| Negli anni '60, le iniziative del Partito Carlista in Spagna guidato da Carlos Hugo videro anche l'impegno delle sorelle. Parlando di dame carliste non possiamo dimenticarci di loro. Ve le ricordate quelle bellissime fanciulle aristocratiche che abbiamo visto nel forum gemello, nel topic "I figli di Roberto di Parma" ( http://ladyreading.forumfree.it/?t=42206432)? Ho trovato anche le loro foto singole, da giovani; alcune erano proprio belle: Francoise (1928) e Marie Thérèse (1933) Cecile (1935) e Marie des Neges (1937). Come vi dicevo una sola si è sposata. la prima, Francoise. Eccone due di loro oggi, in una foto che è un concentrato di aristocratici: Da sinistra: Charles Emmanuel de Bourbon Parme, l'Arciduchessa Catarina d'Austria, Marie Thérèse de Bourbon Parme (vestita di rosso) e sua sorella Cecile, il marito di Catarina, conte Massimiliano Secco d'Aragona. Ho trovato su di lei un interessante articolo del "Corriere della sera" di qualche tempo fa e lo riporto di seguito, perchè contiene molti spunti di carattere storico. PARMA. MARIA TERESA DUCHESSA ROSSA. Lotto' tra i minatori delle Asturie, ma dice: " In Italia chiamatemi altezza reale "
Erede di Maria Luigia di Borbone, parente di re Juan Carlos, a settembre verra' nella reggia degli avi. Maria Teresa la rossa: i lealisti che arrivano a Parma restano confusi davanti a una duchessa alla quale si attribuisce uno strano colore politico. Con imprecisione, travisando l' umanesmo profondo del cristianesimo respirato in casa del padre Saverio e mescolato al socialismo vissuto negli anni delle battaglie carliste fra i minatori delle Asturie. Saverio, amico di Pio XII quand' era ancora monsignor Pacelli, aveva guidato i gruppi cristiani della Comunione Tradizionalista. Ma lei, Maria Teresa, con le sorelle Cecilia e Maria das Nieves, bellissime infanti di Spagna, si erano strette in modo diverso attorno a Carlos Hugo, il fratello che fino all' ultimo minuto ha conteso a Juan Carlos il trono. Vent' anni di battaglie. Non sul campo, ma attorno ai matrimoni nell' Europa delle monarchie, e con una trama infinita di lettere e discussioni o raduni eucaristici che servivano a far pendere la simpatia verso un ramo dei Borbone o l’altro. Maria Teresa e le altre avevano scoperto un cattolicesimo da coniugare con una parola pericolosissima: democrazia. Intanto la contesa centenaria fra i Borbone alla fine esce dalle sfumature araldiche per obbedire ad una realta' piu' concreta, decisa da chi non ha in casa quarti di nobilta' . Il generalissimo Franco si autoproclama arbitro della storia e sceglie i Borboni conservatori che considera piu' malleabili. Nessuno immaginava come Juan Carlos, dopo aver giurato fedelta' alla dittatura, dovesse cambiare fedelta' e convivere con la democrazia. Pensare che Carlos Hugo, Maria Teresa e gli altri Borbone Parma hanno perso la corona proprio per aver predicato, e subito, una societa' contraria all' universo grigio ed ossessivo dei militari franchisti. Ai quali i cugini si erano, invece, inchinati. Storia che un po' disorienta certi lealisti parmigiani. Da mezzo secolo Parma affida il suo governo comunale alla sinistra, eppure bianchi e rossi continuano ad invocare nostalgia per l' altra signora che ha regnato nella citta' : Maria Luigia, figlia dell' imperatore d' Austria, moglie di Napoleone. Il suo era un governo ad personam. Si trattava di sistemarla in qualche modo dopo Waterloo e l' esilio perpetuo a Sant' Elena del marito, Napoleone. Lei muore, e, dall' attesa di Lucca, i Borbone tornano a Parma. Ma un secolo e mezzo dopo la citta' continua a non amarli fino in fondo. Sospira sempre la Maria Luigia di passaggio. Non a caso il Borbone Carlo III e' stato il solo sovrano ucciso nell' Italia del Risorgimento. Forse per un intrigo amoroso. Forse un complotto di corte ispirato dalla moglie francese, Luisa Maria: tradita per un' amante giovanissima incontrata da Carlo sulla spiaggia di Viareggio. Amore che il marito, fregandosene delle convenienze, aveva esibito "perfino alla corte di Spagna". Vacanza un po' kitsch: Carlo III, spirito nobile di contadino, saltava sopra i tavoli dei pranzi di gala "per sbalordire principi ben piu' importanti". E ogni salto "tagliava la testa a moltissimi bicchieri di cristallo". "Mio padre Saverio - racconta adesso Maria Teresa di Borbone - attribuiva il delitto alla Mano Nera...". Ma l' ombra dell' anarchia di un tardo Risorgimento che arma la mano dell' assassino di Sarajevo, forse non c' entra col "sangue a Parma". Tra virgolette perche' e' il titolo di un libro straordinario scritto da Elio Vittorini e Giansiro Ferrata. Quante storie sulle principesse parmensi che precedono Maria Teresa nel calendario delle successioni. Un po' gay Isabelita, figlia di don Filippo: a meta' del settecento lascia Parma per sposare Giuseppe d' Asburgo. Si innamora, ricambiata, della cognata Maria Cristina, detta Mimi' . Lettere e carezze talmente appassionate da far arrossire gli scavatori che frugano gli archivi di Vienna. Quante storie sulla principessa Maria Luisa, sorella minore di Isabelita: a 13 anni parte da Parma per sposare l' erede al trono di Madrid, principe delle Asturie. Ma il suo cuore "e' vizioso; l' egoismo portato all' estremo. Non c' e' donna che sappia mentire meglio di lei". Goya le fa il ritratto mentre la regina trasforma l' amante guardia del corpo, Manuel Godoy, nel piu' potente dei governanti spagnoli. Storie di altri secoli che Maria Teresa di Borbone, la principessa di oggi, allontana con un sorriso. La sua casa non e' una reggia, ma un appartamento, in un quartiere residenziale, di un' intellettuale che insegna scienze politiche all' universita' . Arredamento scarno, quasi distratto. Da qualche parte deve pur conservare i ricordi di famiglia, ma il posto dove parliamo raccoglie solo segni di viaggi che illuminano i suoi racconti. La luna sopra Venezia; scatole cinesi; terrecotte dell' India o il Nicaragua dei sandinisti. Piu' intensa la frequentazione che approfondisce l' Islam, dal Magreb alla Palestina. Magreb: "Nuestro Poniente Proximo" e' l' ultimo suo libro uscito un anno fa. La sigla dell' editore fa capire qualcosa: "Edicciones Libertarias". Pubblicano nella stessa collana scrittori come Juan Perucho (lo traduce Rizzoli) e Fernando Savater. Savater, che vive a Fuentarrabia, e' un castigliano inquieto, sospettato fino all' arresto di simpatie per la causa basca. Maria Teresa non e' mai stata arrestata, ma anche lei predicava ai minatori delle Asturie. Una volta Savater mi ha mostrato la foto dei "carabineiros" che gli fanno traversare la strada col fucile puntato alle spalle. Il profilo di Maria Teresa di Borbone Parma esce dalla grande storia con questo carattere diverso. Per noi che veniamo dall' Europa delle repubbliche puo' essere complicato capire come un giornalista debba comportarsi in un Paese dalla ritrovata monarchia. L' articolo 491 della legge organica del codice penale spagnolo promette una pena da 6 a 24 mesi a chi utilizza in una forma ritenuta dannosa "l' immagine del re e di qualsiasi suo ascendente, o discendente, o della regina consorte" e di tutte le altre altezze reali, compreso ogni membro della reggenza. Si lascia facolta' al giudice di stabilire quanto e' grave il "non rispetto", e se "non rispetto" davvero c' e' stato. Il codice preferisce non precisarlo, ecco il problema. Con questa insicurezza devo subito chiedere una cosa a Maria Teresa di Borbone Parma. Con lei posso discutere sull' Islam o sul Messico che cambia (altro suo libro), ma con quali parole per non sgualcire la terribile etichetta o far sorridere la sua intelligenza? " "Devo chiamarla professoressa, principessa o altezza reale?" "Come crede - risponde Maria Teresa. - Una sola cosa mi lascia perplessa. Se mi interpellano pubblicamente ripeto sempre: scegliete voi. Ma non capisco quando ci si rivolge a chi mi sta vicino dicendo "signor marchese"; non capisco, perche' non mi si debba definire, allora, "altezza reale". Sembra una contraddizione, se il paragone e' la mia vita di ogni giorno. Ma il titolo viene dalla storia, e la storia va rispettata". Assieme a Carlo Ugo, duca titolare che vive negli Stati Uniti, ai nipoti e alle sorelle, in settembre Maria Teresa visitera' Parma. Si preparano feste e cerimonie ufficiali. "Parma e' davvero rossa, anche se un po' scolorita, ma l' anima resta - le ricordo. - In quale modo si aspetta che le rivolgano la parola?". "Chiamandomi "altezza reale", suppongo. Loro ci ricevono non come sudditi, ma come ambasciatori della storia. C' e' un aneddoto. L' imperatore Francesco Giuseppe, ormai vecchio, doveva incontrare un leader operaio. Il cerimoniere di corte mando' a chiamare il leader operaio e lo catechizzo' : "Puoi vedere il re solo indossando il frac". Non lo mettero' mai...", fu la risposta. Allora il cerimoniere corre da Francesco Giuseppe: "Maesta' , c' e' un problema: non vuol indossare il frac". L' imperatore si arrabbia: "Non voglio parlare con un frac. Ho bisogno di parlare con un uomo che dirige operai inquieti...". E il colloquio avvenne senza frac. Alla fine l' imperatore chiese al visitatore un po' ribelle: "Toglimi la curiosita' : perche' non hai voluto indossare il frac?". E l' altro rispose: "Maesta' , il suo protocollo e' il frac. Il mio protocollo e' il non frac". E l' imperatore quasi sorrise. Credo, insomma, che ognuno debba usare il proprio linguaggio. Non si puo' imporre, in un modo o nell' altro, una cultura diversa alle persone". "All' universita' come la chiamano?" "I colleghi, Maria Teresa. I ragazzi sono venuti a dirmi: possiamo darti del tu? Agli altri professori diamo del tu... Meglio di no, ho risposto. Quando ci incontriamo per strada magari diventiamo amici, ma all' universita' preferisco difendere la mia timidezza, e l' incapacita' ad essere troppo severa, dietro una forma che riesca un po' a tenere le distanze".
La storia di Maria Teresa ha occupato per anni i giornali. Nell' Europa che le formalita' congelavano nelle divisioni tra protagonisti di sangue blu e nuovi ricchi che cominciavano a scalare la mondanita', destava scalpore l' immagine delle belle principesse confuse fra minatori e operai; nelle corsie degli ospedali, volontarie dopo qualche disastro. Un certo garbo pubblicitario giocava con le immagini mettendo in conto il futuro democratico della Spagna. Poi le solite chiacchiere: Maria Teresa forse sposa a re Baldovino. Maria Teresa che diventa l' antagonista al trono della principessa Maria Sofia. L' ultimo duca di Parma, Carlos HUgo, vive lontano dall' Europa: lavora negli Stati Uniti. Il gioco degli esili li ha fatti nascere altrove. Juan Carlos, il re di oggi, a Roma. Carlos Hugo, Maria Teresa e le sorelle, a Parigi. Se il loro trisavolo, Roberto I, ultimo duca a regnare bambino sulla citta' , e' stato il principe piu' ricco del continente in quell' Ottocento che finiva, l' esercito dei nipoti ha investito in modo diverso le fortune. Carlos Hugo, Maria Teresa e Cecilia, per esempio, hanno speso molto per la causa carlista nel sogno del trono di Madrid. Sisto, altro fratello Borbone Parma, si e' staccato polemicamente dalla loro "sinistra" per restare fedele alla destra integralista della Comunione Tradizionale. Poi Carlos Hugo ha sposato Irene, figlia della regina d' Olanda. Un divorzio e quattro figli. Due vivono in America, due con Irene. In settembre verranno a visitare Parma nel loro primo viaggio ducale. Arrivera' il principe ereditario Carlos Saverio, 26 anni, laureato in scienze economiche negli Usa. Ma adesso e' iscritto a Cambridge: studia storia, parla bene italiano. "Principe di Piacenza", informa l' esperto d' araldica. Poi Margherita, "contessa di Colorno", Giacomo, "conte di Bardi", e Maria Carolina, "marchesa di Sala Baganza". Sono posti dove i ciclisti della domenica vanno a pedalare, a mangiare il culatello o a prendere fresco sotto i pergolati. Nessuno, in questa campagna, sospetta una nobile tutela: lontanissima, eppure che non rinuncia alla storia. Fa sorridere il passato quando si specchia nei padroncini della vita dei nostri giorni, ma poi penso al racconto di Maria Teresa: Francesco Giuseppe e l' operaio senza frac.Chierici Maurizio (13 luglio 1996) Edited by elena45 - 23/1/2010, 12:00
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