L'Ottocento di Sissi e Ludwig II

La Successione Lorenese in Toscana

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view post Posted on 11/10/2010, 09:57
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Racconto affascinante quanto raccapricciante.
Non meravigliamoci più di tanto quando i musulmani uccidono i loro fratelli. Anche l'Occidente, sia pure cinque secoli fa, si è macchiato di questi crimini.
 
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il geggi
view post Posted on 14/10/2010, 10:48




CITAZIONE (elena45 @ 11/10/2010, 10:57)
Racconto affascinante quanto raccapricciante.
Non meravigliamoci più di tanto quando i musulmani uccidono i loro fratelli. Anche l'Occidente, sia pure cinque secoli fa, si è macchiato di questi crimini.

Per allacciarmi al Tuo discorso,faccio un salto in avanti.
Dopo la pugna di Scannagallo - che tra breve andrò ad illustrare - furono fatte uscire da Siena,prima del ritorno dell'esercito del Marignano,circa settecento "bocche inutili",ovvvero donne,vecchi e bambini che non potevano dare aiuto concreto,ma che mangiavano anche loro.
Nell'ottobre,precipitando la situazione alimentare,lo Strozzi ordinò al rettore dello spedale di Santa Maria della Scala - antichissima,quanto meritevole istituzione cittadina - di mandare fuori altre settecento bocche inutili che saranno scortate da un reparto di armati. Questo non basterà però ad evitare che questi disgraziati,tra i quali circa duecento bambini,fossero massacrati dagli imperiali.
Domanda: chi è stato più cinico,crudele ed inumano,lo Strozzi - mandando fuori di Siena questi infelici - o il Medichino che li ha fatti trucidare?
Il mio pensiero è che nessuno dei due possa essere additato come più "cattivo" dell'altro in quanto,i loro comportamenti,erano perfettamente in linea con i dettami etico-militari del tempo.
Era prassi comune,durante gli assedi,comportarsi come il comandante franco-senese e come quello ispano-fiorentino.
Certo,è obbligatorio chiedersi perchè il Medichino abbia fatto uccidere degli individui innocui,che non avrebbero potuto arrecare danno alle sue truppe.
Per prima cosa bisogna dire che tra questa gente si sarebbero potuti trovare anche agenti e messaggeri latori di informazioni per l'esterno. In secondo luogo,torno a dire,era la prassi del tempo: tu mandi fuori le bocche inutili - per poter avere più risorse per i soldati - ed io,che ti sto assediando, li massacro.
Magari,tra circa duecento anni,si guarderà ad alcuni aspetti della nostra società,con sdegno e raccapriccio...

CIAO!


 
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il geggi
view post Posted on 15/10/2010, 14:52




...segue

La strategia del Marignano stava iniziando a dare i propri frutti.
La lenta ma costante conquista delle località vicine a Siena faceva si che i rifornimenti alla città avvenissero sempre con maggiore difficoltà.

Lo Strozzi aveva però in serbo una formidabile mossa,perfettamente in linea con la propria personalità ed inclinazione militare,che avrebbe tenuto non solo in scacco per circa due mesi le forze del Medichino ma,cosa ancora più importante,avrebbe fatto comparire davanti agli occhi di Cosimo I la possibilità della sconfitta e della perdita del trono.
La strategia maturata aveva,nella sua imprevidibilità ed ambizione,dei grandi pregi ma,allo stesso tempo,dei limiti.
Piero Strozzi decise di imporre quindi il suo "ritmo" a questo conflitto,trasformandolo da guerra statica in guerra di movimento - a lui decisamente più congeniale - e facendo diventare gli assediati,gli attaccanti.

L' 11 giugno 1554 lo Strozzi uscì da Siena,dalla porta Fontebranda, con 8.000 fanti e 1.000 cavalli in direzione Volterra,in territorio fiorentino.
Anche in questo caso rivestiva particolare importanza cogliere impreparati i nemici che,naturalmente,notarono il movimento ma ritennero di non dargli particolare importanza in quanto pensarono trattarsi delle consuete sortite dei senesi,che erano state dallo Strozzi intelligentemente intensificate,per effettuare scaramucce di poco conto e per cercare rifornimenti.
Questa volta era diverso,questa volta l'obbiettivo era Firenze!
Con questa mossa lo Strozzi avrebbe ottenuto anche altri effetti positivi. Intanto diminuivano di circa diecimila unità le bocche da sfamare in Siena - al sostentamento di questa armata,in giro per la Toscana,avrebbero sostenuto le popolazioni che si sarebbero malauguratamente trovate sul loro cammino - conseguentemente il Marignano si sarebbe mosso per inseguirlo e quindi si sarebbe alleggerito l'assedio,così da rendere più facile approvvigionare l'affamata città.
Dal punto di vista strettamente strategico era previsto che alle forze dello Strozzi si sarebbe unito - alla metà di giugno,in territorio lucchese - un contingente di 8.000 fanti mecenari,tra svizzeri ed italiani,500 cavalli e sei pezzi d'artiglieria,provenienti dalla fortezza della Mirandola,sull'Appennino Emiliano. Inoltre,per quella data,la flotta francese avrebbe dovuto sbarcare a Viareggio altri rinforzi,con 5.000 uomini.
All'alba del 13 giugno lo Strozzi era già a Pontedera,tra Pisa ed Empoli.
L'avanzata della cavalleria francese fu così travolgente da fare alcuni prigionieri sulla strada che portava a Firenze,si dice anche grazie allo strattagemma di indossare le bande rosse,distintivo della cavalleria imperiale,al posto delle bande bianche che erano soliti indossare i francesi.
Si dice che un vetturale,scoperto l'inganno,partisse a spron battuto alla volta di Firenze ad avvisare il Duca. Questi iniziò a tempestare il Concini ed il Marignano di missive. Il Medichino però,non sentendosi molto sicuro,non si mosse che il 15,alla testa di 6.500 uomini,cercando di intercettare lo Strozzi per vie interne. Questi voleva presentarsi come un liberatore dalla tirannia medicea,quindi impose ai suoi soldati di pagare i rifornimenti e di pernottare fuori dai paesi. La retroguardia senese però,per vendetta,si lasciò andare a distruzioni e massacri,tanto che,a Cascina,si manifestarono le prime ostilità contro le truppe franco-senesi da parte della popolazione.
Si era pensato,sulle prime,che lo Strozzi pensasse di prendere Pisa dove,con un contigente di appena duecento armati,vennero distribuite le armi agli studenti universitari; invece le truppe presero la via di Lucca e ricevute con tutti gli onori,ottennero vettovagliamento e rifornimenti. Sempre in territorio Lucchese lo Strozzi si congiunse con le truppe provenienti dalla Mirandola,raddoppiando così le proprie forze. Rientrando in territorio fiorentino,invase la Val di Nievole conquistando Montecarlo e Montecatini. Intanto era giunto Pescia il Marignano che,dopo uno scontro tra le avanguardie,abbandonò la città e si trincerò al passo di Serravalle in modo da sbarrare la strada per Pistoia. A questo punto la fortuna iniziò a voltare le spalle allo Strozzi. Dei rinforzi francesi non vi erano notizie: sbarcheranno a Lerici un mese dopo. Puntuali giunsero i rinforzi per il Marignano che potè schierare 9.000 fanti e 600 cavalli a Fucecchio,inoltre sbarcarono a Bocca d'Arno un migliaio di spagnoli e corsi,provenienti dalla Corsica,al comando di don Lorenzo Juarez di Figueroa.
Lo Strozzi dovette abbandonare il suo sogno di affrontare,in condizioni di superiorità numerica,separatamente il nemico e batterlo,così da aprirsi la strada verso Firenze dove,pensava,che al suo arrivo la parte antimedicea avrebbe sollevato la popolazione contro il Duca,cosa questa difficilmente ipotizzabile. Non gli restò che intraprendere la via del ritorno cercando sempre di evitare lo scontro campale col Medichino,che lo tamponava cercando di tagliargli la strada,in quanto le truppe franco-senesi -pur essendo in numero ragguardevole - erano stanche dalle marce e dagli spostamenti che avevano dovuto effettuare in quel breve lasso di tempo e fu mossa saggia evitare lo scontro.
Lo Strozzi ed il suo esercito rientrarono in Siena il 15 di luglio.

segue...

 
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view post Posted on 15/10/2010, 19:50
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Bello, bello il racconto! Quando puoi, va' avanti!
 
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il geggi
view post Posted on 16/10/2010, 23:22




...segue

Piero Strozzi riesce a ricondurre il proprio esercito in Siena senza subire gravi perdite,ma qui lo attendono brutte notizie. Il fratello Leone,cavaliere di Malta,è caduto nell'assedio di Piombino e la situazione dei rifornimenti è sempre più critica. A questo punto non resta che riprendere la guerra di movimento per cercare di impegnare il nemico lontano da Siena. Questa volta lo Strozzi punta sulla ubertosa Val di Chiana in quanto lo scopo è decisamente meno ambizioso del precedente,che doveva portare ad attaccare Firenze,questa volta l'obbiettivo è saccheggiare il territorio fiorentino,depredando tutto il possibile per rifornire Siena affamata.

Il 17 luglio esce da Siena una forza di 14.000 fanti,1.000 cavalli,5 cannoni e guastatori e zappatori.
La marcia dei senesi portò a conquistare tutta una serie di borghi e castelli scarsamente presidiati dai fiorentini. Il 19 luglio,da Lucignano,lo Strozzi muoveva in direzione di Arezzo ed,al solito,Cosimo invitava il Medichino a mettersi in moto ma questi,altrettanto solitamente,se la prendeva comoda.
Appare evidente come il comandante mediceo preferisse far "sfogare" il proprio avversario che,giova ricordarlo,faceva dell'imprevedibilità delle sue mosse la sua strategia e,solo dopo che si fosse dislocato sul terreno,gli avrebbe mosso contro.
Il 20 luglio lo Strozzi era sotto le mura di Arezzo con 400 cavalli e 200 archibusieri: sperava con questa mossa di innescare una rivolta antimedicea della città che era difesa da appena 200 fanti e pochi cavalieri. Dalla strada di Cortona erano però in arrivo 3.000 fanti romani,reclutati di fresco,al comando di Camillo Colonna e questo fu sufficiente a far si che i francesi battessero in ritirata.
L'obbiettivo principale rimaneva comunque il rifornimento di derrate alimentari ed a questo scopo lo Strozzi aveva preposto un contingente di tremila uomini incaricati di battere le zoni circostanti e di saccheggiare e predare tutto quello che fosse possibile.
Il 22 luglio il Marignano si mosse,con la consueta flemma,dai campi trincerati attorno a Siena,alla testa di 15.000 fanti,1.000 cavalleggeri e 300 "uomini d'arme",ossia la cavalleria pesante o corazzata che era comandata da Marcantonio Colonna.
Un primo contatto tra reparti dei due eserciti avvenne a Badia al Pino,andando a favore dei medicei.
Lo Strozzi stava muovendo,lungo la Chiana,verso Sud ed il Marignano,come era successo nel Valdarno Pisano,lo tallonava senza perderlo di vista.
Il 27 luglio i franco-senesi dettero l'assalto a Foiano che venne sottoposta ad un intenso fuoco d'artiglieria; dopo aperta una breccia nelle mura gli uomini dello Strozzi dilagarono in città dandosi al saccheggio e trucidando gli abitanti. Eroica fu la difesa del comandante della piazza,Carlotto Orsini che,con soli 50 archibusieri,asserragliato sulla torre della chiesa,combattè sino a che non venne ucciso dal nemico ed i soldati superstiti riuscirono a dar fuoco alle polveri conservate nella polveriera ed a provocare la morte di una cinquantina di francesi. Consistente fu però il bottino dello Strozzi: 10.000 sacche di grano dell'ultimo raccolto che vennero subito immagazzinate a Lucignano come luogo più sicuro e vicino a Siena.
Il Marignano decise che era giunto il momento giusto e mosse decisamente per cercare il contatto con il nemico che avvenne,tra le rispettive avanguardie,a Manciano e non vi furono vinti e vincitori.
Lo Strozzi fece sistemare i suoi uomini sulle colline che da Manciano degradano verso la Chiana,il Medichino sulle colline di fronte,ad un tiro di schioppo. Entrambi gli schieramenti si misero all'opera a scavare trincee e terrazzamenti per fortificarsi.
La situazione nei due campi era però nettamente diversa. I Fiorentini erano in territorio amico e,per fare un esempio,il 31 luglio arrivarono da Arezzo 70 muli carichi di pane fresco. Da parte Senese era tutto più problematico; il grano che era caduto in mano dello Strozzi non poteva essere macinato in quanto i mulini della zona erano stati devastati dal suo stesso esercito,anche per le paghe dei soldati era un problema far venire il denaro dalla lontana Siena e già si erano verificate diserzioni e passaggi alla parte avversa. Un altro grave problema,per entrambi gli schieramenti, era la siccità che rendeva difficoltoso l'approvigionamento di acqua per uomini e cavalli.
A questo punto lo Strozzi prese una decisione: ordinò il ripiegamento dei suoi uomini,verso Lucignano. Ritirare un intero esercito,in pieno giorno,in vista del nemico era,dal punto di vista militare,un mossa azzardata per non dire peggio. Quando la notizia giunse a Siena,il Montluc - che aveva il comando della guarnigione francese - si mise le mani nei capelli,inveì contro lo Strozzi,previde la disfatta tanto da dare già ordini in tal senso,come prepare gli ospedali per la cura dei feriti e di lasciare le porte aperte della città per accogliere l'esercito in rotta.
Alla mezzanotte del primo di agosto il campo senese iniziò a smobilitare,le truppe fiorentine,sulle colline di fronte,erano rimaste in stato di allerta tutta la notte e non ci volle molto a capire quanto stava accadendo,però,il Marignano,come sempre prudente,volle attendere le prime luci dell'alba e quando fu sicuro che il nemico si stava ritirando,ordinò di portare i cavalli all'abbeverata nella Chiana ed agli uomini di riposarsi un pò nelle tende.

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il geggi
view post Posted on 18/10/2010, 23:23




...segue

Sono le 10 del mattino del 2 Agosto 1554 e l'esercito franco-senese è completamente in movimento e tenta una disperata quanto azzardata manovra di sganciamento dalle truppe del Marignano,sotto gli occhi di quest'ultimo. Può darsi che lo Strozzi abbia pensato che,come un mese prima a Pescia,il Medichino non osasse sfidarlo in campo aperto,ma questi fa "battere il tamburo" e tutto l'esercito ispano-fiorentino si mette prontemente in marcia per inseguire il nemico.

Lorenzo de Figueroa con 2.000 archibusieri molestava la retroguardia senese,dietro veniva il resto delle forze fiorentine: la fanteria spagnola agli ordini di Francisco de Haro,poi i fanti tedeschi ed infine gli italiani - toscani,napoletani e romani - la cavalleria leggera tallonava quella francese,la cavalleria pesante avanzava tra le fanterie.

Dopo un'ora tutti si resero conto che la manovra di sganciamento era miseramente fallita ed allo Strozzi non rimaneva altro che accettare battaglia e così schiera le sue truppe. I mille cavalleggeri,sotto il comando del Conte della Mirandola,alla destra delle fanterie che si posizionano favorevolmente sul pendio,oltre il fosso di Scannagallo. Si trattava di 3.000 lanzichenecchi,altri 3.000 svizzeri e altrettanti francesi. Sulla sinistra 5.000 fanti italiani.
Sulle colline dalla parte opposta si trova il Marignano. Sulla sinistra,dove le colline degradano verso il piano della Chiana,sono schierati oltre un migliaio di cavalleggeri e i 300 "uomini d'arme" - ovvero la cavalleria pesante - di Marcantonio Colonna. Le fanterie vengono schierate in posizione un pò arretrata sulla sponda sinistra del fosso di Scannagallo: gli spagnoli di Figueroa e de Haro,poi 4.000 tedeschi al comando di Niccolò Mandruzzo. Sulla destra i 4.000 toscani comandati dal conte Popoli e poi altri 5.000 fanti tra napoletani e romani. Sulla parte alta della collina vennero posizionati quattro pezzi d'artiglieria.

Alle 11 i cannoni aprono il fuoco e il Marignano decide di muovere la cavalleria contro quella francese. Con i cavalleggeri fiorentini già lanciati al galoppo,nella carica contro i cavalleggeri francesi,Marcantonio Colonna - sembra di propria sponte,senza attendere ordini - si butta nella scia con i suoi 300 uomini d'arme. Le squadre francesi sbandano sotto il possente urto dei corazzati medicei e subito il porta-bandiera,Righetto del Campana,volge il cavallo verso Foiano,le righe si scompigliano,i francesi si danno a precipitosa quanto vergognosa fuga - inseguiti dai cavalieri fiorentini - che terminerà solo quando avranno raggiunto Montalcino.
In un sol colpo i franco-senesi hanno perduto la cavalleria. Lo Strozzi,per tranquillizzare i suoi,spiega che questa fuga era stata preparata per portare via la cavalleria nemica dal campo di battaglia e lancia i suoi all'attacco.

Siamo a mezzogiorno ed i 3.000 Lanzi di Piero Strozzi iniziano a discendere la collina,passano di corsa il fosso quasi asciutto di Scannagallo ed iniziano a risalire il versante opposto dove,una cinquantina di metri oltre la sponda,sono attesi a piè fermo dagli spagnoli che gli scaricano addosso le armi da fuoco,prima dei corpo a corpo. Gli spagnoli erano stati quasi sopraffatti quando,dal lato destro entrarono nelle mischia i tedeschi del Mandruzzo,che si scagliarono contro quelli al soldo di Siena.
Lo Strozzi attacca su tutto il fronte e adesso è la volta degli svizzeri che si lanciano all'attacco. Quando buona parte dei franco-senesi ha oltrepassato il fosso di Scannagallo,il Marignano da l'ordine di attacco generale alle proprie fanterie ed al grido di "Duca! Duca! Palle! Palle!" le truppe iniziano a discendere la collina andando incontro al nemico.
La tattica del Marignano adesso appare chiara. Ha fatto passare al nemico,senza opporre resistenza,il fosso ed ora questo si trova ad attaccare in salita mentre i suoi uomini contrattaccano in discesa,in una posizione di chiaro vantaggio,inoltre lo stesso fosso,che è ora alle spalle dei senesi, ne intralcia in maniera decisiva i movimenti.
Gli svizzeri subiscono l'urto dei fanti fiorentini e napoletani e getta,se non nel panico,in confusione i soldati dello Strozzi.
Ad un certo punto il terreno inizia a tremare sotto i piedi dei contendenti. Forse la terra,schifata dal sangue umano che viene versato su di lei e che cola nelle fenditure provocate dalla siccità,vuol manifestare con un sisma il suo sdegno. Niente di tutto questo,la spiegazione è molto più semplice. Si trattava dei 300 uomini d'arme di Marcantonio Colonna che,lasciato ai cavalleggeri il compito di inseguire la cavalleria francese,in una nube di polvere,al galoppo,era tornata sul campo di battaglia e caricava alle spalle e di fianco i fanti dello Strozzi. Fu la fine. Resitevano solo i fanti francesi al comando del Valleron e Forquevaulx,intrappolati sul greto del fosso si batterono valorosamente contro un nemico soverchiante. Lo stesso Piero Strozzi combatteva al fianco dei propri uomini ma,dopo aver subito tre ferite
d'arma da fuoco,lasciò il comando a Clemente della Cervara - che rimase sul campo - e venne portato via dai suoi uomini.
Altissime le perdite dei franco-senesi: 4.000 morti,4.000 tra feriti e prigionieri. Nel campo ispano-fiorentino si lamentava la perdita di tre ufficiali e di 200 soldati.
I contadini della zona,da generazioni e generazioni,chiamavano quel fosso: "Scannagallo"; ebbene,proprio li,i Galli furono scannati.

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view post Posted on 19/10/2010, 08:10
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Ecco qua:


Giorgio Vasari - La battaglia di Scannagallo.
 
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view post Posted on 22/10/2010, 20:42
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Scusate se faccio dei salti temporali iconografici, ma mi fa piacere mostrarvi alcune foto che ho fatto al Palazzo Reale di Pisa.
(Purtroppo la mia macchina fotografica di fiducia è morta; la qualità dell'odiosa sostituta è quella che è...).

Ritratto di Cosimo I de' Medici.
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Alessandro Allori, Ritratto di Ferdinando I de' Medici, ancora cardinale.
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Ritratti di Ferdinando I e di Cristina di Lorena.
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Giuseppe Bezzuoli, Ritratto di Leopoldo II con le insegne dell'Ordine di Santo Stefano, 1825.
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Dettaglio del precedente.
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Giuseppe Bezzuoli, Ritratto di Leopoldo II con le insegne dell'Ordine di Santo Stefano, 1840 (questo ritratto non è a Palazzo Reale ma in Palazzo della Carovana).
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