on 25/5/2015, 11:05
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imperatore

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In base a quello che ci ha raccontato Monsieur (i contrasti con il figlio Pompeo e le sue scelleratezze), la villa di Vedano dovrebbe essere andata al nipote, Giangiacomo Morando. E poi, visto che costui non aveva eredi? Pare che vi siano subentrati i Litta Modignani (ramo parallelo). Di più non so.

Ebbene: si parla tanto di Eugenia, famosa per la sua bellezza e per la relazione con il re Umberto I. Ma, se si esclude la generosità degli ultimi anni che la videro benefattrice dei Milanesi, non credo fosse un esempio di virtù, lei e sua madre. Si dimentica, invece, la figura del marito.

"Riuscì uno dei migliori compositori dilettanti che vantasse l'Italia": così Carl Schmidl giudicò Giulio Litta Visconti Arese (1822-1891) nel suo Dizionario universale dei musicisti.
Ma chi fu il conte, poi duca Giulio Litta? Ormai dimenticato dai più, al suo tempo fu uno dei più stimati e popolari personaggi della Milano risorgimentale e degli anni dell'Unità d'Italia. Fervente patriota, generoso mecenate ma soprattutto nobile compositore di musica, lo descrive Massimiliano Broglia nel suo libro:
Giulio Litta Visconti Arese. Musicista, mecenate e patriota nella Milano dell'Ottocento
"Attraverso la lettura e l'analisi di un'ampia disponibilità di documenti d'epoca tolti dalla pubblicistica del tempo, da documenti di famiglia e lettere autografe (che formano un ampio corredo del libro) e da partiture, viene ricostruita la biografia volutamente intrecciata con la storia delle sue composizioni musicali, cercando di ricostruire nella mente del lettore, a mo' di mosaico, il brulichio di eventi, accadimenti, racconti, esecuzioni, ma anche curiosità, personaggi e quant'altro abbia caratterizzato la vicenda biografica, artistica e di mecenate di Giulio Litta Visconti Arese. Illustrazioni, elenco cronologico delle composizioni, catalogo delle opere e apparato bibliografico completano e arricchiscono il lavoro".

Edited by elena45 - 25/5/2015, 12:48
 
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G. I. d. G. d. S. L.
view post Posted on 17/10/2015, 18:02




Grazie mille, per questa interessantissima ricerca. Sono un architetto appassionata di storia ed attraverso questa lettura mi è stato possibile ricollegare alla famiglia di mio marito, (il nonno di mio suocero sposa Antonietta, figlia di Pompeo litta Visconti Arese) una parte di storia familiare un po' oscura. Fra l'altro mi ritrovo spesso a parlare di Eugenia, donna fuori dal comune, perché occasionalmente svolgo l'attività di guida turistica alla villa reale di Monza. Quindi grazie ancora
 
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view post Posted on 8/1/2016, 15:11
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cortigiano

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buongiorno...ottimo lavoro interessantissimo....
vorrei fare una domanda che divaga un po...ma inerente al tempo e al luogo.. qualcuno ha idea di come si possa sapere chi lavorava in villa reale come servitù nel 1900?
 
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15 replies since 17/10/2010, 17:44   11394 views
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