Ecco quel che ho scritto, in altra sede, in proposito. Ho detto delle castronerie?
"Non mi sento degna di recensire questo capolavoro di pura poesia, un nastro di intensità sublime che racconta la vita di uno dei personaggi più ambigui e più controversi della storia delle case regnanti europee, Luigi II di Baviera, il re folle, un uomo che viveva di sogni, che viveva di poesia, di solitudine, di melanconia salito al trono di Baviera nel 1864 e destituito dalla carica per malattia mentale nel 1886, anno della sua morte per annegamento, per colpo di pistola, nessuno lo sa. Uscì con uno dei medici che lo aveva in cura, Bernard von Gudden, dal castello di Berg, dove era tenuto progioniero. alle 18:30 chiese una passeggiata, una sola passeggiata per lenire le sofferenze del suo spirito. I loro corpi furono trovani alle 23:30 dello stesso giorno, il 13 giugno, 3 giorni dopo che il re era stato prelevato dal castello di Neuschwanstein e rinchiuso perchè considerato pazzo. L'autopsia non aveva rivelato acqua nei polmoni, e dopotutto, nonostante l'infiacchimento fisico, Ludwig era un provetto nuotatore. Forse ha ucciso il dottor von Gudden per fuggire, fra le acque del Lago di Stanberg, o per uccidersi come desiderava, con onore. O forse è stato ucciso da coloro che non volevano un re amato dal popolo ancora vivo, a creare malcontenti e insurrezioni. E' stata trovata la sua giacca, con due fori di proiettile. Forse, per quel che credo io, tentò di fuggire, per gettarsi nel lago di Stanberg e lasciarsi morire, ci fu una colluttazione, von Gudden probabilmente aveva una pistola, perchè ben conosceva di cosa fossero capace gli insani di mente. A pochi metri dalla riva, oggi, sorge una croce su cui ancora i bavaresi posano mazzolini di fiori e preghiere per il loro amato re.
Il film di Visconti è un racconto di infinita poesia. Helmut Berger, nei panni di Ludwig, è una gioia per gli occhi e per le orecchie: la somiglianza fisica, quasi esasperante, specialmente negli ultimi anni della vita del sovrano, trasporta lo spettatore in quegli angoli del Neuschwanstein, dove chiedeva che gli si recitassero le sue opere preferite, dove si nutriva dell'illusione di una favola, di un poema, di una delle opere di Wagner. Wagner, che il re desiderava tanto, che il re amava "con la tenerzza del primo amore", così disse il compositore. Le loro lettere somigliano a lettere d'amore e di certo Ludwig amava, e amava profondamente, se non solamente l'uomo, che si rivelò un profittatore, comunque il compositore, come amava Elisabetta, che era il suo amore impossibile, la donna il cui sguardo riempiva di timore e devozione il cuore di Sigfrido, lei che era quella passione intensa, locchio al quale nascondersi nella miseria di un corpo in rovina.
Le scene più belle, sono quelle insieme a Elisabetta d'Austria, ad una Romy Schneider più matura e più somigliante. Così verosimile che a scorrere le poche informazioni che si hanno su di lei, pochi sono i momenti in cui si dubita che luchino Visconti sapesse e leggeggesse, nei loro cuori sfuggenti.
Un capolavoro, niente da dire. Sono stata incantata da uno dei film più belli della storia del cinema, credo. "
Bellissimo film...bellissimo...visto di notte, poi, con la casa immersa nel silenzio e le cuffie nelle orecche, è stata un'esperienza magica.