L'Ottocento di Sissi e Ludwig II

Maria di Jugoslavia, Mignon

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Jennifertudor
view post Posted on 18/12/2011, 14:06 by: Jennifertudor




Non so' se si sia già scritto qualcosa su Maria, ma ho intenzione di postarla lo stesso.

Maria di Jugoslavia

Maria Karađorđević, in serbo cirillico, Марија Карађорђевић (nome da nubile, Maria Hohenzollern-Sigmaringen) (Gotha, 9 gennaio 1900 – Londra, 22 giugno 1961), divenne regina di Jugoslavia come sposa di Alessandro I Karađorđević.

Famiglia d'origine

Terza figlia del principe Ferdinando Hohenzollern-Sigmaringen e di Maria di Sassonia-Coburgo-Gotha, nacque nella città di Gotha nella Turingia, appartenente all'Impero tedesco. Nel novembre del 1888, suo padre era stato nominato erede al trono di Romania, per questo, Maria fu educata da istitutori rumeni e cresciuta nella fede ortodossa; in famiglia veniva chiamata Mignon come la protagonista dell'omonima opera lirica di cui la madre era appassionata. Ebbe cinque fratelli: Carol, Elisabeta, Nicolae, Ileana e Mircea.

Il 10 ottobre 1914, Ferdinando assunse il titolo di re di Romania, alla morte dello zio Carlo I, e si trasferì con tutta la famiglia nella sua nuova patria.

La famiglia reale rumena era solita trascorrere l'estate e i periodi di vacanza nel castello di Peleş nei pressi della città di Sinaia: in occasione del Natale del 1922 fu ospite dei sovrani anche il re dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni, Alessandro I. Maria e Alessandro s'innamorarono subito e il giorno del compleanno della ragazza, re Ferdinando la concesse in moglie al principe.
L'8 giugno 1922 vennero celebrate le nozze nella cattedrale di San Michele Arcangelo a Belgrado, evento che ebbe anche grande importanza politica nelle relazioni internazionali del tempo: testimone di nozze fu il Duca di York in rappresentanza della Corona britannica con cui Maria era imparentata.

Regina di Jugoslavia

La coppia reale prese dimora nella tenuta dei Karađorđević a Oplenac, nei pressi della città di Topola, dove il capostipite della famiglia, Karađorđe Petrović, stabilì il suo quartier generale nella rivolta contro i dominatori turchi, e dove il re Pietro I aveva fatto erigere il mausoleo reale. Mentre il sovrano si occupava degli affari di stato, la regina si dedicava alle opere caritative, collaborando col Patriarcato ortodosso e col clero della cattedrale di Belgrado.
Re Alessandro I aveva progettato la costruzione di una dimora di corte alla periferia della capitale, ma prima che fosse completata, la coppia visse in campagna: in particolare, Maria vi dimorava anche quando il re era impegnato negli affari politici o si trovava all'estero. Ad Oplenac la sovrana trascorreva il suo tempo con i contadini del luogo che costituivano in buona parte la servitù della tenuta. Era solita collaborare al lavoro nei campi e ad intrattenersi nelle case della gente umile, indossando i costumi tradizionali della zona. Aprì scuole rurali dove insegnare ai figli dei contadini, istituì borse di studio per permettere l'accesso all'università ai ragazzi più poveri, collaborò con organizzazioni religiose e creò fondazioni per aiutare le famiglie in difficoltà.

Nel 1923 diede alla luce suo figlio Pietro, l'erede al trono, nel 1928, il secondogenito Tomislav e nel 1929 il terzo figlio Andrej. Mentre Pietro aveva preso il nome di suo nonno paterno, un nome tipico della dinastia dei Karađorđević e molto usato dal popolo serbo, al principe Tomislav fu dato un nome croato e ad Andrej uno sloveno, per sottolineare l'unità della Jugoslavia e la considerazione che la famiglia reale aveva nei confronti di tutti i popoli del regno.

Anche dopo che la famiglia reale si trasferì nel palazzo reale di Dedinje a Belgrado Maria e Alessandro soggiornavano spesso nella tenuta di Oplenac dove la regina lasciava che i figli frequentassero i bambini dei contadini. La sua dedizione ai poveri e la vita umile che lei stessa conduceva, la fecero diventare sùbito popolarissima tra i sudditi ed accrebbero anche la popolarità del marito col quale, in diverse occasioni, anche in compagnia dei figli, faceva passeggiate o viaggi nelle varie città jugoslave per incontare la popolazione.

Il 9 ottobre 1934, mentre era in visita di stato a Marsiglia, re Alessandro fu assassinato da un rivoluzionario bulgaro affiliato ad un'organizzazione separatista macedone. Suo figlio Pietro era ancora minore di età e non poteva succedere al padre. Maria continuò prendersi cura dell'istruzione dei propri figli e protesse i diritti ereditari di Pietro durante la reggenza del principe Paolo. Il reggente stabilì che fosse versata una somma di 6 milioni di dinari al mese come appannaggio per Maria e i figli, ma la regina ne tenne per sé sempre solo un quarto e versò il resto in beneficenza. La sua prima uscita pubblica dopo la morte del marito fu durante una campagna per la lotta alla tubercolosi: a questa e ad altre iniziative per la cura dei fanciulli donava periodicamente il suo denaro e dava il proprio patrocinio.

Il lutto per la perdita del marito così amato contribuì a minare la sua salute che già si era manifestata cagionevole. Maria soffriva di dolori alle articolazioni e si stava curando da tempo. Nel 1938 comprò una casa a Gransden nel Bedfordshire, 60 km a nord di Londra, dove si trasferì nel 1939, portando con sé i figli più piccoli e lasciando Pietro a Belgrado. C'è di diceva che la sovrana avesse deciso di partire per i forti dissapori col principe Pietro e la moglie Olga, ma la versione ufficiale dell'allontanamento fu la salute.

Allo scoppio della seconda guerra mondiale, la Jugoslavia dichiarò la propria neutralità, ma il 25 marzo 1941 il Principe Paolo aderì al Patto tripartito a fianco dell'Italia e della Germania. Per questo, l'erede al trono fece un colpo di stato il 27 marzo e prese in mano il potere. Il 6 aprile l'aviazione tedesca bombardò Belgrado: Pietro II si rifugiò all'estero e nel mese di giugno giunse a Londra con i membri del governo. Maria decise di ritornare a Belgrado per stare al fianco del suo popolo, ma i problemi di salute non glielo permisero.

L'esilio

Non potendo provvedere di persona al sostegno per il suo popolo durante il conflitto mondiale, la regina Maria collaborò con la Croce rossa per inviare viveri e indumenti ai prigionieri jugoslavi nei campi di prigionia in Germania, Italia, Polonia e Norvegia. Per non far sapere alle autorità naziste che ad inviare gli aiuti era un membro della famiglia reale, sui pacchi indicava come mittente Mary Djordjevic, ma i prigionieri comprendevano che si trattava di lei. Scelse di non usufruire dei privilegi che le spettavano quale membro della Corona britannica e quale ospite della casa reale inglese, e visse con quel poco che poteva comperare per sfamarsi, come faceva la popolazione in tempo di guerra.

Il 29 novembre 1945, l'assemblea costituente della neonata Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia dichiarò decaduta la monarchia: Pietro II si stabilì negli Stati Uniti, mentre Maria rimase in Inghilterra; nel 1946 lasciò la tenuta nel Bedfordshire e ne comperò una nel Kent dove andò ad abitare con i figli Tomislav e Andrej, conducendo una vita ritirata impegnata nel lavoro dei campi, alternandola a soggiorni a Londra dove aveva acquistato una casa nel quartiere di Chelsea. Appassionata di arte, all'età di 50 anni si iscrisse alla Byam Shaw School of Art e si dedicò alla pittura e alla scultura esponendo le proprie opere in diverse mostre.

Continuò a mantenere rapporti di collaborazione con la Croce Rossa e con diverse organizzazioni caritative nel Regno Unito, finanziò la chiesa serbo-ortodossa di San Sava a Londra e collaborò col clero lì presente per le necessità della comunità jugoslava in Gran Bretagna.

La sua salute continuò ad essere minata dai dolori articolari e dai reumatismi. Maria, a causa di una paralisi della parte sinistra del corpo, trascorse gli ultimi anni di vita immobile al letto nella casa di Chelsea dove merì nel sonno 22 giugno 1961. Ai funerali presero parte migliaia di persone; fu inumata nel Royal Burial Ground nel Castello di Windsor.

Per me fu una donna bellissima, di grande fascino:







 
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