| tra l’altro non inventandosele ma, come abbiamo visto, sulla base di dati storici reali e grazie a questa ascendenza Carlo III presentò la propria candidatura al trono di Francia. Peraltro tali diritti gli derivavano anche dal fatto di aver sposato la figlia di Enrico II, ma a contrapporsi alle sue ambizioni si presentavano numerose difficoltà: in primis l’ostilità dei protestanti, che temevano lo scatenarsi di persecuzioni feroci con un principe lorenese sul trono, e poi perché i suoi cugini di Guisa, capi della Lega Cattolica e principali esponenti in Francia del cattolicesimo intransigente, erano già i prescelti dalla fazione cattolica per la successione ai Valois, grazie anche al fatto di essere la più potente famiglia nobile francese; e di certo non intendevano lasciarsi portar via la possibilità dai loro cugini duchi. Per questo si addivenì ad un compromesso fruttuoso per entrambe le parti: da un lato Enrico di Borbone abiurò, come è noto, la fede calvinista, abbracciando quella cattolica (Parigi val bene una messa), e potè così succedere al trono francese con il sostegno dei Lorena, sui acerrimi nemici fino al giorno prima; la rinnovata intesa fu siglata, come al solito, da una serie di matrimoni. Due dei figli che Enrico aveva avuto dalla sua favorita Isabelle d’Estrees, il primogenito Cesare duca di Vendome e la secondogenita Cterina Enrichetta sposarono membri della Casa di Lorena: il primo la principessa Francesca di Lorena-Mercoeur, discendente da Antonio di Lorena e dalla moglie Renata di Borbone, e la seconda invece Carlo II di Lorena-Guisa, duca d’Elbeuf e conte d’Harcourt, un prnipote di Claudio di Guisa e discendente di una delle più antiche famiglie francesi, quella dei conti d’Harcourt; la stessa sorella di Enrico invece, la principessa Caterina di Lorena, sposò il primogenito ed erede di Carlo, il principe Enrico. Nell’ultima parte della sua vita Carlo si dedicò insieme al fratello cardinale, anche lui Carlo, l’università di Pont-à-Mousson, la capitale del ducato di Bar, affidandola ai gesuiti, nell’ottica dei dettami del Concilio tridentino; ampilò inoltre la città di Nancy e fondò le città di Clermont-en-Argonne, Lunèville e Stenay. Morì nella sua capitale il 14 maggio 1608.
tra l'altro sapete che cosa ho scoperto? Che ci sono possibilità storiche che gli Asburgo discendano dai Merovingi in linea diretta: non c'è certezza ovviamente, ma è bello a pensarci, anche per mandare a quel paese dan brown e tutte le sue boiate
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