L'Ottocento di Sissi e Ludwig II

Rodolfo D'Asburgo, il figlio di sissi

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roberto 88
view post Posted on 4/8/2007, 15:19




Rodolfo nacque il 21 agosto 1858 nel castello di Laxenburg, presso Vienna, primo (ed unico) figlio maschio dell’imperatore Francesco Giuseppe e di Elisabetta di Baviera.
Sotto l’influenza del suo tutore Ferdinand von Hochstetter (destinato a divenire il primo direttore del Naturhistorisches Museum), Rodolfo si appassionò alle scienze naturali, cominciando, assai giovane, una collezione di minerali.


In contrasto con le attitudini conservatrici del padre, Rodolfo coltivò una visione politica spiccatamente liberale, più vicina a quella della madre (alla quale, peraltro, la legava un rapporto piuttosto formale e non ricco di calore). Egli era, forse, ostile al patto di ferro che legava Vienna alla Germania di Guglielmo II.
A Rodolfo, il padre, non affidò mai importanti mansioni di politica interna proprio perché le sue idee erano assai distanti da quelle del figlio. Tuttavia riconobbe in Rodolfo uno straordinario uomo diplomatico e per questo, dopo una certa età, venne mandato in tutta Europa a negoziare e rappresentare la monarchia asburgica.


Il 10 maggio 1881, Rodolfo sposò la principessa Stefania del Belgio, figlia del re dei belgi Leopldo II. La cerimonia venne celebrata nella antica Chiesa degli Agostiniani di Vienna, con la pompa e lo splendore di un matrimonio di stato. Rodolfo sembrava sinceramente innamorato, nonostante la madre giudicasse la nuora come una "sciocca impacciata".
Il rapporto, poi, degenerò e, già all’epoca della nascita della loro unica figlia, l'Arciduchessa Elisabetta, il 2 settembre 1883, il matrimonio era già in crisi e Rodolfo si rifugiava nel’alcool e in compagnie femminili di passaggio.
Le idee di Rodolfo, ora, venivano contrastate anche dalla moglie. Rodolfo, proprio per le sue idee ritenute rivoluzionarie, veniva spesso fatto pedinare dalla corte asburgica. Le sue frequentazioni erano viste con molto sospetto e da molti era ritenuto un socialista. La sua passione per l'ornitologia era grande. ebbe sempre forti legami con l'Ateneo viennese e veniva spesso invitato all'inaugurazione di fiere e mostre di tema scientifico. La sua passione e bravura nel campo erano indiscusse. Dopo aver contratto una malattia sessuale per un rapporto con un'attrice polacca, ed averla trasmessa anche alla moglie Stefania, era sicuro di non poter più avere figli maschi e di non dare, dunque, un erede al trono. Le avventure amorose extraconiugali di Rodolfo si fecero sempre più numerose. La più importante delle sue amanti fu Mizzi Caspar. Solo poco prima del suicidio, ormai fisicamente e psicologicamente debilitato dall'alcool e dalla morfina, conobbe Maria Vetsera.




Rodolfo e Stefania del BelgioNel 1887, Rodolfo acquistò un edificio di campagna a Mayerling e lo adattò a casino di caccia. Nell’autunno del 1888, all’età di 30 anni, incontrò la diciasettenne baronessa Marie Vetsera. Questa lo adorava e si diceva pronta a tutto per lui. Le testimonianze concordano con l’impressione che Rodolfo non condividesse tale illimitata passione, benché non le fosse indifferente.



Il ‘patto di suicidio’ di Mayerling [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Fatti di Mayerling.

All’indomani del suicidio, la versione ufficiosa attribuì la tragica decisione alla richiesta, avanzata da Francesco Giuseppe al figlio, di troncare la relazione. Rodolfo avrebbe sparato alla testa dell’amante, per poi uccidersi egli stesso. In ogni caso, al fine di permetterne il seppellimento all’interno del mausoleo degli Asburgo (la Cripta dei Cappuccini) Rodolfo venne dichiarato in stato di ‘disordine mentale’.
Il cadavere della Vetsera venne, invece, traslato nel cuore della notte e segretamente sepolto nel cimitero della abbazia di Heiligenkreuz. Francesco Giuseppe trasformò Mayerling in un convento penitenziale delle suore carmelitane.


Conseguenze del suicidio [modifica]
La principessa Stefania e la ultima lettera indirizzatale e firmata "Rodolfo"La morte dell’erede al trono provocò la crisi definitiva del matrimonio fra Francesco Giuseppe ed Elisabetta di Baviera, circostanza che apparive evidente a tutti gli osservatori contemporanei.
La carica di erede al trono venne, quindi, trasmessa all’ultimo fratello ancora vivente di Francesco Giuseppe, l’arciduca Carlo Ludovico. Dopo la sua morte, il 19 maggio 1896, l’onore passò al di lui figlio maggiore, arciduca Francesco Ferdinando. Dopo il suo assassinio a Sarajevo, il 28 giugno 1914, l’onore passò al figlio del di lui fratello, Carlo. Sarà, finalmente, quest’ultimo a succedere al vecchio Francesco Giuseppe, dopo la sua morte, avvenuta il 21 novembre 1916.


Probabilmente, se Rodolfo fosse sopravvissuto, Francesco Giuseppe avrebbe forse abdicato in suo favore (come già aveva fatto, costretto, il suo immediato predecessore, Ferdinando I). Ciò che rifiutò, invece, di fare, a favore dell’assai poco amato Francesco Ferdinando.

La grande collezione di minerali di Rodolfo venne depositata presso la facoltà di agricoltura dell’Università di Vienna.

fede tere
 
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-enry1973
view post Posted on 4/8/2007, 16:27




Grazie per questa scheda.

L'unica cosa che non condivido è l'ipotesi finale di un'abdicazione di Francesco Giuseppe a favore di Rodolfo. Francesco Giuseppe non aveva molta fiducia in quel figlio instabile, nevrotico e dalle idee troppo liberali. Probabilmente il loro conflitto personale si sarebbe risolto in un litigio insanabile e, comunque, suicidio a parte, la salute di Rodolfo era gravemente compromessa. Non sarebbe sopravvissuto al padre.
 
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roberto 88
view post Posted on 4/8/2007, 19:50




ah nn lo so enry io la scheda l'ho scaricata da internet nn sono stata lì a leggerla nei minimi particolari perchè, pignola come sono, avrei cancellato i modifiva ecc ecc
comunque grazie per l'informazione.

fede tere
 
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sofonisba
view post Posted on 4/8/2007, 19:57




Non sono completamente d'accordo sulla corrente interpretazione della vicenda dell'Arciduca Rodolfo.
Forse perché ebbi la fortuna di leggere un libro che - secondo me - offre una spiegazione logica e risolutiva della tragedia di Mayerling, pubblicato nei primi anni '80 da Gerd Holler.
Su Rodolfo non sono d'accordo con le conclusioni della Hamann che, bravissima biografa nel caso di Sissi, secondo me non è stata convincente su Rodolfo.
 
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-enry1973
view post Posted on 4/8/2007, 23:47




E come la pensi? Ci interessa molto!
 
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sofonisba
view post Posted on 5/8/2007, 00:20




Beh, si dovrebbe leggere quel libro... Holler è (o era, non so se sia ancora vivo) un medico di Baden, studioso anche di storia della medicina. Condusse una interessante ricerca sulle ricette di Corte di Vienna, per esaminare le cose da un punto di vista "clinico". Visto che Rodoflo era accusato di essere un mezzo pazzo, un morfinomane, e chi più ne ha più ne metta... ci voleva uno storico della medicina per dire qualcosa di nuovo!
Holler era convinto che Rodolfo non fosse tutte queste cose. Per quanto riguarda la morfina, dimostrò che la morfina, in quelle quantità, era usata semplicemente per scopi curativi; anche per le otturazioni dentarie. Tant'è che si parla di morfina anche nelle ricette prescritte ai suoi genitori o a sua moglie, senza che nessuno li abbia mai accusati di essere dei morfinomani.
I rapporti con il padre non erano affatto cattivi, e l'Arciduca non aveva motivi per puntarsi una pistola alla tempia.
So che invece ci sono testimonianze contrarie, la Hamann dedica un libro intero alla descrizione di quanto Rodolfo fosse depresso, c'è la Mitzi che avrebbe detto che Rodolfo le aveva proposto il suicidio.... Ci sono tutte queste "testimonianze" che secondo Holler (ed io condivido il suo parere) furono degli abili depistaggi, o peggio ancora autodifese da parte di persone coinvolte come la Vetzera madre o la Larisch, per non confesare una verità che allora - per la cattolicissima Casa d'Asburgo - era la più orribile ed inconfessabile delle verità.
In parole povere Holler sostiene che Rodolfo, avendo messo nei guai questa ragazza, abbia pensato (malconsigliato da gente idiota) di liberarsi e soprattutto liberare la ragazza del problema facendola abortire. Senza tener conto che un aborto praticato con i sistema dell'epoca, da una levatrice anziché da un medico, aveva oltre il 50% di probabilità di provocare una grave ed incurabile emorragia alla madre. Un sistema, se vogliamo, moderno di risolvere certi problemi.
Però le cose non andarono nel modo previsto, Maria ebbe delle complicazioni, e dopo alcune ore morì. La mattina in cui avrebbero dovuto ripartire insieme per Vienna Rodolfo si trovò con una ragazza morta (per colpa sua) nel letto. Ne trasse le logiche conseguenze.
Non so cosa farebbe in analoghe circostanze il figlio di qualche potente "padrone del mondo" di oggi; non oso pensare a quanti delitti farebbe commettere per sfuggire alle sue responsabilità.
Il figlio di Francesco Giuseppe, invece, ne trasse la sola conseguenza che poteva trarne un gentiluomo: si sparò un colpo alla tempia.
Personalmente sono cattolica e non approvo l'aborto, ma non posso pensare senza una profonda pena a questa storia, ed all'Imperatore, che dovette nei decenni successivi tollerare che su questa storia si versassero fiumi di inchiostro, e sulla memoria di suo figlio venissero riversati torrenti di fango. Senza poter smentire in nessun modo perché, per la concezione rigidamente cattolica del tempo, "tutto era meglio della verità".
A me, onestamente, l'Arciduca Rodolfo fa molta pena, se ha sbagliato ha pagato il prezzo più altro che possa pagare un essere umano, ed alla sua memoria porto rispetto.
 
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-enry1973
view post Posted on 5/8/2007, 13:37




Ricordo di aver letto un articolo che spiegava questa teoria. Assolutamente logica e comprovata dalle prove disponibili. per quanto riguarda la morfina è verissimo: al museo di Sissi è esposta la siringa con cui l'imperatrice si iniettava morfina per calmare i dolori dell'ischilagia al ginocchio. Però bisogna vedere quanta ne prendeva Rodolfo... e su questo non abbiamo prove certe... era una sorta di antidepressivo e oltretutto pare che avesse dolorini da malattia venerea da tenere a bada. Quanto alla teoria dell'aborto... che dire... non essendoci a disposizione l'autopsia è impossibile confermarla come smentirla.. però di figli illegittimi di sovrani e principi era pieno il mondo la famiglia Vetsera era talmente nota per la bramosia di denaro che una bella sommetta avrebbe messo tutto a tacere: parto segreto compreso. Ci sono poi le lettere spedite da lei alla madre dove preannuncia il suicidio premeditato... potrebbe anche essere capitato, come già era successo una volta, che la mania di Rodolfo di giocare con le pistole cariche possa aver causato un incidente irreparabile. E che dire della lettera scritta da Rodolfo quella sera alla madre: in cui dice di non essere degno di vivere perché ha ucciso. E anche il desiderio espreso nella lettera di essere seppellita con Rodolfo lascia pensare a un suicidio di coppia premeditato. Non credo invece alla teoria che suia stato ucciso per ordine di Francesco ferdinando, come sostengono in molti. Oppure la teoria che sia stato elimonato dai gesuiti, contro cui Rodolfo si era scagliato più volte. Sul fatto che Rodolfo andasse d'accordo col padre ho però dei dubbi più fondati: la scrivania dell'imperatore era piena di rapporti della polizia segreta contenenti articoli repubblicani scritti da Rodolfo sul principale quotidiano liberale austriaco e le sue continue macchinazioni con i ribelli ungheresi certo non dovettero andargli troppo a genio.

Certo la frae di Francesco Giusepe detta al re del belgio e riportata dall'ambasciatore austriaco fa riflettere: "Tutto è meglio più della verità"

Insomma un giallo di cui difficilemnte (credo mai) avremo la soluzione. Certo l'idea che Mary fosse incinta lascia un parallelo con Diana che fa riflettere: passano gli anni ma gli uomini non cambiano.

La cosa che mi ha sempre fatto venire i brividi di questa faccenda oscura è il viaggio che fecero fare in carrozza al cadavere di Mary: rivestita di tutto punto, con pelliccia e cappello, le legarono un'asse dietro la schiena per tenerla dritta, la fecero sedere in carrozza e, in mezzo ai due zii chiamati a recuperarlo, fu fatto portare a Heiligenkreutz
 
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sofonisba
view post Posted on 5/8/2007, 14:12




Holler concluse che una prova quasi definitiva si sarebbe potuta avere da una perizia sui resti della giovane Vetzera. Ne fece richiesta all'Abate di Heiligenkreutz, dove è sepolta la ragazza. E l'abate rispose in modo forse non abbastanza rispettoso per i superiori interessi della scienza, ma comprensibilissimo dal lato umano. Rispose che la povera ragazza, comunque fosse morta, sicuramente aveva cercato la morte volontariamente, e che dopo cent'anni non si aveva più il diritto di turbare la pace dei morti.
E con questo la teoria di Holler è condannata a non trovare mai una prova certa.
Però va aggiunto questo: che tutti fornirono loro versioni o (presunte) informazioni, ma che di molti fatti che si danno per certi mancano le prove. Anche delle stesse lettere di Maria a sua madre ed alla sorella, è la Baronessa Vetzera che ne parla, ma gli originali non ci sono pervenuti. Non parliamo poi della mezzana Larisch e del suo fantasioso libro.
Su molti libri si trova citata come se fosse certa la storia di Maria che guarda con insolenza l'A.Stefania e si rifiuta di salutarla durante un ricevimento. Una cosa addirittura impensabile.
Ma in realtà i documenti mancano. Sono stati distrutti. Il segreto è stato ben custodito.
Quanto a ciò che dici dei figli illegittimi, è verissimo: una persona del rango di Rodolfo non avrebbe avuto certo bisogno di ricorrere ad un aborto! Suo padre, certo, non l'avrebbe fatto! L'aborto era un mezzo da povere prostitute per risolvere certi problemi.
Ma perché escludere che Rodolfo avesse una mentalità diversa dal resto della sua famiglia e della maggior parte delle persone del suo rango?
Forse si pose il problema del futuro della ragazza. Non voleva rovinarle la vita.
La lettera alla madre non è in contraddizione con la teoria di Holler; anzi.
Se scrisse alla madre di non essere degno di vivere perché aveva ucciso...
E forse pensò che, date le circostanze, non gli sarebbe stata concessa la sepoltura in terra consacrata. Ci andò vicino, dal momento che la Chiesa pretese la solita dichiarazione del medico sui disturbi mentali per permettere la celebrazione dei funerali.
Quanto all'attività politica di Rodolfo, è vero che le sue idee erano ben diverse da quelle paterne, ma la maggior parte delle attività di Rodolfo si avolgeva all'insaputa dell'Imperatore, perché Rodolfo era un tipo molto prudente. Coltivava delle amicizie - a parer mio - orribili, e scriveva (ma sotto falso nome) articoli sui giornali d'opposizione. L'Imperatore non era d'accordo su tante idee del figlio, ma lasciava vivere, e teneva tutti gli affari di governo accentrati nelle sue mani, lasciando che Rodolfo si occupasse solo di cose militari (mangiandosi il fegato anche a questo proposito, perché di queste cose militari se ne doveva occupare con i vecchi Arciduchi Alberto e Guglielmo, tradizionalisti e misoneisti).
Non credo che ci fossero gli estremi per uccidersi solo perché il padre era conservatore ed il figlio liberale!
Quanto al viaggio con il cadavere, anche io sono del tuo parere. Ma penso all'orrore di chi in qualche modo ebbe a che fare con questa storia. Trovarono questi due morti, e dovettero gestire una situazione incredibile cercando di mantenere il massimo segreto e di limitare il più possibile lo scandalo...
Ma il bello è che, se non riuscirono ad evitare lo scandalo, riuscirono però a mantenere il segreto, visto che ancora oggi, dopo centoventi anni, ne stiamo ancora discutendo.
 
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-enry1973
view post Posted on 5/8/2007, 14:19




Già, vicenda intricatissima. Credo però che FG fosse perfettamente al corrente delle "marachelle" politiche del figlio: i suoi scagnozzi erano un po' ovunque e lui sapeva bene quali erano gli pseudonimi usati da Rodolfo per firmare quegli articoli. Quanto al fatto che si sia suicidato per colpa del difficile rapporto col padre non lo penso probabile: non arrivarono mai a quei punti di incompatiobilità... certo le crisi depressive a cui andava soggetto forse ebbero il loro peso... anche tenere quei teschi sulla scrivania... chissà... come dici, resta il mistero.
 
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sofonisba
view post Posted on 5/8/2007, 14:29




Si, resta il mistero, e permettimi qui il parallelo con lady Diana, perché la mia cattiveria innata qui prende il sopravvento: guarda la differenza tra l'entourage della defunta Diana, in cui cani e porci hanno venduto ai giornali lettere, registrazioni, foto rubate, ecc. ecc. Hanno scritto ben pagate memorie l'amante, il maggiordomo, il pedicure..
Il pezzo migliore è stata la Camilla: l'unica che non si è confidata coi giornalisti.
Invece nel caso di Rodolfo, su questo segreto terribile, tutti hanno mantenuto il silenzio. Domestici, amici, personalità coinvolte. Anche dopo la caduta dell'Impero, quando non si correvano più rischi e molti, ormai anziani erano ancora vivi, nessuno ha parlato.
 
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-enry1973
view post Posted on 5/8/2007, 14:38




Verissimo. Oddio c'è da dire però che sono cambiati anche i tempi: costumi e tecnologie sono ben diverse... e poi se qualcuno di fosse permesso una confidenza di troppo ai tempi di Fg avrebbe rischiato l'esilio o si sarebbe visto trasformare la vita in un inferno... mettici anche il rispetto nei confronti della famiglia reale, molto più compito e devoto di quello che si può sperare oggi... in fondo la Larish fece un po' quello che ha fatto il maggiordomo di lady D...
 
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sofonisba
view post Posted on 5/8/2007, 14:43




Si: dopo la caduta della monarchia non fu certo la paura a chiudere la bocca dei superstiti. Fu proprio il rispetto per questi personaggi. Per l'Imperatore, che aveva passato la vita a lavorare seduto alla scrivania; per Rodolfo, che aveva pagato il suo errore con la vita. Segno che questi personaggi, un certo rispetto, avevano saputo ispirarlo.
Certi altri personaggi odierni, invece... meglio non precisare, ci siamo capiti!

Quanto alla Larisch, potè mettere insieme un libro di pettegolezzi, ma era una persona così screditata che poteva scrivere tutto ciò che voleva: non era credibile. E poi lei stessa non osò fornire una spiegazione certa dell'accaduto a Mayerling. Non perché non ne sapesse niente, ma perché probabilmente le conveniva tacere.
 
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-enry1973
view post Posted on 5/8/2007, 16:02




Certo che, comuque siano andate le cose, Mayerling ha segnato il suo secolo diventando una delle tragedie su cui si è più ricamato in assoluto. Basti pensare a tutti i film che sono stati girati a tal proposito. Esiste perfino un'opera lirica. Anche Benito Mussolini, giovane giornalista a Trento, se ne occupò scrivendo un articolo mai pubblicato in cui affermava di avere le prove per affermare che in quella tragica notte di Mayerling Rodolfo venne evirato da una Mary resa cieca di rabbia dopo aver sentito dall'amante che l'imperatore gli aveva ordinato di troncare immediatamente la loro relazione. Umiliato e sofferente, Rodolfo avrebbe così ucciso la sua amante!!
 
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sofonisba
view post Posted on 5/8/2007, 16:15




No, non un articolo: ci scrisse un romanzo d'appendice! L'ho letto, roba da chiodi! A Trento ne scrisse due. Quello, ed un altro su argomento ancora più scabroso ed anticlericale ("Claudia Particella, l'amante del Cardinale"). Quando fu espulso, a Trento, tirarono tutti un sospirone di sollievo, perché non erano abituati ai tipi come lui!
 
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-enry1973
view post Posted on 5/8/2007, 16:34




immagino... nella tranquilla Trento...

Ho tintracciato il testo dell'articolo che avevo letto.

BERLINO
Lei lo evirò per vendetta. Lui la uccise - e poi si uccise - per vergogna. Questo sarebbe successo a Mayerling quella notte del gennaio 1889 in cui l’erede al trono d’Austria, l’arciduca Rodolfo, morì con l’amante Maria Vetsera. Non un doppio suicidio d’amore. E neppure un doppio omicidio per ragion di Stato. Piuttosto, un grand-guignol inscenato da un’esaltata che non accettava l’abbandono che l’imperatore Francesco Giuseppe aveva ordinato al figlio. E chi s’immagina la Vetsera come una Lorena Bobbit, che con un coltello in mano si avventa sull’uomo addormentato? Benito Mussolini! Il manoscritto di quell’opera - una trentina di pagine scritte nel 1910 per Il popolo di Trento, che si concludono con l’annotazione «È vietata la riproduzione» - è conservato da 17 anni nella Biblioteca statale di Berlino. Era stato acquistato nel 1989 dal fallimento dell’antiquario Dörling di Amburgo, il quale, mettendolo all’asta nel 1981 - senza successo - l’aveva presentato così sul catalogo, datandolo Forlì 1910: «Una testimonianza interessante delle fatiche giornalistiche di Mussolini. All’epoca aveva 27 anni ed era stato allontanato da Trento per le sue posizioni politiche e anticlericali. Mayerling è il primo episodio di una Storia di Casa d’Austria - Nuove rivelazioni sensazionali in quattro capitoli e probabilmente l’unico finito. Sembra però che non sia mai stato consegnato, perché nel 1939 Mussolini possedeva ancora il manoscritto, che diede via solo allora, dicendo che a quel punto aveva ben altre tragedie cui pensare».

Il professor Everardus Overgaauw, responsabile della Sezione manoscritti della Staatsbibliothek, passa la mano sulla scatola di lino grigio su cui è inciso «Autograph Manuscript - 1910». «Non sappiamo dove sia stata fatta né quale collezionista l’abbia commissionata, ma dai caratteri direi che è di gusto inglese». La apre. Dentro ci sono 39 foglietti di quaderno: carta dozzinale, ingiallita, slabbrata. Scrittura rapida, poche correzioni. «Abbiamo fatto vedere il manoscritto a uno storico italiano, il professor Francesco Perfetti, che ci ha confermato che la scrittura è di Mussolini. Dalle nostre ricerche bibliografiche non ci risulta che sia mai stato pubblicato». Sul primo foglio è incollata un’incisione azzurrina, un ritratto di donna con la dicitura: «Mary la Maga». Maria Vetsera. Diciassette anni appena, bellissima, ma - nella ricostruzione di Mussolini, che scrive di aver come una fonte una dama ben introdotta alla Corte di Vienna, la principessa Odescalchi, nata contessa Zichy - un’anima nera, ambiziosa e intrigante. «Costei veniva chiamata Circe e questa reminiscenza mitologica era pienamente giustificata - la maga che doveva portare nei suoi baci la voluttà della morte».

Mary venne presentata a Rodolfo - che è sposato alla principessa Stefania del Belgio, ma la tradisce da anni - durante un ballo, introdotta furtivamente «in un piccolo salone destinato a colpevoli intimità». Da quel giorno, il principe «fu un vinto. Nel castello di Meyerling i due amanti trascorsero parecchie lune di miele». A corte lo scandalo è enorme. A complicare la situazione si aggiunge la gravidanza di Mary che, sobillata dalla madre, pone al principe un aut aut: «O egli consentiva a sposarla morganaticamente legittimando il figlio, o ella sarebbe fuggita lontano, in Paese straniero». Rodolfo è disperato. Chiede udienza al padre, gli spiega che non può vivere senza quella donna, ma l’imperatore inorridisce. Rodolfo pensa di aggirare l’ostacolo chiedendo al papa di sciogliere il matrimonio con Stefania. Scrive dunque una lettera a Leone XIII. «Il pontefice rimase fortemente sorpreso e s’irritò. Non rispose al principe bensì all’imperatore, negando la richiesta autorizzazione». Franz Josef riconvoca il figlio, lo induce a lasciare l’amante, lui promette, sembra tutto risolto. «Invece nell’animo suo la tempesta della passione muggiva, scatenata e ormai irresistibile nell’imminenza della catastrofe». Anche Mary non si rassegna. «Piuttosto la morte! Meglio il delitto! Io mi vendicherò terribilmente... Sarò io l’ultima amante del principe ereditario d’Austria. Io chiuderò per sempre il ciclo dei suoi amori». Gli chiede un’ultima notte a Mayerling, lui si piega. «Verso mezzanotte Rodolfo diè in un acutissimo, straziante grido di dolore. Mary aveva effettuato la spaventosa minaccia e compiuto un’abbominazione: aveva evirato l’uomo addormentatosi poco prima al fianco di lei, nella fiducia e nella dolce stanchezza dei baci». Nei piani della baronessa c’è la fuga. E dunque «s’era vestita e già stava per varcare la soglia della stanza fatale, quando Rodolfo la raggiunse e la finì con un colpo di revolver. Ella stramazzò a terra. Rodolfo l’aveva uccisa. La ripose sul letto. La coverse e le si mise al fianco. Dopo pochi minuti, un’altra forte detonazione. Egli non poteva sopravvivere a l’onta infame».

Nell’interpretazione romantica di Mussolini, «Rodolfo e Mary dormono insieme il sonno che non ha risveglio nel parco del castello che fu da quel giorno abbandonato per sempre». Ovviamente una sciocchezza. Maria Vetsera fu portata via con un bastone nella schiena per tenerla dritta nella carrozza, e gettata in una fossa comune. Rodolfo ebbe i funerali religiosi per concessione di quello stesso papa che gli aveva rifiutato l’annullamento del matrimonio. E fu sepolto, come tutti gli Absburgo, a Vienna, nella cripta dei Cappuccini.«Dopo la ferale notizia che i fili del telegrafo annunciarono in tutto il mondo e che commosse ogni popolo civile, sorsero infinite versioni dell’avvenimento. La tragedia si era svolta nel cuore di una tenebrosa, lunga notte invernale e non aveva lasciato superstiti. Le fantasie si sbizzarrirono. Pubblicisti e scrittori vollero spiegare il fatto, svelare il mistero di quella duplice morte secondo i dettami della logica. Dimenticavano che il cuore non ha regole e che la passione non obbedisce a leggi».

«Mary aveva già meditato la vendetta atroce quale solo può germinare nell’animo di una femmina ambiziosa e dissoluta. Noi non sappiamo quanto sia accaduto fra i due amanti. Potremmo inventarlo, ricostruirlo, ma cadremmo nel romanzesco - e questa invece è narrazione documentata».

«Sulla strada per Mayerling incontrò il cognato: Disgraziato! Forse stai per commettere una suprema follia. Non temi le insidie di quella donna funesta?»

«Non possiamo infine passare sotto silenzio la leggenda diffusissima tra le popolazioni abitanti il territorio austriaco, per la quale Rodolfo sarebbe ancora vivo ma rinchiuso in un convento di gesuiti. Uscirà solo alla morte del padre per prendere le redini del potere. Secondo la stessa leggenda anche la baronessa non è morta ma è fuggita, si è sposata e vive da piccola borghese ignorata in un angolo dell’Italia meridionale».
 
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