| Il canto del domino giallo Long, long ago
Te ne ricordi? Quel salone illuminato nella notte, Tanto, tanto, tanto tempo fa Dove due cuori si incontrarono Tanto, tanto, tanto tempo fa
In quel luogo ebbe inizio la nostra strana amicizia, amico mio Te ne ricordi ancora, talvolta? Ricordi le parole tanto intime Che ci scambiavamo al ritmo della danza?
Un’ultima pressione della mano, e dovetti fuggire, No, non potevo svelarti il mio viso Ma illuminai la tua anima. Ed era molto di più, amico mio!
Da allora sono trascorsi, fuggiti gli anni, Ma senza mai riunirci. Nella notte il mio sguardo scruta le stelle, Ma esse rimangono mute, senza risposta
Talvolta ti credi vicino a me, e poi di nuovo tanto lontano Sei forse già un’altra stella? Sei vivo? Allora inviami un segno alla luce del giorno! Oso appena attenderlo, sperarlo. E’ trascorso tanto tempo, oh, tanto tempo, Non farmi più attendere, Più attendere!
Questa è l’ultima lettera che Elisabeth scrisse a Frederic Pacher nel 1886: io la trovo di un romanticismo e di un sentimento che fa venire le lacrime agli occhi. Come al solito tecnicamente non sarà granchè, ma ci fa capire molto di lei. Solo quest’avventura del domino giallo e di Pacher è così piena di fascino che meriterebbe un film a sé. In essa si vede tutto l’amore di Sissi per la libertà, la volontà di essere libera di amare ed essere amata come una semplice dama e non come l’inarrivabile imperatrice. Nelle sue lettere mostra, è vero, più narcisismo che amore verso il povero Pacher, ma mi fa comunque commuovere lo spirito fantasioso e anelante all’amore e all’avventura della nostra Elisabetta.
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