| Con Sissi, Francesco Giuseppe, non seppe mai come comportarsi. Era abituato al rigore, alla freddezza dei fascicoli. Nelle lettere alla moglie, invece, rovesciò la sua fama di uomo burocratico, definendo Sissi il suo "angelo" e firmandosi "il tuo ometto". Davanti alla moglie cadeva in uno stato di soggezione che si addiceva più all'amore che al protocollo. Era stregato dal suo carattere egocentrico e dal suo eccentrico fascino. Non riuscì mai a risvegliare il corpo della moglie, ma come molti uomini del suo tempo era probabilmente convinto, che una donna onesta non doveva conoscere il piacere.
Lettere dal fronte di Francesco Giuseppe a Sissi:
"Carissima Sisi, angelo mio! Appena alzato, dedico i primi istanti a ripeterti quanto ti ami e quanto senta la mancanza tua e dei cari piccini. Spero che tu stia bene e ti abbia riguardo, come mi promettesti. Cerca di distrarti assai per non essere mesta." Verona 31 maggio 1859
"Ti prego, angelo mio, se mi ami non tormentarti tanto, abbiti riguardo, procura di distrarti, esci a cavallo e in carrozza con misura e prudenza e conservati la tua cara e preziosa salute, così che, al mio ritorno, io ti trovi bene e possiamo essere felici".
Caro, caro, unico angelo mio! Ti prego, per l'amore che mi hai consacrato, dominati, mostrati qualche volta in città, visita qualche istituto. Non immagini di che aiuto mi sarai così...".
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