L'Ottocento di Sissi e Ludwig II

Le Principesse di Sassonia in Toscana, Maria Anna,Maria Ferdinanda e Anna Maria

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il geggi
view post Posted on 30/9/2009, 23:02 by: il geggi





...segue

Dopo due anni un altro lutto viene a funestare la Casa di Toscana:il 18 Giugno 1824,alle 5 e mezzo pomeridiane,muore a Firenze Sua Altezza Imperiale e Reale il GranDuca Ferdinando III.
Il Sovrano era stato nei giorni precedenti in Val di Chiana,per seguire personalmente l'andamento dei lavori,ormai giunti al termine,per la bonifica della vasta palude interna che si estendeva tra l'Aretino ed il Senese.
La piaga della malaria esigeva,in quelle zone,un alto tributo in vite umane;proprio per combattere questo nemico e per "conquistare" nuovi terreni da coltivare,tutti i GranDuchi Lorenesi ebbero come obiettivo primario la bonifica delle paludi toscane o,come si chiamano in Toscana,dei "paduli".La Maremma Pisana,la Val di Nievole,la Val di Chiana,fino ad arrivare alla poderosa offensiva che Leopoldo II lanciò contro il padule di Castiglioni,nella Maremma Grossetana.
Anche lo stesso Ferdinando III cadde vittima della malaria:durante quel viaggio in Val di Chiana,contrasse una febbre malarica che lo uccise.
Ascoltiamo,al solito,Leopoldo:<< (...) In quella sera (13 Giugno 1824 ndr) tornò il padre da una gita in Valdarno di sopra:come vide noi suoi figli che lo si aspettava disse:< Grazie a Dio,che sono ritornato in famiglia>. E l'espressione con cui disse quelle parole fece senso.Nella notte fece chiamare l'archiatro dottor Torrigiani.Questi venne a cercar me e disse:<suo padre ha del male;non so ancora cosa sia;ma non mi piace>.(...) Il 16 era un poco sollevato.(...) Il 17 a un'ora del mattino si aggravò.Si mostrò un dolore assai intenso dai reni alle coste spurie,che si estendeva alla regione del petto.(...)cessarono i dolori,cessarono le secrezioni orinarie ed alvine,s'inturgidì il ventre,cominciò il vaniloquio,eran già fredde le estremità.(...)Mandai per il confessore,alle 4 della mattina si comunicò per viatico(...)Allor ebbe tregua (alle 10 del mattino ndr)(...)avendo la famiglia intorno il letto benedisse i figli(...)avutomi a solo,mi raccomandò la consorte che lasciava,la figlia Luisa,raccomandò il Paese(...)alle 11 e mezzo la notte voleva alzarsi,una irrequietezza paurosa(...)Il 18 alle 2 diminuì (la febbre) e s'aggravò il petto(...)ricevé l'estrema unzione(...)alle 4 pomeridiane entrò l'agonia.Spirò alle 5 1/2.Condussi Maria nella stanza di Nanny:le due sorelle piangevano insieme>>.
La salma di Ferdinando III fu esposta al pubblico nella Sala delle Nicchie,in Palazzo Pitti.Il cadavere imbalsamato del Sovrano vestiva l'uniforme di Maresciallo Imperiale,con la collana del Toson d'Oro,sopra a questa indossava la Cappa Magna di Gran Maestro dell'Ordine di Santo Stefano Papa e Martire,con guanti e stivali.Ai piedi furono posti la spada ed il cappello,sotto il catafalco furono depositati i vasi con i visceri ed il cuore.
Lo scettro e la corona granducale vennero posti su un cuscino,sul primo gradino,sotto i piedi.Il 22 Giugno Ferdinando fu inumato nella Cripta di S.Lorenzo.Il matrimonio tra Maria Ferdinanda di Sassonia e Ferdinando III di Toscana era durato appena tre anni e non aveva lasciato figli.Sale al Trono Leopoldo II,undecimo GranDuca di Toscana,con la GranDuchessa Maria Anna.Maria Ferdinanda assume il titolo di GranDuchessa Vedova.
Il 25 Giugno 1831 si corse in Firenze,come da tradizione,il Palio dei Barberi.
Trattavasi di una corsa "alla lunga",di barberi "scossi".Ovvero la mossa (la partenza) avveniva alla Porta al Prato e la "ripresa" (l'arrivo) era alla Porta alla Croce;i barberi scossi erano cavalli senza cavalieri.Questo Palio affondava le sue radici perlomeno nel 1200.L'ultimo Palio dei Barberi fu corso nel Giugno del 1858;con i Lorena detronizzati anche questa secolare tradizione fu fatta cadere nell'oblio.Era consuetudine che tutta la famiglia granducale,assistesse alla mossa da un palco appositamente costruito.
Anche quel 25 Giugno del 1831 il GranDuca e tutta la famiglia erano presenti.Era una giornata fredda e piovosa e la GranDuchessa,durante il ritorno aveva freddo.Nella notte ebbe un attacco di tosse ed uno spurgo sanguigno.
Ne "Il Governo di Famiglia in Toscana" il libro di memorie scritto da Leopoldo II,il Sovrano dedica il XII capitolo del periodo 1824-1832,alla malattia,all'agonia ed alla morte della moglie.Sono oltre venti pagine nelle quali il GranDuca narra in maniera straziante il calvario di Nanny,ma anche suo,dei famigliari e la partecipazione del popolo alle sofferenze della GranDuchessa.
Dopo quel primo allarme,Nanny si reca alle acque di Recoaro.Scrive al marito che la cura le giova.Ad Agosto la sovrana era nuovamente in Toscana:attacchi di tosse e svenimento,ancora emorragie.Leopoldo II chiama il suocero,Massimiliano di Sassonia,e l'altra sorella di Nanny,Amalia che si portino in Toscana per confortare l'inferma.Il 19 Ottobre la Corte venne trasferita a Pisa,il clima più dolce si pensava potesse giovare.
Sentiamo Leopoldo:
<<il 22 Ottobre sulla sera si sentì aggravata,era tornato il bruciore ai bronchi e le forze andavano scemando:piangendo disse che il moto in carrozza le pesava,la irritava>>.
Probabilmente i famigliari,com'è naturale,tendevano a sminuire la gravità della malattia per non aggravare oltremodo Nanny.Ella però aveva capito e chiese al marito di non nasonderle la verità.Furono ordinate pubbliche preghiere in tutto il GranDucato.Particolarmente fervide erano quelle che i pisani inoltravano a San Ranieri,Santo Patrono di Pisa.
Ascoltiamo alcune parole che Nanny rivolge al marito,che questi riporta nelle proprie memorie:<< (...)figli piccoli,ed io son però molto più fortunata di molte altre,io ho Maria (la sorella,GranDuchessa Vedova ndr)...non è vero,tu non allontanerai mai Maria dalle bambine?>>.Poi,pensando ai toscani che pregano per lei:<< (...)mi ha commosso tanto che pregassero,giacché non è per il meglio del paese che io guarisca>>.Parole toccanti:ormai Nanny,anche se dovesse sopravvivere,ha perso ogni speanza di poter dare al GranDucato il tanto sospirato erede.
Ascoltiamo ancora Leopoldo:<< Era mirabile l'interesse del paese intiero,di tutti per Nanny.Le chiese erano piene,li truidi non discontinuavano:a Firenze il duomo s'era dovuto tenere aperto la sera fino a tardi.Il vecchio arcivescovo di Pisa Alliata,c(i)eco,avea lui fatta la funzione:offeriva sua vita per Nanny.Gente d'ogni maniera veniva per tutto il giorno a prender le nuove di Nanny,donne di campagna baciavano la mano al vecchio padre e domandavano le nuove della figlia.Poverelli si accostavano,si credeva per chieder limosina,la rifiutavano,chiedevano invece le nuove dell'inferma>>.
Alti e bassi per la GranDuchessa,nei momenti migliori ella si preoccupava delle sue donne,ovvero di quelli istituti per l'educazione femminile,da lei presieduti:la Santissima Annunziata di Firenze,il Conservatorio di Sant'Anna di Pisa e la casa per le penitenti di Livorno.
Sentiamo Leopoldo:<<ecco,sul venir della sera l'inferma si aggrava,teme una colica,piange,crede di aver due ore di vita.Non pensare,io (le) diceva,e lei rispose:<a qualche cosa si pensa,ordinariamente?Si fanno progetti per il futuro.Quando questi non si possono più fare,a qualche cosa bisogna pensare:chi è che può stare senza pensare?>.>>.
Nei brevi periodi di quiete il GranDuca tornava a Firenze per incontrare i Ministri e disbrigare pratiche di governo ma,subito dopo,tornava a Pisa al capezzale della moglie:<<la Provvidenza volle che io vegliando Nanny mi potessi accorgere del primo lontano segno di convulsione,il suono della tosse,la mutata fisionomia a me ne fece attento:la prontezza dei rimedi vi fece riparo,la vita fu conservata>>.
Le condizioni della GranDuchessa vanno sempre peggiorando:<< La sera ebbe gravezza di capo,segno periglioso,le portai cibo.Ella cominciò a sentire che le membra non le ubbidivano:il braccio diritto,le dita non si prestavano a prendere una spicchio d'arancia,a fatica riconoscea le persone>>.
Leopoldo è giorno e notte accanto a Nanny;quelle che dice sono,almeno per me,bellissime parole:<< Solenni le notti vegliate accanto al letto della consorte moribonda,come quelle passate nella voluttà del primo amore(...)A Nanny era conforto aver me vicino nelle notti,dopo me la sorella Maria.Vidi Nanny stender la mano:credevo in sogno.<era per sentir se tu vi eri>.Disse poi:< Leopoldo,mi vien male>,mi prese la mano,la posò sul petto>>.
Ai primi di Febbraio 1832 ci sono dei piccoli miglioramenti,ma trattasi di breve tregua.
Leopoldo:<<il 12 di Febbrajo la mattina entrai da Nanny.E' bagnata di sudore,bisogna mutarla;Maria si fa coraggio, manda il padre,Amalia e Luisa a pregare,e con me e quelle di servizio si chiude.Nanny non può orinare.Maria ed io l'avevamo tra le braccia:<io muoio,Oh,Dio>,ecco con grandi sforzi una massa copiosa.<moio!Moio!Aiutatemi,alzatemi!>; e con nuovi sforzi vomito:<mettetemi giù,non posso più>.E ripiomba in un lago di sudore.Non si può mutare,si cuopre con panni caldi,non si può muovere,il peso l'opprime>>.
Nanny viene martoriata anche dalle piaghe da decubito.Il 22 di Marzo i medici dichiarano la situazione di Nanny,senza speranza.
Leopoldo:<< Il 23 marzo mi chiamò,stava peggio.Nanny disse:< Che bel sole!>.Spuntava il sole.Poi disse:< Leopoldo,prego,conduci via i figli,mettili in qualche luogo fuori.Cosa fai tu Leopoldo? è una mezz'ora che ti ho detto che tu conduca via i figli>. Ed io,traboccando di pianto:< Son già da una mezz'ora fuori>. < Mi perdona,Leopoldo,io spesso non son ben presente a me>.>>.
Nella notte tra il 23 e il 24,ancora Leopoldo:<< Era la vigilia dell'Annunziata.< Leopoldo>: è Nanny che chiama.Entro.Poco dopo una convulsione.Brera (il medico che Leopoldo aveva fatto venire da Venezia ndr) le getta in bocca la boccia del liquore anodino.Torna in sé.< Or mi va di nuovo bene>.Rallenta la circolazione,i polsi mancano,corro per il vescovo,suono profondo,come di correr del sangue al core,e...il suono cessa...pregano tutti.Giraldoni ( Vescovo di Livorno ndr) l'asperge,piange:<stiamo quieti,stiamo quieti:è in Paradiso>. Pallida,calma.La baciai.Riposa in pace>>.
Nella notte del 28 Marzo la salma della Granuchessa mosse dal Palazzo Reale di Pisa alla volta di Firenze.I lungarni pisani si illuminarono spontaneamente,lungo tutta la strada verso Firenze una gran folla si accalcava.Alle 5 del pomeriggio del 29 Marzo il convoglio funebre arrivò alla Porta S.Frediano a Firenze.Il carro funebre era preceduto da un plotone di Cacciatori a cavallo,un battaglione di Granatieri,i religiosi di varie chiese fiorentine,al fianco i cappellani,il parroco di corte e quattro religiosi di Pisa.Faceva ala il corpo degli Anziani,chiudevano il convoglio le Guardie del Corpo ed ancora Cacciatori e Granatieri.Giunti alla Basilica di S.Lorenzo il Commissario incaricato del trasporto,consegnò al maggiordomo maggiore Duca Strozzi,le chiavi della cassa in cui era rinchiuso il cadavere.La cassa fu benedetta dal Priore e portata direttamente a tumularsi nella cappella della Madonna del Ritorno.Una chiave fu consegnata, al Priore di S.Lorenzo e l'altra si conservò nella guardaroba generale del GranDuca.
Le solenne esequie della GranDuchessa Maria Anna si tennero nella Basilica di S.Lorenzo il 30 Aprile 1832.

segue...




 
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