L'Ottocento di Sissi e Ludwig II

Il castello di Schonbrunn

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estella
view post Posted on 14/8/2007, 00:39




Il castello di Schönbrunn e gli edifici annessi, insieme all'ampio parco, è ritenuto uno dei maggiori monumenti della civiltà austriaca, grazie alla sua lunga e movimentata storia. L'intero complesso, dichiarato monumento nazionale, del quale fanno parte il castello, il parco con le sue numerose costruzioni, le fontane e le statue nonché il giardino zoologico, il più antico del mondo, è entrato a far parte nel 1996 del patrimonio culturale dell'umanità dell'UNESCO. Da Massimiliano II di proprietà dei sovrani asburgici, alla fine della monarchia il castello e il parco divennero di proprietà della repubblica, e furono amministrati dalla Schlosshauptmannschaft Schönbrunn. Dal 1992 Schönbrunn (ad eccezione del parco) viene gestito, restaurato e conservato con grande successo dalla Schloss Schönbrunn Kultur- und BetriebsgesmbH. secondo un modello di management moderno, organizzato ai sensi del diritto privato.


La storia di Schönbrunn e degli edifici che lo precedettero risale al Medioevo. L'intera tenuta veniva definita "Katterburg" sin dagli inizi del Trecento, ed apparteneva ai domini feudali del convento di Klosterneuburg. Nei secoli seguenti passò a vari affittuari, fra cui alcuni prestigiosi, come il borgomastro di Vienna Hermann Bayer nel 1548, che fece ampliare la costruzione trasformandola in una dimora signorile.

Nel 1569 la tenuta e la residenza divennero di proprietà degli Asburgo grazie a Massimiliano II con un contratto di vendita che comprendeva un edificio, un mulino, una stalla, un parco e un frutteto. Era così posta la prima pietra per una residenza di rappresentanza nonché per il parco e il giardino zoologico.

L'interesse di Massimiliano fu rivolto preminentemente alla trasformazione del giardino zoologico, che era destinato soprattutto alla selvaggina e al patrimonio avicolo locale. Nella fagianaia "Fasangarten" si allevavano però anche gallinacei esotici, come i pavoni e i tacchini.

Dopo la morte improvvisa di Massimiliano II nel 1576 la Katterburg passò a Rodolfo II, che stanziò esclusivamente i fondi che servivano alla manutenzione. L'imperatore Mattia sfruttò la tenuta come riserva di caccia. La leggenda vuole che durante una battuta di caccia nel 1612 scoprisse la "bella fonte" ("schöner Brunnen"), dalla quale derivò il nome di Schönbrunn.

Anche il suo successore Ferdinando II e la consorte di questi Eleonora di Gonzaga, entrambi appassionati cacciatori, scelsero Schönbrunn come luogo di soggiorno durante le battute di caccia. Dopo la morte di Ferdinando nel 1637 la tenuta divenne la residenza vedovile di Eleonora, la quale, amante dell'arte, vi condusse un'animata vita di società per la quale aveva bisogno di una cornice architettonica di rappresentanza. Per questo intorno al 1642 ella fece costruire un castelletto, cambiandone il nome da Katterburg a Schönbrunn, la cui prima menzione in documenti ufficiali risale proprio a quell'anno.

Nel 1683 il castello e il giardino zoologico di Schönbrunn furono preda delle devastazioni per l'assedio di Vienna da parte dei Turchi. L'imperatore Leopoldo I, che ne entrò in possesso nel 1686, prese la decisione di affidare Schönbrunn all'erede al trono Giuseppe, e di costruire per questi un edificio di rappresentanza. Quando ben presto, grazie alla mediazione degli ambienti aristocratici, l'architetto Johann Bernhard Fischer von Erlach, che si era formato a Roma, giunse alla corte imperiale, nel 1688 egli disegnò il cosiddetto "progetto Schönbrunn I" per l'imperatore, con il quale intendeva dar prova del proprio talento architettonico e risvegliare l'interesse del sovrano. Nel 1689 Fischer fu quindi nominato precettore di architettura dell'erede al trono, e si affermò ben presto come il più richiesto architetto della corte e della nobiltà. Nel 1693 Leopoldo I lo incaricò di eseguire i progetti concreti per la costruzione di un castello di caccia, eretto nel 1696 in parte ancora sulle fondamenta del castelletto distrutto dai Turchi. Nella primavera del 1700 era terminata la costruzione del tratto centrale del castello, ormai abitabile. Il progetto di ampliamento con l'edificazione delle ali laterali si arenò nel 1701 in seguito alle difficoltà finanziarie causate dalle guerre spagnole di successione, mentre i lavori ancora necessari si bloccarono del tutto alla morte improvvisa di Giuseppe. Fischer von Erlach era responsabile non soltanto della progettazione del castello, ma presiedeva anche i lavori che sorvegliava di persona. Proprio a questo grande incarico eminentemente rappresentativo si deve probabilmente anche il conferimento del predicato nobiliare "von Erlach", che gli fu concesso dall'imperatore Leopoldo.

Il castello incompiuto servì in seguito come residenza vedovile di Guglielmina Amalia. Nel 1728 l'imperatore Carlo VI entrò in possesso di Schönbrunn, dov'egli tuttavia si recava soltanto per la caccia ai fagiani. Infine egli donò il complesso alla figlia Maria Teresa, che come testimoniano le fonti nutriva già da sempre una predilezione per il castello e il giardino. Il regno di Maria Teresa fu per Schönbrunn un'epoca di grande sfarzo, e il castello divenne il centro della vita politica e di corte. Sotto la sua influenza personale e sotto la direzione dell'architetto Nikolaus Pacassi, l'ex castello di caccia di Giuseppe I fu trasformato ed ampliato sino a divenire una residenza. Nell'inverno del 1742/43 ebbero inizio i primi lavori di costruzione nel castello incompiuto, che culminarono in seguito in un progetto di rifacimento di ampio respiro al quale il complesso deve in gran parte l'aspetto odierno. La prima fase, dal 1743 al 1749, fu già dominata da Nikolaus Pacassi, che grazie al suo talento soprattutto pratico fu promosso primo architetto e quindi nel 1749 architetto di corte. Dapprima si iniziò a costruire i locali destinati alle udienze e ad abitazione nell'ala orientale per la futura coppia imperiale, che ne prese possesso nel 1746.

Un anno prima si era svolta la cerimonia di consacrazione nella cappella del castello, che pur nella nuova sistemazione conservava la struttura e articolazione spaziale voluta da Fischer von Erlach.

Durante i lavori di rifacimento dell'ala orientale furono creati anche i due cortili interni e fu costruita la cosiddetta scala della cappella, che consentiva di accedere al piano nobile.

I lavori seguenti, nel 1746, compresero la demolizione della scalinata centrale all'aperto di Fischer von Erlach sul lato del cortile d'onore, per creare al piano terra del risalto centrale un ampio passaggio coperto e al piano nobile sovrastante la Piccola e Grande Galleria. Contemporaneamente fu edificato il cosiddetto Scalone azzurro nell'ala occidentale come accesso di rappresentanza al piano nobile, senza però distruggere l'articolazione delle pareti della sala da pranzo, voluta all'epoca da Fischer von Erlach, con il soffitto affrescato da Sebastiano Ricci nel 1702/03. Poiché la famiglia imperiale si era fatta più numerosa, già nel 1747 nell'ala orientale si rese necessario un nuovo intervento, inserendo un piano ammezzato fra il piano nobile e il piano superiore, destinato ad alloggiare i figli dell'imperatrice e la loro corte.


Le due gallerie al centro del castello offrivano spazio per i grandi ricevimenti, mentre la Piccola Galleria era adibita a salone per le feste di famiglia in cerchia più intima. Mancavano ancora in questo primo rifacimento la ricca decorazione di stucchi e gli affreschi del soffitto nei due saloni delle feste. Alla Grande Galleria, in occasioni private, si poteva accedere anche direttamente attraverso il nuovo scalone del cortile d'onore, dalle passatoie arcuate. Nelle occasioni ufficiali i visitatori dovevano invece seguire l'intero percorso come voleva la tradizione del "fare anticamera"', dallo scalone azzurro alle sale delle udienze dell'imperatore e consorte, come prevedeva il cerimoniale di corte.


Fra gli ulteriori rifacimenti di quell'epoca si annoverano anche le arcate di collegamento lungo il cortile d'onore con le ali laterali, definite "ali dei cavalieri" nelle quali alloggiava il personale di corte di rango superiore. Adiacenti ad esse furono costruiti ampi fabbricati di servizio in direzione di Meidling (fra l'altro l'Orangerie) e Hietzing. Questi fabbricati si erano resi urgentemente necessari, poiché l'utilizzazione del castello come residenza della famiglia imperiale e la presenza dell'intera corte che ciò comportava richiedeva il necessario approvvigionamento. Dopo tutto Schönbrunn doveva dare vitto e alloggio ad oltre 1500 persone. Per esplicito desiderio di Maria Teresa nel tratto del cortile nord fu costruito anche un teatro del castello, inaugurato solennemente nel 1747. Come cantanti ed attori vi si esibivano fra l'altro anche i numerosi figli dell'imperatrice, mentre Maria Teresa in persona dava prova del suo talento canoro.


Ben presto dopo il 1750 Maria Teresa si vide costretta a intraprendere nuovamente un ampliamento del castello, la cui progettazione ed esecuzione nel 1753 - 1763 fu affidata esclusivamente a Pacassi. La famiglia imperiale era rallegrata quasi da una nascita l'anno, e per sopperire al fabbisogno di stanze si rese necessario l'inserimento di una piano intermedio anche nell'ala occidentale.

Grazie a questo intervento la simmetria esterna dell'edificio fu ripristinata e si poté quindi procedere ad ultimare le facciate. I lavori della seconda fase di rifacimenti non si limitarono all'ampliamento spaziale e agli esterni, ma si concentrarono anche sulla decorazione dei saloni di rappresentanza.

Le due gallerie in quanto saloni delle feste furono dotate di un soffitto a volta, che fu decorato di magnifici stucchi ed affreschi che ne fanno la maggiore testimonianza del rococò in una reggia imperiale. Gli affreschi furono realizzati da Gregorio Guglielmi fra il 1755 ed il 1761, mentre nel 1761/62 Albert Bolla eseguì gli stucchi.

Anche le sale prospicienti il giardino furono decorate in gran parte in stile rococò, con forme estremamente manierate, le cosiddette rocaille, inserendo specchi e dipinti fissati al muro oppure ricorrendo alle cosiddette "cineserie", all'epoca di gran moda.

Dopo la morte improvvisa dell'imperatore Francesco Stefano I nel 1765, che addolorò profondamente Maria Teresa, si ebbe una nuova fase di rifacimenti. La vedova fece adibire varie sale nell'ala orientale del castello a memoriale del marito, senza badare a spese nel decorarle con preziosi pannelli di lacca cinese e pregiatissime pannellature di legno tuttora conservate. Al pianterreno Maria Teresa fece decorare fra il 1769 ed il 1777 le cosiddette stanze Bergl, in cui abitò sino alla morte durante i caldi mesi estivi, di pitture paesaggistiche esotiche.

Dopo la morte di Maria Teresa il castello di Schönbrunn restò disabitato e fu riutilizzato come residenza estiva soltanto ai primi dell'Ottocento, sotto l'imperatore Francesco II/I. A quell'epoca risalgono anche le due occupazioni di Vienna da parte di Napoleone, nel 1805 e nel 1809, durante le quali l'imperatore francese alloggiò fra l'altro nelle stanze destinate a memoriale di Francesco Stefano I, nell'ala orientale.

In occasione del Congresso di Vienna nel 1814/15 ci si rese conto che a Schönbrunn erano necessari urgenti rifacimenti. Nel corso di tali lavori Francesco II/I fece eseguire fra il 1817 e il 1819 anche una trasformazione della facciata secondo i progetti dell'architetto di corte Johann Aman, che comportò cambiamenti decisivi. Aman asportò la ricca decorazione rococò della facciata di Pacassi e conferì al castello il suo aspetto attuale, nell'ormai classico "giallo Schönbrunn", con una facciata sobria, ridotta a pochi elementi decorativi (illustrazione 14)


Nel 1830 Francesco Giuseppe nacque nell'ala orientale del castello, abitata dai suoi genitori Francesco Carlo e Sofia. Educato dalla madre sin dai primi anni di vita al futuro ruolo di erede al trono, Francesco Giuseppe trascorse i mesi estivi dell'infanzia e giovinezza a Schönbrunn. Con la sua ascesa al trono nel 1848 il castello avrebbe vissuto una nuova epoca di splendore, poiché l'imperatore scelse Schönbrunn come sua residenza preferita, in cui trascorse gran parte della vita. Da giovane imperatore Francesco Giuseppe andò a vivere nelle stanze dell'ala occidentale che affacciavano sul cortile d'onore, dov'egli abitò fino alla morte, avvenuta il 21 novembre del 1916. Mentre le sale di rappresentanza rimasero quasi identiche, gli appartamenti privati dell'imperatore ricevettero nuovi arredi. I mobili che si sono conservati fino ad oggi, mostrano nel loro carattere sobrio e borghese una peculiarità del carattere di Francesco Giuseppe.

In occasione delle imminenti nozze con Elisabetta, duchessa di Baviera, nel 1854, già durante l'inverno si ebbero gli interventi di rifacimento per la futura imperatrice nell'ala occidentale che dava sui giardini privati di Hietzing. Anche l'appartamento di Elisabetta comprendeva varie stanze, al centro delle quali si trovava il salotto dell'imperatrice, in cui ella teneva udienza. I locali adiacenti verso nord, come la Camera da letto comune, la Camera della toeletta e il Gabinetto della scala erano le stanze private di Elisabetta e furono arredate con pesanti mobili di palissandro. Il cosiddetto Gabinetto della scala le serviva da studio. Qui nel 1862 Elisabetta fece inserire una scala a chiocciola che le consentiva di accedere direttamente ai locali a pianterreno. Le sale del pianterreno sottostanti l'appartamento furono arredate un anno dopo come autentiche "camere private" che davano sul giardino, come più tardi a Gödöllö, con un grande salotto e probabilmente la palestra che era di prammatica. Le pareti furono rivestite e i mobili tappezzati del suo colore preferito, il violetto.

Al pianterreno del castello furono arredati anche gli appartamenti dei figli di Elisabetta e Francesco Giuseppe. Per la figlia maggiore, Gisella, erano state allestite le stanze adiacenti a quelle dell'imperatrice, mentre per Rodolfo fu arredato nel 1867 il cosiddetto "appartamento del principe ereditario", che dava verso Meidling.

In tutto il pianterreno nell'intervento di arredamento per la famiglia di Francesco Giuseppe si conservarono quasi tutte le decorazioni di stucchi dei soffitti, dell'epoca di Maria Teresa, le pannellature di legno in bianco e oro e i paesaggi dipinti alle pareti. Gli stucchi di altissimo pregio artistico alle pareti e ai soffitti di queste stanze testimoniano dell'alto livello raggiunto dall'artigianato artistico all'epoca di Maria Teresa.


In occasione dell'imminente esposizione universale nel 1873 a Vienna, dal 1869 in poi si ebbero ampi interventi di restauro rispettando le antiche decorazioni rococò del Settecento, che furono integrate o ripristinate in neo-rococò come espressione dello stile imperiale. I lavori si concentrarono sulle due gallerie e sulle stanze nell'ala orientale, destinate ad appartamenti per gli ospiti. In queste sale le pareti furono rivestite a nuovo o di parati delle collezioni imperiali o di damasco ananas rosso, come si vede tuttora.

Nel corso di questi lavori si intervenne nella Piccola galleria applicando sulla scagliola, della metà del Settecento, una monocromia nella tecnica del bianco lustrato, riccamente decorata con composizioni di agrafi, trofei ed armi.

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Gli interni...

Lo scalone azzurro

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Il salotto dell'imperatrice Elisabetta

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La stanza di Maria Antonietta
(la stanza deve il suo nome ad un arazzo che raffigura Maria Antonietta con i figli)

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All'epoca dell'imperatrice Elisabetta questa stanza fungeva da sala da pranzo per la famiglia. La tavola è imbandita per la famiglia con porcellane viennesi, argenterie da tavola viennesi della ditta Mayerhofer & Klinkosch e bicchieri di cristallo con sfaccettatura a forma di prisma della ditta Lobmeyr. Quando vi pranzava la famiglia imperiale in cerchia ristretta, il cerimoniale era meno rigido che nei banchetti di corte. L'imperatore stesso decideva la disposizione dei posti a tavola ed era concesso anche chiacchierare da un lato all'altro della tavola, mentre nei banchetti di corte ci si poteva intrattenere soltanto con il commensale seduto accanto, bisbigliando.

Nelle occasioni ufficiali si servivano piatti della cucina francese, mentre nei pranzi di famiglia si apprezzava la cucina viennese e le ricette semplici come Wiener Schnitzel (una sorta di cotoletta alla milanese), gulasch, arrosto alle cipolle, brioche o Kaiserschmarren (frittatine con uva passa).

I fiori per le decorazioni a centrotavola erano forniti dall'amministrazione dei giardini di corte di Schönbrunn. Oltre alle azalee e ai giacinti per le decorazioni più preziose si utilizzavano le orchidee. Nel 1900 nelle serre del castello crescevano 25.000 orchidee di 1500 varietà, all'epoca la maggiore raccolta d'Europa. Il dipinto al centro ritrae l'imperatrice Elisabetta ai tempi delle nozze d'argento, adorna di rubini e diamanti.



La stanza dei bambini

La cosiddetta Stanza dei bambini è addobbata dei ritratti di varie figlie di Maria Teresa. In realtà le stanze dei bambini si trovavano al pianterreno o ai piani superiori del castello

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sotto il ritratto di Maria Antonietta c'è un suo scrittoio, unico ricordo della regina a Schonbrunn..

La saletta della prima colazione

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Questa saletta che si trova nell'angolo sud-occidentale del castello è uno dei tanti esempi di come la famiglia imperiale avesse partecipato personalmente alla decorazione degli interni di Schönbrunn.

I medaglioni incorniciano applicazioni di ricami che furono eseguiti dalla madre di Maria Teresa, Elisabetta Cristina.

Il salone giallo

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Con il Salone giallo iniziano gli appartamenti del castello prospicienti il giardino. Gli arredi del periodo intorno al 1770 presentano ancora elementi formali del rococò insieme a nuovi elementi classicistici. Poiché Maria Teresa era solita o mettere all'asta o donare al personale di corte i mobili usati, questo salotto è uno dei pochi dell'epoca che si siano conservati. Notevoli sono in questa sala i dipinti del pittore ginevrino Liotard, che ritraggono con assoluto realismo alcuni bambini di origine borghese. Questi dipinti contrastano fortemente con i tipici ritratti di corte dei figli di Maria Teresa.

La stanza del balcone

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Il salone degli specchi

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Gli specchi sono collocati in modo da riflettersi l'uno nell'altro, creando così l'illusione di un corridoio immaginario che pare far dileguare lo spazio. Fu in questa sala, o nell'adiacente Grande stanza di Rosa, che si tenne il primo concerto di Mozart, che allora aveva appena sei anni, al cospetto dell'imperatrice. Terminata l'esecuzione, così scrisse il padre orgoglioso, "Wolferl è saltato in grembo a Sua Maestà, abbracciandola e sbaciucchiandola per benino".

La stanza di rosa

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Le tre sale seguenti, dette Stanze di Rosa, prendono il nome dal pittore Joseph Rosa, autore dei paesaggi qui esposti

La stanza delle lanterne

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Nella Stanza delle lanterne, i cui rivestimenti di marmo delle porte risalgono all'epoca di Giuseppe I, sostavano prima dell'elettrificazione i servitori con le lanterne per indicare la strada nell'oscurità, in caso di necessità, ai sovrani e alla corte.












La grande galleria

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Lunga oltre 40 metri e larga quasi 10, la Grande Galleria rappresentava la cornice ideale per le celebrazioni di corte. Veniva usata per i balli, i ricevimenti e i grandi pranzi. Le grandi finestre, di fronte a ciascuna delle quali è posto uno specchio di cristallo, gli stucchi in bianco e oro e gli affreschi del soffitto, creano un'opera d'arte totale che diede origine ad uno dei più splendidi saloni delle feste di stile rococò.

Gli affreschi sul soffitto del pittore italiano Gregorio Guglielmi mostrano al centro il benessere della monarchia durante il regno di Maria Teresa. Al centro troneggiano Francesco Stefano e Maria Teresa, attorniati dalle personificazioni delle virtù dei sovrani. Il gruppo al centro è circondato da allegorie delle Terre della corona, con le loro relative ricchezze.

Dalla Repubblica in poi la Grande Galleria viene destinata a concerti e ricevimenti. Nel 1961 vi si svolse inoltre il leggendario incontro fra il presidente americano J.F. Kennedy e il capo di stato russo Nikita Kruscev.



La piccola galleria

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La Piccola Galleria, che fu costruita contemporaneamente alla Grande Galleria, serviva ai tempi di Maria Teresa per le feste in una cerchia familiare ristretta. Durante i recenti restauri gli scienziati hanno scoperto che fra il 1867 e il 1869 la scagliola originaria dell'epoca di Maria Teresa fu rivestita di monocromia nella tecnica del bianco lustrato e vi fu apposta la decorazione dorata a rocaille nello stile del rococò. Per questo si è adesso intervenuti ripristinando il bianco lustrato e restaurando le dorature. Per dare un'impressione autentica della sala in epoca storica, sui candelabri alle pareti sono montate speciali lampadine che simulano la luce delle candele e creano un effetto di movimento sulla superficie lucida delle pareti.

Il gabinetto cinese rotondo

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Su entrambi i lati della Piccola Galleria si affacciano i due Gabinetti cinesi, a sinistra quello ovale, a destra quello rotondo.

La predilezione per l'arte della Cina e del Giappone caratterizzò lo stile degli arredi dei sovrani dell'Europa del Settecento. Entrambi i Gabinetti ne sono un pregevole esempio. Nell'intelaiatura di legno bianco sono montati pannelli di lacca di forma e grandezza svariata. Dalle loro intelaiature dorate emergono piccole consolle, su cui poggiano vasi di porcellana bianca e blu. Notevoli sono anche i lampadari e il parquet di legno, con preziosi lavori a intarsio. Entrambi i Gabinetti fungevano per Maria Teresa da stanza dei colloqui e da gioco; nel Gabinetto cinese rotondo si svolgevano ad esempio le conferenze segrete di stato e i colloqui con il cancelliere di stato dell'imperatrice, il principe Kaunitz.



La stanza del Carosello

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La Stanza del carosello fungeva da sala d'attesa prima delle udienze di Maria Teresa e del consorte, Francesco I Stefano di Lorena. La sala deve il suo nome ad uno dei dipinti che oggi l'adornano, il Carosello di dame, organizzato nel 1743 da Maria Teresa nella Cavallerizza della Hofburg, per celebrare la ritirata di Francesi e Bavaresi dalla Boemia. Il conferimento dell'Ordine di Santo Stefano, sulla destra, documenta un altro evento significativo del regno di Maria Teresa.

La sala delle cerimonie

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La Sala delle cerimonie è caratterizzata dai monumentali dipinti cerimoniali commissionati da Maria Teresa. I cinque dipinti raffigurano un evento di carattere politico-sociale nonché familiare, le nozze dell'erede al trono Giuseppe con Isabella di Parma, della casa reale francese dei Borbone, avvenute nel 1760. Anche questo matrimonio fu un'abile mossa di Maria Teresa per alleare la Francia all'Austria. Il dipinto più grande della serie ritrae l'ingresso a Vienna della principessa di Parma. Gli altri raffigurano le nozze, celebrate nella chiesa degli Agostiniani, il banchetto nuziale nella Sala dei cavalieri della Hofburg, la cena e la serenata nella Sala della ridotta. Notevole è la fedeltà ai dettagli nella riproduzione degli edifici, dei personaggi, degli abiti e persino delle stoviglie. Fa parte di questo ciclo pittorico il ritratto probabilmente più celebre di Maria Teresa che la presenta come "prima donna d'Europa" con indosso un prezioso abito di pizzi brabantini a tombolo.

La stanza del biliardo

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La Stanza del biliardo apre la sequela delle sale da udienza e delle camere private di Francesco Giuseppe con i loro arredi originali, risalenti in gran parte alla seconda metà dell'Ottocento. I mobili, la decorazione e i souvenir sono la testimonianza del mondo del sovrano, della sua vita privata e lavorativa nel castello. Ne è un esempio anche il biliardo, gioco all'epoca assai apprezzato a corte, menzionato per la prima volta in questa sala nel 1830.

Varie volte la settimana l'imperatore Francesco Giuseppe riceveva i membri del suo governo e le maggiori cariche militari. Mentre i ministri, i generali e gli ufficiali aspettavano in questa sala, si dilettavano al tavolo da biliardo di epoca Biedermeier

La sala di noce (sala delle udienze di Francesco Giuseppe)
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Il nome "Stanza di noce" deriva alla sala dalle preziose pannellature in questo legno. Le decorazioni dorate dei pannelli e le consolle sono elementi stilistici tipici del rococò, la cui leggiadra eleganza raggiunse l'apice del suo splendore in Austria sotto Maria Teresa.

Qui l'imperatore Francesco Giuseppe teneva le numerose udienze con i suoi generali, ministri e funzionari di corte. Il lunedì e il giovedì persino ogni suddito dell'impero che ne facesse richiesta era ammesso alle udienze dell'imperatore. Fu grazie alle udienze che Francesco Giuseppe divenne un eccezionale fisionomista, attitudine che serbò fino ad età avanzata. Al centro della stanza vedete lo scrittoio di Francesco Giuseppe, sul quale sono disposti i suoi oggetti personali.

Lo studio di Francesco Giuseppe

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Per la semplicità degli arredi, lo Studio di Francesco Giuseppe contrasta in maniera eclatante con la grandiosa decorazione della Stanza delle udienze. Numerosi dipinti e fotografie che ritraggono la vita privata dell'imperatore, molti dei quali raffigurano l'imperatrice Elisabetta, documentano lo stile degli arredi imperiali. In questa stanza Francesco Giuseppe iniziava a lavorare già alle cinque del mattino. Mentre scartabellava i documenti si faceva servire dei pasti frugali alla scrivania. E la vita di questo imperatore, che amava autodefinirsi il primo funzionario del suo Stato, trascorse prevalentemente al suo scrittoio. I due ritratti di grande formato raffigurano Francesco Giuseppe all'età di 33 anni e l'imperatrice Elisabetta, divenuta un mito e universalmente nota con il soprannome di Sisi, entrata nella leggenda assai prima dei film nei quali il suo ruolo fu interpretato da Romy Schneider. A corroborare il mito, quando l'imperatrice era ancora viva, furono la sua intelligenza, lo spirito indomito, l'eccentricità e la straordinaria avvenenza. Incompresa a corte, Elisabetta soffriva di depressioni, che si acuirono dopo il tragico suicidio a Mayerling del figlio Rodolfo.




La camera da letto di Francesco Giuseppe

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La giornata dell'imperatore aveva inizio nella Camera da letto, ed era scandita da orari rigidamente prestabiliti. Era solito alzarsi già alle quattro, e faceva le sue abluzioni mattutine con l'acqua fredda prima di recitare le preghiere del mattino sull'inginocchiatoio, da cattolico osservante qual era. Il letto di ferro è una significativa testimonianza della parsimonia e della severità di carattere dell'imperatore. Francesco Giuseppe si spense in questo letto all'età di 86 anni nel 1916, in piena Prima guerra mondiale. Uscendo dalla camera, a sinistra dopo la porta si vede il gabinetto dell'imperatore, che fu installato nel 1899 per Francesco Giuseppe "alla maniera inglese".

Il gabinetto occidentale della terrazza

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Il Gabinetto occidentale della terrazza conduce all'appartamento dell'imperatrice Elisabetta. Vi è esposto un dipinto del pittore francese Pierre Benevaux, che ritrae le figlie minori di Maria Teresa: Maria Antonietta, futura regina di Francia, e Maria Giuseppa.



Il gabinetto della scala dell'Imperatrice Elisabetta

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Il Gabinetto della scala fungeva da studio di Elisabetta, che qui curava la sua fitta corrispondenza, scriveva i suoi diari e componeva liriche. Una scala a chiocciola, costruita per l'imperatrice nel 1863 ed asportata dopo la fine dell'Impero, conduceva alle stanze private di Elisabetta al pianterreno.

Queste camere, che oggi non esistono più, non erano arredate secondo le norme vigenti a corte, ma secondo il gusto dell'imperatrice, erano tappezzate di parati viola ed ammobiliate con oggetti di proprietà di Elisabetta. Inoltre l'appartamento sul giardino disponeva di una palestra con camerino per i massaggi e di un "luogo di decenza elegante, inodore, all'inglese": una toilette.

Poiché l'imperatrice, estremamente schiva di carattere, amava fare frequenti passeggiate nel parco del castello, l'appartamento sul giardino le consentiva di uscire quando voleva e di rientrare senza essere osservata dai portieri e dalla guardia.

La camera della Toeletta dell'imperatrice Elisabetta

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La giornata di Elisabetta era scandita dalle cure estetiche e dallo sport per conservare una figura asciutta. Varie ore erano dedicate alla cura della magnifica chioma. Fu così che la parrucchiera Franziska Feifalik divenne intima confidente di Elisabetta, e talvolta funse persino da sua controfigura in pubblico, ad esempio nelle occasioni di rappresentanza in cui l'imperatrice doveva comparire a distanza.

La camera da letto in comune di Elisabetta e Francesco Giuseppe

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Questa stanza fungeva da Camera da letto comune dell'imperatore e consorte. Nel 1854, l'anno delle nozze, fu decorata in bianco e blu e arredata con pesanti mobili di palissandro.

La camera da letto fu utilizzata soltanto nei primi anni di matrimonio. Elisabetta rifiutò sin dall'inizio la rigida vita di corte, e dal 1870 in poi si diede a una vita autonoma, indipendente, dedicandosi a lunghi viaggi. In seguito alle frequenti assenze della moglie, che Francesco Giuseppe adorò fino alla sua tragica morte, l'imperatore divenne sempre più solitario. Elisabetta fu assassinata nel 1898 da un anarchico italiano a Ginevra.

Il salotto dell'imperatrice Elisabetta

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Il Salotto in cui Elisabetta riceveva i suoi ospiti fu riarredato nel 1854 in stile neorococò. L'orologio collocato dinanzi allo specchio sul lato della finestra presenta una particolarità: grazie al quadrante con le lancette a rovescio montato sul retro, si può leggere l'ora anche allo specchio. Oltre ad un ritratto di Francesco Giuseppe, in questa stanza si trovano alcuni dipinti settecenteschi a pastello attribuiti al pittore ginevrino Liotard, per il quale Maria Teresa nutriva una particolare predilezione.

La stanza dei cavalli

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Nell'Ottocento la Stanza dei cavalli fungeva da sala da pranzo. Vediamo qui la cosiddetta "tavola del Maresciallo", che veniva imbandita e decorata a festa per le cariche supreme di corte e gli alti ufficiali, che tuttavia pranzavano in assenza dell'imperatore, come si usava ai tempi di Francesco Giuseppe. La stanza prende il nome da un ciclo di dipinti qui esposti, che raffigurano cavalli da sella delle scuderie imperiali e risalgono ai tempi della vedova di Giuseppe I, Guglielmina Amalia. Il dipinto al centro raffigura una caccia ad inseguimento nella zona attraversata dal fiume March, ad est di Vienna, con al centro l'imperatore Giuseppe I, per il quale era stato costruito Schönbrunn in un primo momento come residenza per la caccia. Il dipinto è pertanto uno degli arredi più antichi del castello.

Il salone cinese azzurro

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Con il Salone cinese azzurro iniziavano un tempo le camere private di Francesco Stefano. I pannelli originali di noce furono sostituiti intorno al 1806 da parati cinesi di carta di riso. Notevoli i due tavoli dai ripiani neri con preziosi intarsi fiorentini di pietra dura.
Qui si svolsero i negoziati sfociati l'11 novembre del 1918 nella rinuncia di Carlo I, l'ultimo imperatore, agli affari di Stato. Il giorno seguente fu proclamata la Repubblica. Si era così conclusa anche la storia di Schönbrunn come residenza imperiale.

La stanza Vieux-Laque

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Alla morte improvvisa dell'amato consorte Francesco Stefano nel 1765, la Stanza Vieux-Laque fu trasformata da Maria Teresa in sala commemorativa. Nel rivestimento di noce vennero montati dei pannelli di lacca nera originari di Pechino, ornati di cornici dorate. Da quel momento in poi Maria Teresa non avrebbe mai più deposto le vesti vedovili. Per la stanza commemorativa Maria Teresa commissionò vari dipinti. Il ritratto postumo del marito fu eseguito da Pompeo Batoni nel 1769, quattro anni dopo la morte dell'imperatore.

La stanza di Napoleone

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Quando negli anni 1805 e 1809 Napoleone conquistò Vienna, scelse Schönbrunn come quartier generale e si servì probabilmente di questa stanza come camera da letto. Le nozze con Maria Luisa, la figlia dell'imperatore Francesco II/I, avvenute nel 1810, dovevano sigillare la pace fra i due sovrani. Da quelle nozze nacque un figlio maschio, passato alla storia con il nome di duca di Reichstadt. Dopo che Napoleone, sconfitto, ebbe abdicato, Maria Luisa portò il piccolo che all'epoca aveva due anni a Vienna, dove crebbe alla corte del nonno Francesco I al sicuro e protetto dal mondo esterno. Era il nipotino preferito dell'imperatore, con cui condivideva a passione per la botanica. Il ritratto lo raffigura bambino nelle vesti di giardiniere nel parco del castello di Laxenburg. Il giovane duca morì nel 1832 di tubercolosi, in questa stanza, a soli 21 anni. La sua maschera mortuaria e l'allodola capelluta che fu il suo animale domestico prediletto, ricordano ancora oggi l'unico figlio legittimo di Napoleone Bonaparte.

La stanza delle porcellane

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La Stanza delle porcellane serviva a Maria Teresa come studio e stanza da gioco. L'intelaiatura di legno intagliato dipinta in bianco e azzurro, a imitazione della porcellana, riveste tutte le pareti, sino al soffitto. I bozzetti per la decorazione murale sono probabilmente opera della nuora di Maria Teresa, Isabella di Parma, prima moglie dell'imperatore Giuseppe II. I 213 disegni a inchiostro di china azzurro, montati nell'intelaiatura, sono opera dell'imperatore Francesco Stefano I e di alcuni dei suoi figli, e furono eseguiti su modelli di Boucher e Pillemont. La Stanza delle porcellane è dunque una delle camere alla cui decorazione la famiglia imperiale collaborò personalmente, e dunque tuttora conferisce alla residenza imperiale una nota intima e privata.

La stanza del milione

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Definita in origine Gabinetto Feketin, la Stanza del milione deve il suo nome odierno ai rivestimenti in legno di rosa estremamente pregiato delle pareti. In 61 cornici dorate rococò sono incastonate miniature indo-persiane che raffigurano scene della vita privata e di corte del regno indiano dei gran mogol dell'India del XVI e XVII sec. Per adattarle alle forme asimmetriche delle cornici, le miniature furono tagliate da membri della famiglia imperiale e composte a formare nuovi quadri in una sorta di collage. Particolare attenzione merita il lampadario, manufatto viennese del 1760, decorato di bronzo con fiori smaltati. Il busto dietro il sofà ritrae la figlia minore di Maria Teresa, Maria Antonietta, futura regina di Francia.

Il gabinetto delle miniature

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Dalla Stanza del milione s'intravede il Gabinetto delle miniature. E' adorno di un gran numero dipinti di piccolo formato, in parte firmati, opera del marito e dei figli di Maria Teresa. Il tavolino per la prima colazione è imbandito di porcellane dell'Ottocento provenienti dalla Manufaktur Thun-Klösterle e realizzato per la corte di Praga dell'imperatore Ferdinando I, che abdicò.

Il salone degli arazzi
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Alle pareti di questo salone si vedono arazzi di Bruxelles del Settecento che rappresentano scene portuali e di mercato. Il grande arazzo centrale raffigura il porto di Anversa. Le sei poltrone sono anch'esse rivestite di arazzi che mostrano i dodici mesi dell'anno e i segni zodiacali. Utilizzata da ultimo come salotto dalla madre dell'imperatore Francesco Giuseppe, la sala fu arredata con la decorazione odierna dopo la morte dell'arciduchessa Sofia, in occasione dell'esposizione universale di Vienna del 1873.

Lo studio dell'arciduchessa Sofia

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Questa camera fu arredata nell'Ottocento come studio dell'ambiziosa madre di Francesco Giuseppe, l'arciduchessa Sofia, che perseguì energicamente e con successo l'obiettivo che si era prefissa, ossia portare suo figlio sul trono asburgico. Nel 1848 Francesco Giuseppe successe allo zio Ferdinando come imperatore d'Austria. In origine questa sala era una biblioteca, e dietro le pannellature mobili si trovano gli scaffali per i libri.

Il salone rosso

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Nel Salone rosso sono esposti vari ritratti di imperatori asburgici, fra cui Leopoldo II, che succedette al fratello Giuseppe II per un breve periodo di regno. Il dipinto sulla sinistra ritrae il figlio Francesco, suo successore, che fu dal 1792 in poi l'ultimo imperatore del Sacro Romano Impero col nome di Francesco II. Nel 1806 egli si vide costretto a sciogliere il Sacro Romano Impero a causa delle guerre napoleoniche. Già due anni prima aveva elevato le Terre della corona asburgica alla dignità d'Impero d'Austria. Così Francesco II, ultimo imperatore del Sacro Romano Impero della Nazione Germanica, divenne Francesco I, primo imperatore d'Austria.

Il gabinetto orientale della terrazza

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Il Gabinetto orientale della terrazza, che dal 1775 viene detto anche Gabinetto dei fiori per le pareti affrescate di ghirlande di fiori, affaccia sul lato del Cortile d'onore e consentiva ai membri della famiglia imperiale di accedere ad una terrazza al di sopra delle arcate che delimitano il Cortile d'onore. Il soffitto è decorato di dipinti pregevoli. Il trompe l'œil eseguito da Johann Zagelmann intorno al 1770 mostra un cielo popolato di putti nel colorismo tenue tipico del rococò.

La stanza dell'impero

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In questa camera nacque nel 1830 Francesco Giuseppe. I parati originali in carta con un motivo di foglie stampate risalgono all'epoca in cui le sale furono abitate dai genitori di Francesco Giuseppe, Francesco Carlo e Sofia, e questa camera fungeva da stanza da letto. Oggi vi è esposto l'unico letto di parata della corte di Vienna che si sia conservato. Fu realizzato all'epoca delle nozze di Maria Teresa, ed era collocato originariamente nell'appartamento dell'imperatrice nella Hofburg di Vienna. Il sontuoso letto in velluto rosso dai preziosi ricami d'oro era accompagnato anche dal rivestimento murale, con un ricamo a motivi architettonici. Sino al 1947 il letto da parata fu esposto nell'ex camera da letto di Maria Teresa, nella Hofburg, dal 1980, dopo un intervento di restauro, si trova invece in questa stanza.

Lo studio e salotto di Francesco Carlo

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L'ultimo ad abitare in questa sala, come nel salotto adiacente, fu l'arciduca Francesco Carlo, padre dell'imperatore Francesco Giuseppe. Gli arredi odierni risalgono al 1878, dopo la morte dell'arciduca.
I dipinti che addobbano il suo ex studio ci riportano per un'ultima volta all'epoca di Maria Teresa. Il celebre ritratto di famiglia di Martin van Meytens e bottega mostra Francesco Stefano e Maria Teresa circondati da undici dei loro sedici figli sulla terrazza del castello di Schönbrunn. Il quadro non ritrae i due figli nati successivamente e i tre che erano già morti.

La cappella privata

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La cappella a pianterreno consacrata a santa Maria Maddalena fa parte del primo castello costruito da Fischer von Erlach, e non ha subito cambiamenti di rilievo. Nel 1728 ne erano stati comunque non soltanto terminati i lavori di costruzione, ma ultimati persino gli arredi (probabilmente su progetto di Andrea Pozzo). Dopo il 1740 Maria Teresa fece spostare il portale della cappella, trasformando e accrescendo il numero degli oratori e dei matronei, cui si poteva accedere dalla Sala delle cerimonie. Fino al 1744 furono anche rinnovati gli interni. L'imperatrice fece montare sul soffitto i dipinti di Daniel Gran e sostituì alla pala d'altare di Joh. Michael Rothmayr (La visione di santa Maria Maddalena, oggi nella chiesa degli Agostiniani), un dipinto di Paul Tröger (Le nozze di Maria). Per questo dipinto Georg Raphael Donner progettò l'altare di marmo e creò un rilievo per il tabernacolo, mentre il suo allievo Franz Kohl realizzò un nuovo dossale e la cornice.
L'arcivescovo di Vienna, conte Sigismondo Kollonitsch, consacrò la cappella il 20 aprile del 1745. Maria Teresa e la corte al completo presero parte alle celebrazioni, che durarono quattro ore.

I giardini

La grande parterre
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Il labirinto

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La fontana di nettuno

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Rovina romana

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Denominata anticamente “Rovina di Cartagine”, la Rovina romana sorge ai piedi dell’altura boschiva di Schönbrunn. Progettata da Johann Ferdinand Hetzendorf von Hohenberg, fu costruita nel 1778 e perfettamente inserita nella natura circostante: era concepita come una scenografia romantica da giardino, sull’ispirazione di analoghi ruderi costruiti già prima della metà del Settecento in Inghilterra, ma che soltanto alcuni decenni più tardi trovarono ampia diffusione.

La bella fonte
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La fontana rotonda

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Il giardino del principe ereditario

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La Gloriette

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Il giardino botanico
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L'Orangerie

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Il museo delle carrozze

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Edited by estella - 14/8/2007, 16:21
 
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sofonisba
view post Posted on 14/8/2007, 14:22




E' veramente bellissimo ed interessantissimo! Grazie!
 
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-enry1973
view post Posted on 14/8/2007, 16:53




Un BRAVA a Esty che ha travasato con santa pazienza il sito di Schonbrunn nel nostro forum!!!!!! :cd08785afu4.gif: Che nostalgia... se penso che un mese fa ero li :33op4.gif:

Lo scrittoio di Maria Antonietta che compare in una foto era anche il preferito di Sissi perchè poteva scrivere restando in piedi. Sappiamo tutti quanto noon riuscisse a stare seduta per più di qualche minuto.

Quando si fa la visita a Schonbrunn ti fanno passare per un salottino dove sono esposti gli arazzi che Luigi XVI regalò a Giuseppe II dopo la visita risolutiva che lo convinse a farsi operare e risolvere il suo piccolo problema.
 
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Harika
view post Posted on 14/8/2007, 17:28




E' decisamente molto bello ma penso che un po' tutte le reggie siano bellissime... o no?
 
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-enry1973
view post Posted on 14/8/2007, 17:36




Personalmente, dopo averne visitate a centinaia, credo che Schonbrunn mantenga intatto un fascino che le altre regge hanno un po' perso. Sarà che mantiene intatto il fascino che gli volle dare Maria Teresa... Gli appartamenti di Francesco Giuseppe e Sissi, infatti, molto più semplici nell'arredo e "borghesi" sono stati allestiti senza compromettere le sale teresiane. Pur essendo un palazzo fastoso e enorme non perde il senso delle proporzioni.
 
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Harika
view post Posted on 14/8/2007, 17:45




A prima vista sembra piu' fastoso di Versailles, per non parlare di Buckingham Palace. In realta' sono rimasta abbastanza delusa da Londra...
Quello che mi ha molto colpito di queste residenze austro tedesche e' la cura che ci mettono nel mantenere i giardini e soprattutto, il fatto che sono interamente aperti al pubblico (cosa che non sempre si ha qui in Italia).
 
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-enry1973
view post Posted on 14/8/2007, 17:49




Il confronto con Versailles salta all'occhio. Versailles è più grande, forse troppo. Tutto si perde nella mastodontica grandezza degli ambienti e i vari monarchi hanno operato modifiche che non lasciano al castello un'unica "impronta". Schonbrunn mantiene lo stile della padrona di casa e il tutto, essendo più personale e misurato nelle dimensioni, fa sembrare gli ambienti più fastosi. Comunque in un certo qualmodo lo sono...
 
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view post Posted on 17/8/2007, 21:07

imperatore

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Che meravigliaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!

Dobbiamo andare a vederlo!!!!!!!!!!
 
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MARIE ANTOINETTE REINE
view post Posted on 20/8/2007, 20:40




CI SONO RITORNATA I PRIMI DI AGOSTO,E QUESTA VOLTA CON + CALMA DALLA MATTINA ALLA SERA...

FANTASTICO SIA DETRO(40 STANZE,TOUR COMPLETO) SIA FUORI GIARDINI E DEPANDANCE,LABIRINTO,ZOO,GLORIETTE,TEATRO,MUSEO DELLE CARROZZE,GIARDINO PRINCIPE EREDITARIO,FORNI DI CORTE ECC..

RICHIAMA TUTTO ALL'EPOCA DI MARIA TERESA:DIREI SCHONNBRUNN E' MARIA TERESA E FAMIGLIA!

HO RISSAPORATO LE STANZE,RITRATTI,DI MARIA TERESA E I NUMEROSI FIGLIOLI,SOPRATTUTTO AMMIRATO IL GUSTO,LA RAFINATEZZA,LA GRAZIA,NEL MODO DI ARREDARE DI TALE IMPERATRICE PERFINO I DISEGNI IN MINIATURA CHE I LORO FIGLI FACEVANO E FIRMAVANO...

MARIA TERESA AMAVA SCHONNBRUNN,E COSI IN PARTICOLARE ALCUNE FIGLIE,TALE PASSIONE E' STATA TRAMANDATA FINO ALL'IMPERATORE FRANCESCO GIUSEPPE...

SISSI INVECE QUI ALMENO SI SENTIVA PIU' LIBERA RISPETTO ALLA HOFBURG ANCHE SE NON L'AMAVA...

IN ORIGINALE SCHONBRUNN ERA DI COLORE ROSA CONFETTO E BIANCO IL GIALLO FU DATO NELL'800,DETTO APPUNTO GIALLO SCHONBRUNN.

SE VERSAILLES E':IMPONENTE,GRANDISSIMA,L'ENBLEMA DELLA SOVRANITA ASSOLUTA,QUI SCHONBRUNN APPARE UNA REGGIA QUASI BORGHESE,+ INTIMA,PRIVATA,IN QUELL'ATMOSFERA DI SERENITA' E GAIEZZA FAMILIARE VOLUTA DA MARIA TERESA...

AH! SCHONNBRUNN :PROPRIO UNA BELLA FONTE!

MARIE ANTOINETTE REINE :wub:
 
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view post Posted on 22/8/2007, 22:17
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Grazie mille Estella, che splendida galleria!
Non è facile trovare tante foto delle sale di Schonbrunn,
e soprattutto non è facile vederle tutte insieme!
:em0414fwob2wi9.gif:
Che meraviglia... Sono assolutamente d'accordo con Enry,
Schonbrunn non perde il senso delle proporzioni e, pur essendo
una reggia tra le più belle d'Europa, visitandola si ha ancora
l'impressione di avvertire la vita quotidiana che si svolgeva nelle
sale e tra i corridoi.
Insomma, mica male come casa di campagna!
:cd08785afu4.gif:
 
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view post Posted on 28/8/2007, 22:22

imperatore

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Esatto Ladyreading!!!!

è fenomenale!!!!

ed è così elegante... a vedere Shonbrunn (dalle foto... magari lo vedessimo dal vivo!) ci sembra che l'anima di Sissi vi aleggi ancora là dentro...
 
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Agnesina
view post Posted on 29/8/2007, 16:13




Meravigliose queste immagini, complimenti a Estella!
Ci sono stata tanto tempo fa, ma conto di tornarci presto!!

Secondo me però si sente più lo spirito di Maria Teresa e del rococò, più che quello di Sissi...
 
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-enry1973
view post Posted on 29/8/2007, 17:57




Hai ragione, a Schonbrunn e alla Hofburg si.
 
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roberto 88
view post Posted on 4/9/2007, 20:26




CITAZIONE (-enry1973 @ 14/8/2007, 18:49)
Il confronto con Versailles salta all'occhio. Versailles è più grande, forse troppo. Tutto si perde nella mastodontica grandezza degli ambienti e i vari monarchi hanno operato modifiche che non lasciano al castello un'unica "impronta". Schonbrunn mantiene lo stile della padrona di casa e il tutto, essendo più personale e misurato nelle dimensioni, fa sembrare gli ambienti più fastosi. Comunque in un certo qualmodo lo sono...

bhè ma tutti gli appassionati sanno che schonbrunn è stato costruito con la base di essere una versailles austro-tedesca
maria teresa gli diede quel tocco femminile e quel toco tedesco che a versailles di sicuro mancava
poi fece costruire la villa reale di monza per il figlio ferdinando carlo sulla base di schombrunn così che il figlio si sentisse sempre a casa
però schombrunn è schonbrunn e la villa reale di monza a schombrunn ci fa un baffo
W SCHONBRUNNNNNNNNNN!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Fede Tere

Edited by -enry1973 - 4/9/2007, 23:14
 
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sissi1991
view post Posted on 5/9/2007, 11:22




ohhhhhhhhhhh!
a vedere queste immagini...mi viene nostalgia!
voglio tornare a vienna!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! :cry: :cry: :cry: :cry: :cry: :cry: :cry: :cry: :cry: :cry: :cry:
 
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87 replies since 13/8/2007, 23:52   10679 views
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