| Rodolfo nacque il 21 agosto 1858 nel castello di Laxenburg, presso Vienna, primo (ed unico) figlio maschio dell’imperatore Francesco Giuseppe e di Elisabetta di Baviera. Sotto l’influenza del suo tutore Ferdinand von Hochstetter (destinato a divenire il primo direttore del Naturhistorisches Museum), Rodolfo si appassionò alle scienze naturali, cominciando, assai giovane, una collezione di minerali.
In contrasto con le attitudini conservatrici del padre, Rodolfo coltivò una visione politica spiccatamente liberale, più vicina a quella della madre (alla quale, peraltro, la legava un rapporto piuttosto formale e non ricco di calore). Egli era, forse, ostile al patto di ferro che legava Vienna alla Germania di Guglielmo II. A Rodolfo, il padre, non affidò mai importanti mansioni di politica interna proprio perché le sue idee erano assai distanti da quelle del figlio. Tuttavia riconobbe in Rodolfo uno straordinario uomo diplomatico e per questo, dopo una certa età, venne mandato in tutta Europa a negoziare e rappresentare la monarchia asburgica.
Il 10 maggio 1881, Rodolfo sposò la principessa Stefania del Belgio, figlia del re dei belgi Leopldo II. La cerimonia venne celebrata nella antica Chiesa degli Agostiniani di Vienna, con la pompa e lo splendore di un matrimonio di stato. Rodolfo sembrava sinceramente innamorato, nonostante la madre giudicasse la nuora come una "sciocca impacciata". Il rapporto, poi, degenerò e, già all’epoca della nascita della loro unica figlia, l'Arciduchessa Elisabetta, il 2 settembre 1883, il matrimonio era già in crisi e Rodolfo si rifugiava nel’alcool e in compagnie femminili di passaggio. Le idee di Rodolfo, ora, venivano contrastate anche dalla moglie. Rodolfo, proprio per le sue idee ritenute rivoluzionarie, veniva spesso fatto pedinare dalla corte asburgica. Le sue frequentazioni erano viste con molto sospetto e da molti era ritenuto un socialista. La sua passione per l'ornitologia era grande. ebbe sempre forti legami con l'Ateneo viennese e veniva spesso invitato all'inaugurazione di fiere e mostre di tema scientifico. La sua passione e bravura nel campo erano indiscusse. Dopo aver contratto una malattia sessuale per un rapporto con un'attrice polacca, ed averla trasmessa anche alla moglie Stefania, era sicuro di non poter più avere figli maschi e di non dare, dunque, un erede al trono. Le avventure amorose extraconiugali di Rodolfo si fecero sempre più numerose. La più importante delle sue amanti fu Mizzi Caspar. Solo poco prima del suicidio, ormai fisicamente e psicologicamente debilitato dall'alcool e dalla morfina, conobbe Maria Vetsera.
Rodolfo e Stefania del BelgioNel 1887, Rodolfo acquistò un edificio di campagna a Mayerling e lo adattò a casino di caccia. Nell’autunno del 1888, all’età di 30 anni, incontrò la diciasettenne baronessa Marie Vetsera. Questa lo adorava e si diceva pronta a tutto per lui. Le testimonianze concordano con l’impressione che Rodolfo non condividesse tale illimitata passione, benché non le fosse indifferente.
Il ‘patto di suicidio’ di Mayerling [modifica] Per approfondire, vedi la voce Fatti di Mayerling.
All’indomani del suicidio, la versione ufficiosa attribuì la tragica decisione alla richiesta, avanzata da Francesco Giuseppe al figlio, di troncare la relazione. Rodolfo avrebbe sparato alla testa dell’amante, per poi uccidersi egli stesso. In ogni caso, al fine di permetterne il seppellimento all’interno del mausoleo degli Asburgo (la Cripta dei Cappuccini) Rodolfo venne dichiarato in stato di ‘disordine mentale’. Il cadavere della Vetsera venne, invece, traslato nel cuore della notte e segretamente sepolto nel cimitero della abbazia di Heiligenkreuz. Francesco Giuseppe trasformò Mayerling in un convento penitenziale delle suore carmelitane.
Conseguenze del suicidio [modifica] La principessa Stefania e la ultima lettera indirizzatale e firmata "Rodolfo"La morte dell’erede al trono provocò la crisi definitiva del matrimonio fra Francesco Giuseppe ed Elisabetta di Baviera, circostanza che apparive evidente a tutti gli osservatori contemporanei. La carica di erede al trono venne, quindi, trasmessa all’ultimo fratello ancora vivente di Francesco Giuseppe, l’arciduca Carlo Ludovico. Dopo la sua morte, il 19 maggio 1896, l’onore passò al di lui figlio maggiore, arciduca Francesco Ferdinando. Dopo il suo assassinio a Sarajevo, il 28 giugno 1914, l’onore passò al figlio del di lui fratello, Carlo. Sarà, finalmente, quest’ultimo a succedere al vecchio Francesco Giuseppe, dopo la sua morte, avvenuta il 21 novembre 1916.
Probabilmente, se Rodolfo fosse sopravvissuto, Francesco Giuseppe avrebbe forse abdicato in suo favore (come già aveva fatto, costretto, il suo immediato predecessore, Ferdinando I). Ciò che rifiutò, invece, di fare, a favore dell’assai poco amato Francesco Ferdinando.
La grande collezione di minerali di Rodolfo venne depositata presso la facoltà di agricoltura dell’Università di Vienna.
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